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BYE BYE, GIGGINO

Nel Movimento Cinque Stelle si chiude l'era Di Maio. Al suo posto, Vito Crimi in qualità di reggente. Saranno gli Stati Generali dei grillini a decidere chi dopo di lui

Era nell’aria da un po’ di tempo: ieri è diventato ufficiale. Cambio della guardia nella guida del Movimento Cinque Stelle: Luigi Di Maio si è dimesso dal suo ruolo di capo politico dei pentastellati; il suo posto verrà preso da Vito Crimi in qualità di reggente.

L’annuncio era stato anticipato dallo stesso Di Maio ai ministri, nel corso della mattinata e nel pomeriggio è stato confermato formalmente nel corso di un evento dei grillini, al Tempio di Adriano a Roma.

Nel corso del suo intervento, il Ministro degli Esteri non ha perso l’occasione per ricordare quanto fatto per il bene del Movimento, ma anche per togliersi qualche rospo dalla gola. “E’ il momento di rifondarsi: oggi si chiude un’era mentre il governo va avanti”, ha affermato. “Ho fatto crescere il Movimento al meglio delle mie possibilità. Dalle retrovie qualcuno ci ha pugnalato alle spalle. Ma è importante continuare a cambiare lo status quo nelle istituzioni. Io continuerò il mio percorso nel M5S, le mie funzioni ora passano a Vito Crimi”.

Di Maio ha proseguito: “E’ il momento di dire che il Movimento è nato in opposizione al potere costituito: abbiamo lavorato per rompere tutte le nicchie di potere e le resistenze. Ora stiamo combattendo la battaglia per il ritiro della concessione”. “A proposito, ho letto che alla notizia delle mie dimissioni il titolo Atlantia in Borsa ha iniziato a guadagnare dopo molte settimane e questo testimonia che i Mercati non hanno capito nulla di noi”, ha rimarcato non senza sarcasmo. “Il M5S non può essere giudicato per 9 mesi al Governo, deve andare avanti, Dobbiamo avere il tempo di mettere a posto quello che hanno combinato in 30 di politica”, ha aggiunto.

“Alcuni obiettivi purtroppo non abbiamo potuto raggiungerli ma abbiamo sempre lottato – ha proseguito Di Maio -. Sono consapevole che parte del M5S è rimasta delusa e si è allontanata. Ma in compenso, se oggi l’Italia è migliore  è grazie alle leggi che abbiamo fatto, dallo stop all’azzardo al taglio dei parlamentari alla corruzione”. “Per ottenere ognuna di queste leggi abbiamo dovuto lottare, passare le notti in bianco e scontrarci. Forse c’eravamo illusi che realizzando il programma potessimo ricevere un grande appoggio. Non importa. L’insieme di queste leggi creeranno un bene comune collettivo. Gli italiani ci hanno votato per esprimere un potenziale che è stato schiacciato dalle lobby e da chi non vuole bene al Paese”. “Mi hanno detto ‘tanto al Governo non ci saremo più e cancelleranno queste leggi in un solo colpo’; io credo che sia un modo per lavarsi le mani e non lottare”.

L’ormai ex leader del M5S ha poi sferrato un attacco contro i suoi dissidenti. “A quelli che puntano il dito, dico di prendersi qualche responsabilità perché è facile parlare di problemi ma un po’ più impegnativo risolverle. Quello che ci anima è il fuoco che abbiamo dentro. Abbiamo tanti nemici, quando si prova a cambiare le cose c’è sempre qualcuno che ti fa la guerra, ma i peggiori nemici sono quelli che contraddicono i valori per i quali si è lottato insieme. Persone che lavorano solo per la propria visibilità…”.

“C’è  chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità, è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle. Ci hanno colpito facendoci apparire disgregati e in guerra al nostro interno, ma non potevano dirci che eravamo corrotti. Il rumore di pochi ha sovrastato il lavoro di tanti e non vale solo per il Governo”, ha detto ancora il Ministro degli Esteri. “Il M5S ha smesso di pensare con gli schemi di destra e sinistra. La nostra forza è eterogenea e governarla è complicato. Alla fine qualsiasi mediazione ha lasciato sempre scontento qualcuno”.

“Va tutelato chi si comporta lealmente, per questo abbiamo cacciato chi assume comportamenti inaccettabile – ha proseguito Di Maio -. Se sei stato votato su Rousseau com’è possibile che poi critichi il sistema che avevi usato? Com’è possibile che critichi il Governo e poi dal Gruppo Misto voti la fiducia all’Esecutivo. Ho visto candidati calati dall’alto che criticavano quegli stessi sistemi”. “Ho trovato assurdo l’attacco ai probiviri, noi chiediamo il rispetto delle regole”, ha aggiunto.

Mentre si rivolgeva ai presenti, Di Maio ha fatto un gesto piuttosto plateale togliendosi la cravatte e spiegano che “in questi anni in cui l’ho conosciuto, Gianroberto Casaleggio mi ha fatto un solo e unico regalo: un libro che si intitola ‘L’elogio della cravatta’ di Mariorsa Schiaffino. Era rimato colpito perché la indossassi sempre, ogni volta che andavo da lui. Mi propose di approfondire il significato del tipo di nodo, perché anche il nodo della cravatta per lui e per quel libro era comunicazione. Tutto per Gianroberto poteva essere un modo per arrivare alla gente”. “La cravatta – ha aggiunto – ha contraddistinto il mio operato da capo politico. Ora la portate tutti, ma all’inizio non era così. Per me ha sempre rappresentato un modo per onorare la serietà delle Istituzioni della Repubblica”.

In conclusione, Di Maio ha voluto tessere le lodi del Presidente del Consiglio. “Tra le persone incredibili che ho incontrato lungo questo percorso c’è Giuseppe Conte a cui non bisogna insegnare nulla: gli ho sempre detto che quella che all’inizio era preoccupazione per lui, è diventata ammirazione . E’ la più alta espressione dei cittadini che non hanno mai fatto politica e si fanno Stato. Non siamo stati sempre d’accordo in questi anni ma sono particolarmente orgoglioso della scelta che abbiamo fatto. Abbiamo ancora tanta strada da fare al Governo”.

Infine, un pensiero nei confronti del Capo dello Stato che ha voluto ringraziare “per il lavoro incessante che ha fatto e che ha consentito al Movimento di far parte di due governi”.

Il successore di Di Maio sarà deciso dopo gli Stati generali del Movimento.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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