Calcio Serie A

Calcio e coronavirus: la situazione nel mondo

Resta fremente l’attesa del parere del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile circa la possibilità di riprendere i campionati

Il mondo del calcio italiano vive stati d’animo contrastanti; mentre resta fremente l’attesa del parere del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile circa la possibilità di riprendere i campionati, le notizie provenienti da Firenze e Genova sembrano soffiare sulla già debole fiammella di speranza. La società gigliata ha infatti reso nota la positività al COVID-19 di sei dei suoi tesserati (tre dei quali sono giocatori, rimasti anonimi per ragioni di privacy); non diversamente la Sampdoria ha riscontrato quattro casi di positività al virus, tra cui un recidivo. A tale situazione fa invece da contraltare l’Inter, nella cui rosa non figurano contagiati.

Le incertezze che ancora coinvolgono il mondo del pallone, tuttavia, non investono soltanto il Belpaese, ma si estendono naturalmente anche al resto d’Europa e del Mondo. In Spagna si registra la non negatività di Renan Lodi, difensore brasiliano in forza all’Atletico Madrid, che innalza complessivamente a cinque i casi di positività tra Liga e Segunda Division. Nonostante la diffusione del virus non sembri acquietarsi come sperato, i vertici del movimento calcistico iberico appaiono fermamente concordi sulla ripresa dei campionati; Javier Aguirre, tecnico del Leganes, in un’intervista ad un quotidiano messicano è arrivato ad ipotizzare addirittura un nuovo inizio del campionato per il 20 giugno con termine il 26 luglio, ma la Federazione ha smentito senza indugi la definitività di una prospettiva che al momento suona come un azzardo.

In Francia gli spazi per una discussione sembravano in un primo momento saldamente definiti: conclusione anticipata del campionato e conseguente assegnazione a tavolino del titolo al Paris Saint Germain. Tale linea non è però andata giù al Lione, che sulla base della graduatoria finale risulterebbe escluso dalle coppe europee del prossimo anno, come non accadeva da ventitré anni; il club transalpino pertanto non esclude le vie legali e pretende una revisione del provvedimento. Anche in conseguenza dell’atteggiamento del Lione non è dunque utopistico che venga riconsiderata una ripresa per luglio, anche per salvaguardare il valore di mercato dei giocatori, che precipiterebbe se invece gli altri campionati ricominciassero.

Dalla Germania arriva invece un fulmine a ciel sereno. Sembrava ormai pacifica la ripresa degli incontri a porte chiuse per il prossimo weekend, ma la nuova positività di due giocatori della Dinamo Dresda in seconda divisione ha determinato un ulteriore slittamento della ripartenza e allo stato attuale costringe anche la Bundesliga a rivedere i propri piani.

In Inghilterra, viceversa, al momento non si profila alcuna ripresa, con il campionato che peraltro era già saldamente nelle mani del Liverpool con 25 punti di vantaggio sul Manchester City. In Scozia la situazione non si presenta diversa circa un’eventuale ripartenza, ancora interamente ascrivibile all’ambito delle ipotesi; tuttavia le gerarchie del calcio scozzese stanno lavorando per adeguare la struttura dei campionati appositamente per la prossima stagione, che si svilupperebbe quindi in modo del tutto particolare rispetto al consueto.

Nei Paesi nordici, che rispetto al resto d’Europa giocano a stagioni invertite, i campionati sembrano destinati a prendere il via a partire dalla seconda metà di giugno. In Svezia e Norvegia al momento è tutto fermo, allenamenti inclusi; in Finlandia invece gli atleti hanno ripreso ad allenarsi con le dovute cautele già alla fine di aprile, ma resta da valutare l’inizio della stagione. Fanno poi eccezione le piccole isole Far Oer, che oggi ricominciano a giocare in campionato con le dovute precauzioni.

Nelle Americhe gli atteggiamenti assunti dalle Federazioni sono decisamente diversificati. Negli Stati Uniti, salvo imprevisti, la ripartenza del campionato è al momento fissata per l’8 giugno. In Brasile invece è intervenuto addirittura il presidente Bolsonaro in persona, del quale è ben nota la passione per il calcio; il Capo di Stato brasiliano ha proposto infatti la ripresa senza pubblico degli incontri concentrandosi soprattutto sull’impatto economico della pandemia, ricordando come club quali Palmeiras e Flamengo debbano sostenere spese considerevoli e come molte altre squadre si siano già viste costrette a riscrivere al ribasso i salari dei propri dipendenti. In Argentina sembra invece definitivo l’annullamento di tutti i campionati, con la decisione che deve unicamente essere consacrata dal comitato esecutivo della federazione.

Altrettanto eterogenea, infine, è la panoramica offerta dalle competizioni asiatiche. In Giappone appare molto concreta l’eventualità di annullare la stagione, che peraltro non era giunta nemmeno a metà; in Corea del Sud, invece, si prova a ripartire già nel corso di questo fine settimana con mille accorgimenti. La Cina, in ultimo, prospetta una ripresa per fine giugno senza i numerosi giocatori e allenatori stranieri che militano nella lega cinese, ancora impossibilitati a tornare lì dove tutto è cominciato.

Gigi Bria

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Gigi Bria

Le cose migliori arrivano per caso. Per caso, ormai dieci anni fa, iniziai ad insegnare diritto ed economia politica in una scuola superiore di Milano. Sempre per caso, qualche anno fa, mi fu proposto di scrivere. Ho visto "La Voce" quando era ancora un embrione; ora è il giovane figlio di cui mi prendo cura ogni giorno parlando di sport e dirigendone la relativa redazione. Seguo il mondo del calcio, confidando di riuscire a non far mai trasparire la mia pur blanda fede calcistica.
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