Cronaca

Caso Cucchi. Il carabiniere teste d’accusa si scusa con i familiari della vittima

Tedesco: "Contro Stefano, schiaffi e calci"

Roma, 8 aprile – Nel corso dell’udienza di oggi, al processo per la morte di Stefano Cucchi, Francesco Tedesco, il carabiniere imputato con altri di omicidio preterintenzionale e divenuto superteste dell’accusa, ha formulato le sue scuse ai familiari della vittima. Tedesco si è scusato anche con gli “agenti imputati nel primo processo”.

“Per me questi nove anni di silenzio sono stati un muro insormontabile”, ha dichiarato Tedesco.

Tedesco ha poi ricostruito quanto accaduto la notte della morte di Cucchi, avvenuta il 15 ottobre del 2009, nella caserma della Compagnia Casilina. “Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro aggredirono il giovane”. “Mentre uscivano dalla sala, Di Bernardo si voltò e colpì Cucchi con uno schiaffo violento in pieno volto. Poi lo spinse e D’Alessandro diede a Cucchi un forte calcio con la punta del piede all’altezza dell’ano. Nel frattempo io mi ero alzato e avevo detto: ‘Basta, finitela, che cazzo fate, non vi permettete’. Ma Di Bernardo proseguì nell’azione spingendo con violenza Cucchi e provocandone una caduta in terra sul bacino, poi sbattè anche la testa. Io sentii un rumore della testa che batteva”. “Poi D’Alessandro gli diede un violento calcio all’altezza del volto”.

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