Politica

CASO DICIOTTI. IL QUESITO DEL M5S SU SALVINI FA INFURIARE I MILITANTI GRILLINI

Votare 'Sì', vuol dire 'No' e votare 'No', vuol dire 'Sì'. La base pentastellata accusa il Movimento di voler "pilotare" il voto

Oggi, lunedì 18 febbraio dalle 10 alle 19, la base del Movimento Cinque Stelle attraverso la piattaforma Rousseau, potrà esprimere la propria idea circa l’opportunità di mandare sotto processo il Vicepremier, Matteo Salvini per il caso della nave ONG, Diciotti. La notizia è stata diffusa dal Blog delle Stelle.

Il post pubblicato spiega il quesito: “Il ritardo dello sbarco della nave, per redistribuire i migranti nei vari Paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? Con il ‘Sì’, si nega l’autorizzazione a procedere; con il ‘No’, quindi, si concede”.

Ancor prima di riportare il quesito, il post spiega la vicenda. “Martedì 19 febbraio, la Giunta per le autorizzazioni sarà chiamata a decidere se il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti sia stato deciso ‘per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di governo'”.

“Tra il 20 e 25 agosto scorso, mentre 137 migranti si trovavano sulla Diciotti, ovviamente con assistenza sanitaria e alimentare, il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio Conte stavano sentendo i leader degli altri Paesi europei affinché ognuno accogliesse la propria quota di migranti. Questo accordo doveva essere raggiunto prima dello sbarco perché, altrimenti, sarebbero dovuti rimanere tutti in Italia. E questo a causa del Regolamento di Dublino, che impone che il primo Paese di approdo debba farsi carico di tutti i migranti che arrivano in Europa”.

“Il ministro dell’interno Salvini – continua il post -, d’accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il Presidente Conte, negò quindi lo sbarco fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto. Per questa vicenda il Tribunale dei Ministri di Catania ha deciso di inquisire il ministro dell’Interno perché ha considerato il ritardo dello sbarco dalla nave un sequestro di persona e ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere”.

Nella fattispecie, viene sostenuto dal M5S, non è obbligatorio dare il via libera per far processare Salvini.  “In pratica, se il Parlamento nega l’autorizzazione a procedere, sta affermando che il ministro ha agito per interesse pubblico o interesse dello Stato, e che quindi non sarà processato. Nel caso invece venga data l’autorizzazione, il titolare del Viminale andrà a processo. Questo quindi non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali”.

Il post chiama ad esempio le vicende relative a Taverna e Giarrusso che “noi mandammo a processo ed entrambi votarono per farsi processare”. “Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale”.

Su questo passaggio, la reazione della base è veemente: viene chiaramente detto che c’è un tentativo di “pilotare” il voto. Ecco solo alcuni dei commenti. “Ma state orientando il voto. Che c… ci sta succedendo ragazzi?”, chiede Roberto Cherubini. Luca si definisce “un elettore del M5S dal primo minuto, ma per questo quesito, vi riporto una frase di Beppe Grillo: ‘I referendum abrogativi. Dove per dire sì devi votare no. E per dire no devi votare sì. Come uno che va a sposarsi e il prete dice: ‘La vuoi mandare a c…?’ ‘No.’ ‘Allora vi dichiaro marito e moglie’. Ecco… in questo caso, state agendo proprio come fanno sempre gli altri partiti per girare la frittata, e questo non mi piace per niente. La domanda esatta doveva essere: ‘Volete concedere l’autorizzazione a procedere?’. In modo che SI voglia dire SI, e NO voglia dire NO”. Bruno dice: “Cercate di fare i furbi anche nelle procedure del Si e del No per confondere. Non ci vuole una pagina di spiegazione. Votate SI per processare Salvini senza tanti giri di parole piantatela con le c…. Interesse pubblico? Inventatene un’altra ascoltate i vostri elettori perché dopo questa, cioè se salvate Salvini siete finiti”.

Nel merito è intervenuto anche il fondatore del M5S, Beppe Grillo che, in post su Twitter, ha scritto: “Se voti Si vuol dire No.Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!

Il diretto interessato, ovvero il Ministro Salvini, a chi parlava di contrattazione ha risposto: “Non siamo al mercato del pesce. Io giocavo con le figurine dei calciatori quando andavo alle scuole elementari e ti davo Baresi se mi davi Collovati. Adesso non è che io ti do la Tav se mi dai un pezzo di autonomie, però voti No al processo ma mi approvi la legittima difesa”.

La giornata si prospetta dunque difficile: più per la fiducia della base nei confronti dei suoi dirigenti, che per le sorti di Salvini stesso.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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