Cronaca

CESARE BATTISTI: UNA VITTORIA DELLO STATO OSCURATA DALLE POLEMICHE

Dibattiti stucchevoli, violenti post su Facebook, chiacchiere sterili: ognuno dice la propria ed il Paese riesce a spaccarsi anche davanti ad un successo che dovrebbe unire tutti

Non c’è niente da fare: continuiamo ad essere, più che una Nazione, un grande paese di provincia il cui sport preferito è dividersi. In Italia c’è l’insana abitudine a contrapporsi sempre e comunque, a prescindere dal tema. Dallo sport alla politica, passando per il modo di vivere, tutto fa brodo pur di mettersi l’uno contro l’altro, agevolando la solita lotta tra chi è pro e chi, contro qualcosa o qualcuno.

Ci sono temi però, che per la loro trasversalità non dovrebbero dar vita a fronti polemici. Ebbene, con l’arrivo in Italia di Cesare Battisti, il terrorista omicida dei PAC con condanne passate in giudicato, dopo una latitanza durata quasi 40 anni, l’Italia è riuscita a precipitare nel ridicolo. Avrebbe dovuto essere un momento di condivisione della gioia per quella che, indiscutibilmente, è una vittoria dello Stato, di tutto lo Stato e lo Stato siamo tutti noi. Purtroppo, questo momento si è trasformato nel solito circo mediatico animato da dibattiti stucchevoli e chiacchiere sterili. A tutto questo si sono aggiunte le risse virtuali sui social.

Definire pietoso questo indegno spettacolo è ancora riduttivo. Le polemiche sul fatto che due ministri della Repubblica italiana fossero a Ciampino all’arrivo del latitante Battisti, vorrei capire quale utilità hanno. Così come il “politicamente corretto” dei soliti “maitre a penser” che avversa i toni ruspanti del titolare del Viminale. Se per loro, il problema sta nella differenza tra “scontare la pena” e “marcire in galera”, direi che siamo messi maluccio. Spiace dover constatare che a partecipare alle diaspore, siano figure politiche anche di primissimo piano, quando non sono loro ad accenderle. Cosa non si fa per “un quarto d’ora di notorietà”in più!

Non ci si può sempre nascondere dietro la libertà di espressione, dietro l’Articolo 21 della nostra Costituzione per dar libero sfogo ai propri pensieri, spesso al solo scopo di fare i “bastian contrari” nei confronti dell’avversario storico. L’onestà intellettuale conosce dinamiche diverse, specie quando si tratta di qualcosa che dovrebbe unire e non dividere come, ad esempio, la messa in sicurezza di un pericolo sociale. In quanto tale, pericolo lo è per tutti. Con questo non voglio dire che non si debbano prendere delle posizioni nella vita ma certamente, la cattura di Battisti dovrebbe conoscerne una comune per tutti. Il futuro non mancherà di riservare altre occasioni per i fans delle diatribe ma non stavolta, per favore! Almeno per rispetto a quella striscia di sangue innocente che Battisti si è lasciato alle spalle ed ai familiari di chi, quel sangue lo ha versato.

Il dato oggettivo è l’aver perso di vista il vero punto fondamentale: Cesare Battisti è in carcere dove sconterà la sua pena; questo vuol dire che lo Stato ha vinto e giustizia è fatta. Se pensiero diverso può esserci, deve essere quello rivolto ai familiari delle vittime di Battisti: persone che, nella stragrande maggioranza dei casi, erano finiti nel dimenticatoio, salvo esserne sottratti al momento della cattura e dell’estradizione del terrorista. In queste ore avrei voluto cogliere le loro espressioni davanti alla pochezza di tante vane parole.

Cesare Battisti ed il codazzo polemico andranno avanti ancora per qualche giorno ad animare i social ed i salotti tv, finché un altro tema caldo non catturerà l’attenzione dell’opinione pubblica. Ed ecco che vedremo, ancora una volta, i due soliti schieramenti avversari che, in un perverso gioco di scatole cinesi, ne produrranno altri più piccoli ma non meno agguerriti e rumorosi. Del resto, così vanno le cose in questo strano Paese che non imparerà mai ad essere Nazione e quindi, comprendere il concetto vero di unità nazionale: almeno in certi momenti.

Vogliamo fare gli europei, andare oltre le frontiere quando ancora dobbiamo imparare ad essere italiani?! Poveri noi!

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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