Contrastare il coronavirus: utilizzare plasma di pazienti guariti dal virus, per aiutare malati gravi

Il plasma prelevato dai pazienti guariti dal coronavirus contiene alte concentrazioni di anticorpi in grado di distruggere il virus

L’Aifa deve ancora dare la sua approvazione per la sperimentazione scientifica del Tolicizumab, il farmaco anti-artrite che all’ospedale Cotugno di Napoli ha avuto effetti positivi sulla polmonite indotta da coronavirus, permettendo a nove pazienti su undici – trattati – di mostrare evidenti segni di ripresa.

Oltre al farmaco anti-artrite, però, un’altra strada che i centri regionali – fra cui l’Asst di Mantova, con capofila il Policlinico San Matteo di Pavia – vogliono intraprendere per contrastare la pandemia è l’uso del plasma di pazienti guariti dal virus, quindi con alti livelli di anticorpi, per aiutare i malati gravi. Una terapia già impiegata ad esempio per Sars ed Ebola.

Il plasma prelevato, infatti, contiene elevate concentrazioni di anticorpi in grado di distruggere il virus. Il progetto è già in fase avanzata, però per queste infusioni di plasma ai malati, si deve attendere il via libera dell’Istituto Superiore di Sanità. Proprio come si legge in una nota dell’Asst: “Regione Lombardia si sta adoperando per ridurre i tempi di approvazione finale del protocollo”.

E Massimo Franchini – direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del Carlo Poma, ha ricordato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ammette l’utilizzo del plasma da pazienti guariti per la cura dei malati. Non resta davvero che attendere il nulla osta conclusivo per passare al trattamento dei primi casi.

Beatrice Spreafico

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