L’inesorabile accettazione che tutto, nella vita, è relativo. Unito certo alla personale analisi di quella skandinavisk kultur così nettamente agli antipodi rispetto a quella mediterranea per quanto concerne determinate abitudini e tradizioni.
Tale sovracitata formulazione mentale mi ha concesso, durante la settimana passata a Copenhagen, di comprendere meglio le molteplici motivazioni per le quali la popolazione della capitale danese, così come nel resto della nazione, sceglie decisamente la bicicletta come mezzo di locomozione preferito.
Tutto è relativo difatti. Se è vero che appare poco attuabile il poter progettare una seria pista dedicata alle due ruote in città come ad esempio Napoli oppure Genova per questioni legate alla particolare conformazione del centro abitato credo che per quanto concerne la città di Milano (ne desumo che la situazione si possa estendere anche le altre grandi metropoli italiane che non presentano dislivelli notevoli o centri storici composti da strettissimi vicoli) se ragioniamo sul terminepista ciclabile ci sentiamo quasi in imbarazzo …
Questo accade a causa della scarsissima estensione di quest’ultima che porta all’inesorabile, non propriamente degna di una città civile, invasione che il popolo delle due ruote ecologiche si trova a mettere in atto quotidianamente sulla parte del suolo destinata ai pedoni. Provate allora a chiudere gli occhi, cari lettori ciclisti e non de La Voce, ed immaginatevi l’intero perimetro della vostra città solcato in lungo e in largo da piste ciclabili ben mantenute e fornite di ottima segnaletica dedicata. Nella città della Sirenetta di Andersen il sogno si tramuta in realtà. In media, ogni dì, il 55% dei cittadini sgancia il lucchetto, salta in sella e parte pedalando con il vento fra i capelli. Ciò avviene sia con gli umidi 30° gradi registrabili ad agosto così come durante i rigidi e nevosi mesi invernali. Semplicemente ci si adatta con del vestiario appropriato ed equipaggiamenti tecnici. Le svolte agli incroci avvengono compostamente, le soste e le ripartenze sono celeri ed inoltre i pratici semafori sono dotati di avviso acustico per evitare eventuali collisioni con i pedoni portatori di handicap. Le automobili rispettano rigidamente l’obbligo di precedenza nel momento in cui si trovano a incrociare la pista ciclabile. Il traffico sulla ciclabile è regolare, fluido, verrebbe da dire professionale: il ciclista che intende sostare a lato della pista solleva la mano con il palmo aperto per segnalare l’imminente fermata; questa gestualità si protrae ovviamente anche nel momento della svolta da un lato all’altro della carreggiata. Quasi tutte le biciclette usufruiscono di piccoli luci al led sia anteriori che posteriori per avvisare gli altri della propria presenza. Inoltre non ho visto una persona, dicesi una, circolare sul marciapiede in bicicletta. Nel momento in cui vi si accede, infatti, si è soliti accompagnare a piedi la propria “compagna a due ruote”. Nei parchi pubblici ciò resta a discrezione dell’utilizzatore finale; ma mai ho assistito a scene di cyclo-bullism. Resta sempre viva la comprensione di trovarsi in uno spazio aperto, non munito di pista ciclabile e con dei rischi a discapito anche della propria sicurezza.
La citta’ scandinava è inoltre attrezzata ovunque di parcheggi dedicati alle due ruote. Non è stato occasionale imbattersi in biciclette di un certo valore letteralmente appoggiate al muro delle abitazioni e magari anche sguarnite di catena. Nessuno tocca e ruba nulla a nessuno. Ci si fida a priori del prossimo. Un’altra di quelle abitudini su cui, noi italiani, dovremmo riflettere forse più attentamente. L’utilizzo della bike, inoltre, mi è parsa essere vissuta come una gioia, una sfida, senza frustrazione alcuna. Si è consci di viaggiare su aree sicure per sè e per i propri ragazzi e non è certo cosa rara osservare interi nuclei familiari sgambettare con il caschetto in testa per le strade a qualsiasi ora della giornata.
Personalmente consiglio di noleggiare fin da subito una fiammante due ruote appena sbarcate nella bellissima città di Copenhagen. Avrete modo di visitare la città rapidamente, evitando estenuanti camminate e da una prospettiva decisamente cool.
Infine un avviso “spassionato”: evitate di cimentarvi come ha fatto il sottoscritto in improbabili staccate alla Vincenzo Nibali. I danesi, di entrambi i sessi, sono agguerriti ciclo-amatori e hanno davvero tante, tante calorie ed energie da spendere …
Davide Colombo
immagini: Davide Colombo