Politica

DL SICUREZZA. I SINDACI DI SINISTRA CONTRO SALVINI

Roma, 3 gennaio – E’ scontro aperto tra il Ministro dell’Interno e Vicepremier, Matteo Salvini ed alcuni sindaci che si sono espressi contro le disposizioni in materia di migranti contenute nel DL Sicurezza.

L’Articolo 13 della Legge 132, stabilisce infatti che il richiedente asilo in possesso di permesso di soggiorno, non potrà chiedere la residenza e men che meno potrà avere accesso ai servizi come, ad esempio, l’assistenza sanitaria o i Centri per l’impiego. Questi ultimi saranno garantiti solo nel luogo di domicilio, in mancanza di residenza. Ciò significa che per luogo di domicilio si potrà intendere anche un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio. La cosa riguarda anche i minori non accompagnati che, come è noto, sono tutti in possesso di permesso di soggiorno per motivi umanitari. Nella stessa condizione, gli stranieri con permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Il primo a dire ‘No’ è stato il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che ha dato disposizione ai suoi uffici di non applicare quanto contenuto nel DL circa i migranti. Con Orlando e contro Salvini, anche i sindaci di Napoli, Firenze e Parma, ovvero Luigi De Magistris, Dario Nardella e Federico Pizzarotti.

“La legge è stata approvata dal Parlamento e firmata da Mattarella, ne risponderanno personalmente, legalmente, civilmente, perché è una legge dello Stato che mette ordine e mette regole. Sono curioso di capire se (i sindaci ribelli ndr) rinunceranno anche ai poteri straordinari previsti dal decreto che tanti sindaci hanno apprezzato. Immagino che rinunciate anche a tutti i soldi che il decreto aggiunge per le vostre città”, ha tuonato Salvini.

Entrando nel dettaglio, per quanto riguarda il sindaco di Palermo, Orlando, questi non intendere applicare proprio le norme che non consentono la possibilità di prendere la residenza a chi è in possesso di un permesso di soggiorno. “Impartisco la disposizione di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”, ha affermato Orlando.

Le posizioni di Orlando sono sostenute dal Partito Democratico siciliano. Il Segretario, Davide Faraone, ha affermato: “Caro Salvini, non ti consentiremo di fare il tuo macabro spot, la tua squallida campagna elettorale sulla pelle degli immigrati. Il Pd Sicilia sta con il sindaco Leoluca Orlando. Palermo à una città culturalmente accogliente, non diventerà certo razzista per decreto”.

Salvini, rispondendo al Primo Cittadino del Capoluogo siciliano, ha dichiarato: “Sarò presto a Palermo per consegnare ai cittadini una villa vista mare confiscata a un mafioso. Spero che nel frattempo il sindaco trovi il tempo di occuparsi dei tanti problemi della sua città, invece di disobbedire alle leggi approvate dal Parlamento”. “Orlando, vuoi disobbedire? Disobbedisci, non vi mando l’esercito. Non farò mai azioni di forza, saranno gli elettori a giudicare l’operato dei sindaci”, ha aggiunto il titolare del Viminale.

Orlando ha poi rimarcato la sua posizione: “Non arretro, ho assunto una posizione che non è né di protesta, né di disubbidienza”, ha affermato aggiungendo: “Il decreto manifesta il suo volto disumano e criminogeno perché rende coloro che hanno un regolare permesso di soggiorno ad essere dall’oggi al domani senza diritti. Tutto questo è in palese violazione dei diritti costituzionali”.

Il Sindaco di Parma, Pizzarotti ha affermato: “Dal punto di vista politico sono assolutamente d’accordo che si debba affrontare il problema, visto che il decreto sicurezza lascia aperto un vulnus rispetto a stranieri e richiedenti asilo che non riescono a fare le cose più basilari. Dal punto di vista amministrativo non è chiaro come faccia Orlando a chiedere agli uffici di non applicare una legge. Detto questo, quello che pone Orlando è sicuramente un tema che va affrontato, anche come Anci, perché il problema determinato dal decreto sicurezza ricade su tutti”.

Duro anche il Primo Cittadino di Firenze, Nardella. “Firenze non si piegherà al ricatto contenuto” nel DL “che espelle migranti richiedenti asilo e senza rimpatriarli li getta in mezzo alle strade”, ha detto, aggiungendo: “Il fatto grave del decreto è che individua un problema ma non trova una soluzione. Ci rimboccheremo le maniche perché Firenze è città della legalità e dell’accoglienza, e quindi in modo legale troveremo una soluzione per questi migranti, fino a quando non sarà lo Stato in via definitiva a trovare quella più appropriata”. Nardella ritiene che l’Esecutivo “non sta facendo i rimpatri che aveva promesso di fare. Riteniamo che molti di questi migranti siano persone animate da buonissime intenzioni, che vogliono fare qualcosa di positivo per questo Paese e che magari potrebbero essere integrate in modo corretto”.

De Magistris, Sindaco di Napoli, ha fatto sapere: “Ho schierato la mia città dalla parte dei diritti. Noi applichiamo le leggi ordinarie solo se rispettano la Costituzione. E’ obbedienza alla Carta e non disobbedienza civile. L’iscrizione all’anagrafe è fondamentale, consente alle persone di avere diritti. Sono in ballo interessi primari della persona: l’assistenza, l’asilo. Ci muoviamo in questa direzione anche per il sistema Sprar, che è un’esperienza da tutelare mentre questo governo punta a riaprire centri affollati, depositi di persone che rischiano di trasformarsi in vere e proprie bombe umane”.

Salvini, stamane su Twitter è tornato sull’argomento: “Con il Pd caos e clandestini, con la Lega ordine e rispetto. Certi sindaci rimpiangono i bei tempi andati sull’immigrazione, ma anche per loro è finita la pacchia!”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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