DL SICUREZZA: NEL M5S C’È CHI DICE NO

Il Governo teme i "franchi tiratori" e pensa al voto di fiducia

Sinistri scricchiolii nel Movimento Cinque Stelle a causa del Decreto Legge Sicurezza che tra i pentastellati non è stato benevolmente accolto all’unanimità. Qualora alcuni senatori del M5s dovessero votare contro il DL Sicurezza, va da sé che le conseguenze non si ridurrebbero all’episodio ma, come dice un ben informato degli ambienti del Movimento, “uscirebbero allo scoperto tanti altri parlamentari che sulla sicurezza non si sono ancora palesati”. Non si può neanche escludere provvedimenti di espulsione dal Movimento per coloro i quali voteranno contro il DL.

La possibilità più che concreta di un “voto ribelle” al provvedimento tanto caro alla Lega, starebbe inducendo il Governo al voto di fiducia in Senato, cosa che neutralizzerebbe i “franchi tiratori” pronti a colpire dalle linee del M5s.

A palesarsi intanto, la senatrice Paola Nugnes ed il suo collega, Matteo Mantero, entrambi in quota M5s.

La Nugnes ha dichiarato: “E’ un provvedimento partito male e io voglio votare contro. E’ mancata una sintesi già in Consiglio dei Ministri”. Sull’eventualità di ricorrere al voto di fiducia, la Nugnes ha detto: “Valuterò, in quel caso probabilmente mi asterrò”. Per quanto riguarda invece la minaccia di espulsione dal Movimento, la Nugnes ha assicurato: “Non ho avuto minacce e non sono ricattata. Sono in perfetta asse con i miei valori e con i valori della Costituzione. Io sono portatrice della visione iniziale del Movimento e non condivido questa trasformazione alla quale stiamo assistendo”.

Praticamente identico il pensiero di Mantero: “Il Decreto Sicurezza? Io non lo voterò. Se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima; al momento sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia”. “Me ne assumo la responsabilità, come farà chi voterà a favore – ha aggiunto -. Siamo tutti compatti come una testuggine, bisogna vedere però in che direzione va: in questo momento ha ‘scarrocciato’ verso destra, bisognerebbe riportarla più al centro della strada”.

Il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, ha invitato i suoi al senso di unità, ridimensionando però l’entità della polemica, almeno ufficialmente: “Nulla di diverso da quello che succede sempre nel Movimento”, ha detto il Capo politico del M5s.

Sulla stessa linea, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte il quale ha aggiunto il richiamo alla responsabilità. Conte ha ammesso che il DL SIcurezza, “si espone a un dibattito in aula e quindi ci possono essere delle osservazioni critiche che sono benvenute, ma poi ci deve essere un momento di sintesi politica e tutti coloro che si riconoscono nella maggioranza devono assumere un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità”. “Questo significa – ha rimarcato il premier – che devono attenersi al Contratto di Governo. Quando un provvedimento si radica nelle previsioni del Contratto di Governo, bisogna assumere atti conseguenti”. Circa la possibilità che i dissidenti possano essere espulsi dal Movimento, Conte ha detto: “Non spetta a me valutarlo, non sono il leader M5s. Io, da responsabile del Governo, dico che sono legittime le osservazioni critiche ma poi arriva il momento di tirare le fila e concentrarsi sulla conversione del decreto”.

Tuttavia, secondo il capogruppo del M5s a Palazzo Madama, Stefano Patuanelli, ha affermato che “il gruppo parlamentare è coeso e sta lavorando a ritmi serrati per raggiungere in poco tempo risultati molto importanti per il Paese”. “Le polemiche di pochi non inficiano l’ottimo lavoro che tutti i singoli parlamentari stanno facendo a beneficio di tutti i cittadini. Il M5s è compatto”, ha sottolineato il capo dei senatori pentastellati.

In tutto questo, il leader della Lega, Matteo Salvini difende il provvedimento dal quale non ha alcuna intenzione di prescindere e men che meno, lasciare spazio a negoziati.

Come finirà?

Antonio Marino

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