Cronaca

Fase 2. Un pub sconfitto dagli assembramenti, costretto alla chiusura

Il Gasoline di Padova decide di chiudere dopo due giorni per evitare di incorrere in guai con la Legge. Lo sfogo dei titolari su Facebook

Il 18 maggio avrebbe dovuto segnare il momento della ripartenza per tutte quelle attività commerciali costrette alla chiusura a seguito del lockdown imposto dall’epidemia di coronavirus in Italia. Molti esercenti nel Paese, lunedì hanno rialzato le serrande dei loro negozi; c’è chi si appresta a farlo nei prossimi giorni. Ad accomunarli, la voglia di rifarsi del tempo perduto e di riconquistare, passo dopo passo, una normalità che non sarà certo quella di prima, incastrata da disposizioni non sempre comprensibili, non tutte condivisibili, ma pur sempre meglio del nulla che ha segnato oltre 70 giorni di vita degli italiani.

Tra le attività in fase di ripartenza, anche luoghi di aggregazione prevalentemente giovanile come i pub. Dovranno sottostare a norme piuttosto rigide per poter operare: prima tra tutte, quella del distanziamento sociale tra clienti e tra clienti e personale; l’ormai famoso metro. Uno degli principali effetti di questa norma, oltre a limitare il rischio di contagio da COVID-19, è quello di evitare gli assembramenti.

La vicenda che vi proponiamo è la triste storia di un pub con sede a Padova, il Gasoline, sconfitto proprio dagli assembramenti e dalle conseguenze che ne sarebbero potute derivare in termini di sanzioni. Dopo soli due giorni dalla riapertura, il locale ha deciso di chiudere nuovamente a seguito della folla che si veniva a creare all’esterno; una folla disordinata, impossibile da contenere nonostante i ripetuti inviti da parte del personale a rispettare il distanziamento sociale. Inviti sistematicamente ignorati che hanno indotto la proprietà del Gasoline alla comprensibilmente sofferta decisione di chiudere i battenti per evitare di incorrere in guai anche seri con la Legge.

Di seguito, il post integrale pubblicato ieri dai titolari sulla pagina Facebook del locale. Parole che dovrebbero indurre a qualche riflessione chi pensa di poter vivere fuori dalla legalità a discapito di coloro i quali, in un’attività imprenditoriale hanno investito cervello, cuore e denaro. Ma forse, a qualche ragazzino “esuberante”, tutto questo non è chiaro.

“Gettiamo la spugna!
Da oggi Gasoline Padova rimarrà chiuso.
Siamo stanchi!
Stanchi di vivere una situazione insostenibile da gestire.
Stanchi di dover cercare di essere costretti a mantenere un ordine, dove un ordine non c’è.
Stanchi di dover seguire regole inventate dalle varie task force, quando neanche loro sanno veramente con cosa abbiamo a che fare.
Ma poi, chi potrebbe?
Un qualche Dio?
Siamo stanchi di essere attaccati dal mondo “social”, un mondo finto pieno di “leoni da tastiera”, di tuttologi, di “politici del cavalcavia”, tutti paladini di Facebook.
Abbiamo sempre fatto tutto ciò che ci è stato comunicato, cercando di interpretare ogni nuova regola (sempre arrivata il giorno precedente).
Siamo sempre stati in contatto con le Autorità, consci di avere una numerosissima e variegata clientela.
Siamo stanchi di dover trovare una soluzione a tutto. Abbiamo più di venti dipendenti che chiedono aiuto, hanno un mutuo per la casa, un altro per la macchina, sono giovani studenti con un affitto da pagare, o magari con il loro stipendio danno da mangiare ad una famiglia intera in Africa.
Restare aperti con queste pressioni non ne vale la pena, si muore anche di ulcera, non solo di coronavirus.
Chiudiamo al pubblico per non perderci il fegato, o magari la licenza per colpa di qualche ragazzino/a che non ascolta nemmeno i suoi genitori.
Continueremo con consegne a domicilio e asporto, pronti a chiudere definitivamente se la situazione non cambia.
Siamo tutti bravi a parlare, tutti professori, virologi, benpensanti, invidiosi, poveretti risucchiati in un mondo “virtuale”.
Cosa volete dimostrare?
Con molteplici collaborazioni combattiamo perché si possa vivere in un quartiere migliore, sognando un mondo migliore e continueremo a farlo appena possibile.
Purtroppo nessuno è perfetto.
Farsi un bell’esame di coscienza farebbe bene a tutti.
Adesso lasciateci in pace.
Amen”.

La Voce

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Redazione La Voce

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