Storia

Ferdinando Magellano: nel 1520 il primo europeo a navigare nel Pacifico

Il marinaio portoghese cui sono dedicati pinguini, galassie e uno stretto

Nell’articolo su Amerigo Vespucci, il navigatore italiano che con luci ed ombre passò alla storia per aver dato il nome al continente americano, abbiamo visto come durante uno dei suoi viaggi egli arrivò molto vicino allo stretto che permette di passare dall’Oceano Atlantico a quello Pacifico; a dare il nome a questo angusto ma importantissimo passaggio sarà poi un famosissimo navigatore portoghese di cui ora faremo la conoscenza.

Ferdinando MagellanoFerdinando Magellano (in portoghese Fernão de Magalhães) nacque a Sobrosa (Portogallo) il 17 ottobre del 1840 da famiglia aristocratica; rimasto orfano all’età di dieci anni, divenne paggio di re Giovanni II. Dopo aver partecipato a varie spedizioni in India (1505), nelle Molucche (Indonesia) ed in Malesia (1510), partecipò ad una spedizione in Marocco, per poi fare rientro in Portogallo.

Venne qui in possesso di una carta sulla base della quale cominciò a convincersi dell’esistenza di un passaggio a sud del Rio de la Plata, che avrebbe permesso di giungere in Asia molto più rapidamente di quanto non fosse necessario circumnavigando l’Africa. Avanzata una proposta di spedizione al re del Portogallo Manuel, si vide opporre un netto rifiuto, per cui decise di rivolgersi alla corona spagnola.

Carlo V accettò di finanziare la proposta, dato che qualora Magellano avesse avuto ragione, sarebbe stato possibile raggiungere le Isole delle Spezie (le Molucche) in un tempo molto più breve di quello impiegato per percorrere le rotte in uso al tempo; il 20 settembre del 1519 una flotta di 5 navi con 234 uomini (170 spagnoli, 40 portoghesi, 20 italiani e 4 interpreti africani ed asiatici) salpò verso la propria destinazione; il 20 novembre del 1519 fu attraversato l’equatore, il 6 dicembre venne raggiunta la costa del Sud America e il 28 novembre del 1520 tre di queste navi (una era naufragata ed una si era ammutinata), attraversò lo stretto che prenderà il nome dal navigatore portoghese. La spedizione proseguì il proprio viaggio verso l’Asia giungendo nelle odierne Filippine.

Le cronache del viaggio di Magellano ci sono giunte grazie all’opera di un italiano che faceva parte dell’equipaggio, il vicentino Antonio Pigafetta. Sappiamo quindi che Magellano riuscì a convertire il re dell’isola di Cebu (Filippine), il quale riconobbe l’autorità del re di Spagna. La cosa non fu presa bene da una parte della popolazione locale, per cui scoppiò una rivolta che Magellano cercò di sedare con la forza, ma venne ucciso durante la battaglia di Mactan (un’isola poco distante da Cebu) il 27 aprile del 1521; il suo corpo non fu mai ritrovato.

L’unica nave superstite delle cinque che avevano preso parte alla spedizione, fece poi rientro in Spagna il 6 settembre del 1522, dopo aver compiuto la prima circumnavigazione della Terra, compiendo un tragitto di 69.000 chilometri: furono impiegati 2 anni, 11 mesi e 17 giorni. Gli uomini sopravvissuti all’impresa erano appena 36 dei 234 iniziali, dei quali solo 23 tornarono in Spagna e 13 furono presi prigionieri dai portoghesi a Capo Verde; la maggior parte morì di fame e di scorbuto. Per la cronaca, anche il nostro Pigafetta riuscì a tornare a casa.

Lo stretto che permette di passare dall’Atlantico al Pacifico è stato così battezzato in onore di Magellano, ma il nome dell’esploratore portoghese è legato anche ad altro. Difatti prendono il nome di Magellano anche i pinguini appartenenti ad una specie che fu avvistata durante la spedizione, così come due galassie sono state battezzate Nubi di Magellano, essendo stato lui il primo a notarle.

Magellano fu anche colui che battezzò “Terra del Fuoco” l’arcipelago che estende a sud est dello Stretto, dato che l’esploratore aveva avvistato dei fuochi che erano stati accesi dagli indigeni, per cui decise di chiamare quelle isole “Terra dei Fumi”, poi ribattezzate appunto Terra del Fuoco. Magellano decise anche il nome della Patagonia, che starebbe per “terra dei giganti”, essendo abitata da indigeni molto alti. Ed anche l’oceano che si apriva al di là dello stretto fu chiamato Pacifico proprio da Magellano, che lo battezzò con questo nome data l’assenza delle tempeste che caratterizzavano l’Atlantico.

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Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa

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