GLI ANNI 80 A MILANO

Tra Paninari e Metallari, le mode di un’epoca che ha fatto storia

Abbiamo scelto di proseguire questo viaggio indietro nel tempo che ci ha condotto a quegli anni dove tutto, a Milano, aveva una luce diversa e sicuramente migliore di quella dei giorni nostri. Lo abbiamo fatto dopo avervi proposto l’intervista esclusiva con Clizia Gurrado, l’autrice del libro divenuto il caso letterario degli Anni 80: “Sposerò Simon Le Bon”.

A connotare quel periodo, si era sviluppata una moda data non solo dall’abbigliamento ma dalle filosofie di vita diverse che contraddistinguevano i giovani di quei tempi e li facevano aggregare in gruppi che spesso si contrapponevano tra di loro: ecco quindi nascere i Paninari, i Punk, i Metallari, i Dark, i Rockabilly ed i cosiddetti China ovvero, i “cinesi”.

Gli osservatori più superficiali del periodo, sostengono che alla base delle contrapposizioni vi fosse l’ideologia politica diversa; questo è vero solo in parte poiché, almeno nei primi anni, la politica non rientrava molto negli interessi e nelle competenze dei ragazzi; l’antipatia era più che altro data dalle estrazioni sociali diverse. I Paninari infatti, erano i figli della borghesia medio alta e quindi, anche dotati delle potenzialità economiche che permettevano loro l’acquisto di capi d’abbigliamento dal valore ragguardevole: chi non ricorda addosso a loro i piumini Moncler o le scarpe Timberland? Di contro, gli altri giovani schierati in altri gruppi, erano generalmente di estrazione sociale meno borghese, più popolare e quindi, a differenza dei Paninari, con un portafogli un po’ meno sorridente. I corsi ed i ricorsi storici, si fecero vivi anche in quel momento e si rivisse ciò che la storia aveva sempre consegnato ai posteri: una certa supponenza di chi aveva, nei confronti di chi aveva meno.

L’acquisizione di una coscienza politica, sebben molto virgolettata, arrivò solo in un secondo momento; i Paninari cominciarono a proporsi come appartenenti ideologicamente alla Destra, nella misura in cui i China si collocarono a Sinistra; la grettezza prevalente nella loro preparazione politica sul piano teorico, sviluppò purtroppo una serie di episodi criminali come rapine, pestaggi e furti di capi d’abbigliamento, fenomeno quest’ultimo che vedeva vittime prevalenti i Paninari: spesso capitava di vederli in giro senza le
scarpe o senza i giubbotti che gli erano stati appena rubati.

I gruppi si divisero Milano ed i suoi locali in territori dove chi, appartenente ad un diverso schieramento, solo provava a transitare, passava guai seri. Piazza San Babila era. ad esempio, territorio esclusivo dei Paninari, così come Piazza Vetra era dominio di China, Metallari e di tutti gli altri. Si ricorderà come i Paninari non potessero contare su alleanze con altri gruppi, a differenza dei China che con Metallari, Punk, Dark e Rockabilly avevano un rapporto di buona convivenza, data anche dal comune detestare i Paninari.

I Paninari come i China si estinsero verso la fine degli 80, metaforicamente uccisi forse proprio da una deriva di pseudo-politica che, al pari delle loro mode, non lascerà nessuna traccia se non il ricordo di chi ha vissuto quei giorni da protagonista o da spettatore.

Oggi, per chi passa da Piazza Vetra o dalle Colonne di San Lorenzo è abbastanza semplice incontrare gli “eredi” dei Punk o dei Metallari. Personalmente, li guardo con una certa tristezza tipica dell’ultra quarantenne, e quindi di chi ha avuto l’opportunità di essere adolescente in quegli anni. Nel loro porsi, sono ormai del tutto anacronistici: almeno, rispetto a quelli di un tempo; riescono a strapparmi qualche compassionevole sorriso; li osservo e mi riecheggiano nella memoria le parole di una vecchia canzone di Enrico Ruggeri: “…sono stato Punk prima di te, sono stato più cattivo io… suonavo l’Heavy Metal quando tu, eri chiuso nell’asilo…”

Antonio Marino

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