Governo Salvini-Di Maio: tre giorni per ultimare la formazione del nuovo Esecutivo. Buona sintonia

I due leader assicurano "piena sintonia", dando già uno schema. Si parla di accordo su numerosi punti. Ma su chi siederà a Palazzo Chigi, ancora nulla di fatto. La decisione finale entro domenica

Dopo il via libera di Berlusconi per un accordo di governo Lega-M5S, i due leader di partito – Salvini e Di Maio –  si sono messi all’opera: poco tempo per formare il governo (solo tre giorni) e ancora tanto lavoro da fare. Salvini e Di Maio hanno iniziato a trattare: sul contratto di governo i due partiti hanno assicurato “piena sintonia”, dando già uno schema. Numerosi punti di accordo tra cui aiuti per i contribuenti in difficoltà, studio sui minibot, flat tax, riduzione costi della politica, lotta alla corruzione, contrasto all’immigrazione clandestina e legittima difesa.

Meno accordo sul chi siederà a Palazzo Chigi: i due leader hanno analizzato varie opzioni ma alla fine, quella che sembra aver prevalso, è un nome terzo. Possibilità al quale il M5s guarda con maggiore decisione di Salvini, ma che anche fonti leghiste non escludono. Su chi, sono risultati molto più in sintonia: hanno parlato la di una personalità di alto rango, non parlamentare, e, preferibilmente non tecnica, anche se su quest’ultimo punto di dipenderà anche dal livello di esperienza politica di una eventuale figura esterna. Escluso, dunque, Giancarlo Giorgetti. Domenica Salvini e Di Maio, dovranno comunicare al Quirinale la loro decisione, mentre lunedì l’incarico secco.

Entro la settimana il giuramento dei ministri. Per l’appunto, i due partiti potrebbero indicare informalmente al Colle i ministri a Tesoro, Sviluppo Economico, Esteri, Interno e Welfare. La squadra però – hanno precisato i due leader- dovrà essere sarà snella, tra i 15 e i 20 ministri. Salvini e Di Maio hanno valutato anche l’ipotesi di entrare nel governo magari ricoprendo una carica in uno dei ministeri e la carica di vicepremier: il leader pentastellato potrebbe andare alla Farnesina e quello del Carroccio all’Interno. Per il momento i due partiti sembrano essere sulla buona strada per giungere ad una decisione finale che rispetti i tempi, questa volta, anche se nella trattativa per la premiership, Berlusconi potrebbe essere un ostacolo non indifferente.

Perché anche se ha dato l’ok a Lega e M5S di unirsi per formare un governo, non è detto che Forza Italia voti contro l’esecutivo. Dipenderà, come per Fratelli d’Italia, anche da chi siederà a Palazzo Chigi. Certo è che in Senato, M5s-Lega arrivano a quota 167: buona ma non assolutamente sicura e dunque numero soggetto ad un eventuale futuro sostegno di FI. Il voto contrario del partito al nuovo governo, potrebbe essere dunque, una strategia: Forza Italia attende di sapere il programma prima di decidere come muoversi.

Beatrice Spreafico

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