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Health – Scopriamo insieme tutto sulla grande arte di Morfeo, il Sonno

Dormire poco o dormire troppo potrebbero essere entrambi fatali

Cari amici lettori, oggi – in Health Post – voglio parlarvi del mezzo con cui il nostro organismo si “ricarica” a livello fisico e mentale: IL SONNO.

Si definisce sonno: lo stato periodico di riposo dell’organismo, caratterizzato dalla sospensione dell’attività motoria, di quella psichica superiore (coscienza e volontà) e dall’interruzione conseguente del rapporto del soggetto con l’ambiente; si autolimita nel tempo ed è prontamente reversibile. Attraverso la registrazione delle onde cerebrali, del battito cardiaco, del ritmo respiratorio, del tono muscolare e di vari altri parametri è possibile seguire il cammino del sonno; esso si divide in: Fase NON REM e fase REM.

La prima fase può essere suddivisa in quattro stadi che segnano la progressiva discesa nel sonno profondo, caratterizzato da un abbassamento della temperatura corporea, un rallentamento del battito cardiaco e del respiro ed il rilassamento della struttura muscolare. Lo stadio 4 è un sonno profondamente ristoratore ed è in questa fase che il cervello libera gli ormoni della crescita. In questo arco di tempo è molto difficile svegliare una persona: è il momento, infatti, in cui i collegamenti nervosi con l’esterno sono ridotti al minimo.

Il sonno REM, è un acronimo che sta per Rapid Eye Moviment (movimenti rapidi degli occhi). Ogni notte si susseguono più periodi di sonno REM, di cui il primo non dura più di 10-15 minuti. In questa fase la temperatura continua ad abbassarsi e, per quanto riguarda le onde cerebrali rilevate si nota che le onde lente, hanno lasciato il posto alle più “agitate. I battiti cardiaci sono irregolari: il cuore alterna bradicardia (battiti più lenti) a tachicardia (battiti sempre più veloci). Gli occhi cominciano a muoversi velocemente e il respiro diventa più rapido e irregolare. Tutti i muscoli volontari sono immobilizzati mentre l’attività del cervello aumenta vertiginosamente… E’ PROPRIO QUI CHE PRENDONO VITA I SOGNI.

Nel corso dell’intera nottata si ha un’alternanza di sonno NON REM e REM (4-5 cicli in media), anche se, la fase di sonno profondo (stadio 4 della fase NON REM) intervieviene nella prima ora dopo l’addormentamento e non si ripeterà più nella notte con uguale intensità.

Durante ogni fase REM (per quattro o cinque periodi, che sommati insieme durano circa 80-90 minuti), la muscolatura è totalmente paralizzata, non possiamo muoverci e perdiamo completamente il comando dei nostri muscoli: una situazione allucinante e traumatica se fosse vissuta quando si è svegli. Questa paralisi è verosimilmente destinata a difendere l’individuo dai movimenti inconsulti provocati dal sonno; esistono, infatti, persone che non hanno questa “difesa” e gridano, si agitano, al punto di cadere dal letto.

Passiamo 1/3 della nostra vita dormendo, ma, che significato ha esattamente il sonno? E, soprattutto, cosa succede nel caso noi ne entriamo in deficiti?

La psicoanalisi ha scoperto l’importanza di questo processo nella vita dell’uomo e lo studia per conoscere i meccanismi inconsci che condizionano i suoi sentimenti, emozioni, pensieri e comportamenti coscienti.

Riassumendo possiamo distinguere quattro teorie sul significato del Sonno:

Teoria del Recupero

Il Sonno avrebbe la funzione di ristorare l’organismo. In particolare il Sonno avrebbe una funzione di recupero sull’organismo durante le fasi NREM e di recupero (svolgendo un ruolo di riprogrammazione genetica dei comportamenti innati) e fissazione della memoria (facilitando l’incorporazione di nuovi comportamenti appresi in veglia) durante le fasi REM.

Teoria della conservazione dell’energia

Questa teoria si fonda sull’osservazione che durante il Sonno si assiste ad una riduzione dell’attività metabolica del 10% e della temperatura del corpo. Questo dato ha poco valore nell’uomo ma assume grande significato dal punto di vista evolutivo; gli animali poichilotermici come i rettili, i mammiferi e gli uccelli hanno bisogno di un notevole dispendio di energia per mantenere costante la temperatura interna. Per questo motivo la riduzione di temperatura che si verifica soprattutto durante le prime fasi del Sonno avrebbe il significato di preservare energia. Questo processo è lo stesso che permette a molti animali di iniziare il processo di letargo.

Teoria dell’apprendimento

Secondo questa teoria il Sonno e soprattutto il Sonno REM avrebbe un ruolo determinante per la maturazione del sistema nervoso centrale, infatti durante la fase REM si assiste ad un incremento dell’attività cerebrale. In studi sperimentali uomini sottoposti a sessioni intensive di apprendimento presentavano un aumento significativo del Sonno REM, espressione del processo di fissazione dei dati appresi nella memoria a lungo termine. I neonati presentano una percentuale maggiore di Sonno REM rispetto agli adulti ed agli anziani parallelamente alla maggiore capacità di apprendere

Teoria evolutiva

ll Sonno secondo la teoria evoluiva si sarebbe sviluppato in relazione al concetto di rapporto “preda / predatori” ovvero in relazione alle influenze dell’ambiente. Durante il Sonno le prede attraggono meno l’attenzione dei predatori ma dall’altra parte sono anche più vulnerabili in quanto meno sensibili agli stimoli. Ad esempio gli erbivori dormono per periodi brevi in modo da avere tempo di procacciarsi il cibo e vigilare contro i predatori. Gli animali carnivori essendo meno in pericolo e procacciandosi più velocemente il cibo possono dormire più a lungo. Basti pensare che l’animale che presenta la quantità di sonno REM maggiore (circa 200 minuti) è proprio l’animale meno a rischio ambientale: il gatto domestico.

Capiamo ora meglio che succede al nostro corpo quando andiamo in  deficit di sonno:

Quando non si dorme per una notte

– La pelle soffre. Se non abbiamo dormito abbastanza la nostra pelle chiederà vendetta. Avremo un aspetto cinereo e occhiaie scure e profonde;

– Si corre il rischio di prendere decisioni sbagliate. La corteccia prefrontale, la parte del cervello che controlla la logica, si arresta, quindi è molto più facile commettere degli errori;

– Maggiore sensibilità al dolore. L’ insonnia esaurisce le nostre riserve di serotonina; ciò comporta una maggiore sensibilità al dolore;

– Si diventa molto irritabili. La stanchezza può portarci ad uno stato di irritabilità e ansia crescenti.

Se non si riesce a dormire per un paio di notti di seguito

– E’ difficile riuscire a concentrarsi. Dopo un paio di notti insonni la nostra capacità di concentrazione risulta gravemente compromessa, anche portare a termine semplici compiti può sembrare un’impresa ardua;

– Si aumenta il rischio di ammalarsi di diabete. Perdere ore di sonno per diversi giorni riduce la capacità di mantenere in equilibrio i livelli di zucchero nel sangue;

La mancanza di sonno a lungo termine porta

– Obesità. Poco sonno innesca cambiamenti metabolici che ci portano ad immagazzinare il grasso più facilmente;

– Malattie cardiovascolari. Senza riposo, il muscolo cardiaco è oberato di lavoro; ciò può causare innalzamento della pressione arteriosa o un ispessimento del muscolo cardiaco stesso;

– Disturbi psicologici. Poco sonno può causare sbalzi di umore ed è collegato con l’insorgere della depressione;

– Ridotto funzionamento del sistema immunitario. Il sistema immunitario può smettere di funzionare nel modo più efficace, questo può portare alla comparsa di malattie più o meno gravi (compreso cancro al seno e infarto per le donne).

Oltre a questi disturbi, nel caso passassimo una notte insonne, il nostro cervello continuerebbe a dormire da sveglio. Non lasciatevi ingannare dagli occhi aperti: quando si dorme poco, infatti, i neuroni di alcune aree cerebrali continuano a dormire sonni profondi, rallentando i movimenti e danneggiando le capacità cognitive. Lo hanno scoperto alcuni ricercatori dell’ University of Wisconsin-Madison, in Usa.

Ma quanto bisogna dormire? Qui la faccenda diventa complessa, perchè è sbagliato sia dormire poco che dormire troppo; entrambi potrebbero essere fatali. Capiamo bene di cosa si tratta. Dormire è necessario alla salute e se prima pensavano che la regola su quante ore dormire la notte fosse soggettiva, oggi i ricercatori parlano chiaro: alla domanda su quante ore dormire per stare bene rispondono infatti con un range che va dalle sei alle otto ore in media. Meno di così non solo si rischia di invecchiare precocemente, ma anche di morire precocemente.

Secondo uno studio condotto in modo coordinato da un team di scienziati della University of Warwick in Inghilterra e dalla facoltà di medicina dell’università di Napoli in Italia, chi abitualmente dorme meno di sei ore a notte ha il 12 per cento di probabilità di non superare i 65 anni. Chi dorme intorno alle nove ore al giorno rischia addirittura per il trenta per cento. Regolarsi su quante ore dormire è insomma importante e per la prima volta uno studio ribadisce che dormire molto non fa bene affatto. 

Riposare nel modo corretto è quindi fondamentale non solo per la nostra lucidità mentale, ma anche per la nostra soppravvivenza stessa, prendiamoci, quindi, le giuste pause per far riposare il nostro organismo; lasciando che il caro Morfeo ci sfiori coi sui dolci papaveri che faranno da tramite tra noi ed il mondo dei sogni… dove ogni cosa può essere.

Benedetto sia chi inventò il sonno, cappa che copre tutti gli umani pensieri, cibo che toglie la fame, acqua che estingue la sete, fuoco per cui fugge il freddo, freddo che tempra l’ardore, moneta generale con cui tutto si compra, bilancia e peso che rende eguale il re al pastore e il saggio allo zotico. (cit. Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia)

Nadir Davide Mennuni 

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