Storia

I GIORNI DELL’IRA. Gli Anni di Piombo

I primordi ed il contesto storico

Apriamo con oggi, il racconto a puntate di un periodo storico che andò a sconvolgere i pilastri della democrazia italiana tra gli Anni ’70 e gli Anni ’80 del secolo scorso. Un periodo che ebbe inizio con manifestazioni di piazza che nel tempo, degenerarono nella lotta armata, insanguinando le strade del Paese con azioni terroristiche.

Parleremo degli Anni di Piombo. L’obiettivo è quello di raccontare questo oscuro periodo della Repubblica per portarlo a conoscenza di chi, per ragioni anagrafiche non l’ha vissuto o ne ha solo sommariamente sentito parlare. Parimenti, per ricordarlo a coloro i quali ben lo ricordano, per non dimenticare e se possibile, adoperarsi per non rivivere mai più nulla di simile.

Cominciamo col dire che la definizione ‘Anni di Piombo’ è mutuata dall’omonimo film della regista Margarethe von Trotta, che nel 1981, raccontò gli analoghi momenti vissuti nell’allora Germania Ovest.

Quando ebbero inizio gli Anni di Piombo è abbastanza difficile dirlo; non esiste infatti una data precisa che può essere intesa come momento di partenza. E’ un periodo che può trovare la sua contestualizzazione storica, tra la fine degli Anni ’60 e l’inizio degli Anni ’80. Molti ritengono che la contestazione del Sessantotto, possa rappresentare in qualche modo il momento di avvio del periodo; altri pensano che questo sia dato con la strage della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, nel dicembre del 1969.

battaglia di valle giuliaPrendendo in esame la prima teoria, che li vuole paralleli alla contestazione sessantottina, la storia ci riporta al primo violento scontro di piazza che ebbe luogo a Roma, il 1° marzo 1968 . Lo si ricorda come la ‘Battaglia di Valle Giulia’.

Secondo molti, la prima vittima degli Anni di Piombo fu un agente di Polizia, Antonio Annarumma, caduto in servizio durante una manifestazione a Milano, il 19 novembre 1969. Poche settimane dopo, sempre a Milano, mani ignote collocarono un ordigno che causò la strage della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in Piazza Fontana. Era il 12 dicembre 1969. Con la strage di Piazza Fontana, gli storici aprono il cosiddetto periodo della ‘strategia della tensione’.

E’ opinione diffusa che questi momenti e le azioni che li connotarono, siano riconducibili ai fermenti che allora albergavano nelle realtà studentesche e negli ambienti extraparlamentari di sinistra. Per citarne solo due, ‘Lotta Continua’ ed il ‘Movimento Studentesco’. Molti ritengono trattarsi di azioni di autentico terrorismo di sinistra riconducibili ad organizzazioni quali ‘Prima Linea’ o ‘Brigate Rosse’.

Certo è che in quel periodo, non era solo la sinistra a condividere l’idea di azioni cruente; anche l’estrema destra si era organizzata in quella che definivano ‘spontaneismo armato’ e le cui massime espressioni sono riconducibili ad organizzazioni quali NAR, Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale e Terza Posizione. La loro peculiarità, era quella di contrapporsi, come ovvio, alle organizzazioni riconducibili all’estrema Sinistra, pur adottando la stessa durezza nel far valere le proprie opinioni.

Questa netta divisione tra Destra e Sinistra, aprì una vera e propria spaccatura nelle idee degli italiani, degli storici e dei commentatori. Se da una parte, c’è chi sostiene che il terrorismo fosse una prerogativa della Sinistra, dall’altra c’è chi afferma che questo fosse espressione della Destra.

Ritengo in merito, del tutto condivisibile il pensiero di due commentatori francesi, Marc Lazar e Marie-Anne Matard-Bonucci: “una guerra civile a bassa intensità”.

Nella prossima puntata andremo ad analizzare più da vicino le stragi, l’omicidio Pasolini nella sua collocazione negli Anni di Piombo ed agevoleremo un percorso sugli accadimenti storici, politici ed economici di questa pagina nera della nostra democrazia.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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