Ambiente

Il clima spaventa 3 cittadini su 4

Rispetto allo scorso anno c’è stato in Italia un incremento del +75% degli eventi estremi

Ben 3 italiani su 4 (75%) ritengono che la situazione ambientale nel mondo sia grave o gravissima. E’ quanto emerge dalla prima indagine Coldiretti/Ixè “La svolta green degli italiani” nel 2019 presentato al Forum internazionale dell’agricoltura a Cernobbio dove è stato aperto il primo “Salone dell’Economia Circolare” con le dimostrazioni pratiche delle esperienze più innovative delle imprese legate al Green New Deal della manovra economica del Governo con gli interventi salva clima.

Solo l’1% degli italiani ritiene che la situazione sia poco grave. I cambiamenti climatici sono al primo posto fra i problemi per i quali è necessario intervenire con maggiore urgenza, seguiti dalla crescita della quantità dei rifiuti di plastica, dall’inquinamento dell’aria, dei mari e dei fiumi. I cambiamenti climatici causano poi eventi estremi che sempre più spesso si verificano da nord a sud della Penisola con nubifragi, tornado, grandinate, tempeste di vento provocando danni a coltivazioni e strutture e purtroppo anche vittime fra la popolazione.

Nei primi nove mesi del 2019 – spiega Coldiretti– ci sono stati 1336 eventi estremi, due volte e mezzo più di quelli della Francia e oltre sette volte in più rispetto a Spagna e Regno Unito. Rispetto allo scorso anno c’è stato in Italia un incremento del +75% degli eventi estremi. Una situazione che tocca direttamente la vita delle persone tanto che – sottolinea la Coldiretti – quasi 1 italiano su 2 (48%) discute spesso o molto spesso di ambiente e cambiamenti climatici e solo il 19% ne parla raramente o quasi mai.

Fra gli interventi considerati più urgenti per limitare i problemi ambientali ci sono la raccolta differenziata (52%) e la depurazione dei corsi d’acqua e delle falde (37%) in un paese come l’Italia messa in procedura di infrazione da parte della UE proprio perché – ricorda la Coldiretti – 237 centri urbani in 13 regioni non dispongono di adeguati sistemi di raccolta e trattamento delle acque di scarico urbane.

Sul capitolo acque reflue l’Italia – evidenzia la Coldiretti – sta subendo anche altre procedure di infrazione e una di queste ha già portato la Corte Ue a condannare il nostro Paese a pagare una multa di 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre di ritardo nella messa a norma di oltre settanta centri urbani o aree sprovvisti di reti fognarie e adeguati depuratori. Mentre se si cerca un “colpevole” per l’inquinamento a livello internazionale – sottolinea l’indagine Coldiretti/Ixè – la Cina e gli Stati Uniti sono considerati rispettivamente al primo e al secondo posto con il 66% e con il 54% delle risposte.

Rispetto ai singoli comparti produttivi emerge che a livello italiani quello industriale è ritenuto il principale responsabile dei problemi ambientali con il 76% dei giudizi, seguito dai trasporti con il 43% e dal settore energetico con il 23%, mentre l’agricoltura prende solo il 14% dei giudizi negativi. Al contrario per oltre 8 italiani su 10 (88%) l’agricoltura è una risorsa per l’ambiente.

Fra gli agricoltori più del 65% pensa che il tema cambiamenti climatici sia trattato troppo poco nel dibattito pubblico – spiega un focus dell’indagine Coldiretti/Ixè –  mentre una fetta ancora più alta (66%) ritiene che debba essere una priorità della politica considerato che l’81,4% degli agricoltori ha dovuto affrontare tempeste, frane e inondazioni, il 64,5% si è trovato a gestire periodi siccitosi e il 58% combatte contro insetti e parassiti che prima non c’erano.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, con 14 miliardi di euro di danni negli ultimi dieci anni, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli e non è un caso se al nostro villaggio contadino a Bologna il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia proposto proprio alla Coldiretti un patto per un Green new deal” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici si abbattono su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. L’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne che – conclude Prandini – serve dunque creare le condizioni affinché si contrasti la scomparsa delle campagne anche attraverso la nuova legge sul consumo di suolo”.

 I PRINCIPALI COLPEVOLI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

CINA 66%
STATI UNITI 54%
EUROPA 17%
INDIA 14%
PAESI ARABI 7%
RUSSIA 7%
SUD AMERICA 6%
AFRICA 2%
NON SA 5%

La Voce

Fonte: Coldiretti/Ixè

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Redazione La Voce

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