La "Sophia"

Il fulmine che mi portò via la televisione

Il temporale una forza equilibratrice indispensabile per la vita

Comincio subito.  Nei primi anni di vita in cui vivevo in città non mi ero mai relazionata con il temporale, le case erano tutte sicure e quando c’era il temporale sembrava quasi che non esistesse. All’età di dieci anni mi sono trasferita in piena natura e lì per la prima volta ho conosciuto il temporale.
Nuove regole entrarono nella mia vita: non dovevo mai utilizzare l’ombrello o fare la doccia durante un temporale, appena cominciò il rumore dei tuoni mia madre mi ordinò di spegnere i cavi del telefono e della televisione. Un giorno ci dimenticammo di spegnere la televisione e un fulmine fulminò tutto quanto e per alcuni anni non avevamo più la televisione. Nessuno la aggiustò perché in realtà a nessuno interessava così tanto guardarla. Eravamo sempre tutti impegnati a stare fuori in natura e anche quando c’era la accendevamo poco. Il fulmine ci aveva portato via una cosa che in realtà a nessuno serviva veramente e la mia vita senza televisione migliorò semplicemente.

Penso tutt’oggi che gran parte del mio legame con la natura si sia instaurato anche grazie a quel fulmine che è intervenuto e che mi ha tolto una cosa che sarebbe solo stata di inutile intralcio. Da piccola non mi era ancora chiaro quale fosse l’utilità della televisione ma più avanti compresi che serviva semplicemente per immettere informazioni sbagliate dentro le menti delle persone e tenerle così schiave in un mondo che tutti lascerebbero immediatamente se ne fossero consapevoli veramente.

Mia madre mi spiegò che se proprio avessimo avuto tanta paura l’unico posto sicuro durante un temporale sarebbe stato la macchina perché aveva le gomme. Questa indicazione la sperimentai più tardi toccando un filo in cui scorreva la corrente con gli stivali di gomma notando di non aver preso alcuna scossa.
Riguardo al temporale capì la serietà della cosa quando un giorno durante un temporale un fulmine entrò qualche centimetro accanto a me dentro la terra, sentivo la terra tremare sotto i miei piedi e subito dopo un altro fulmine spaccò un pezzo di pietra davanti alla casa in cui vivevo. Quel pezzo di pietra non fu mai aggiustato da nessuno e rimase così per anni, l’energia del fulmine rimase consacrato dentro la pietra da quel giorno.

Da quel momento cominciai a rispettare le reazioni della natura, cercavo di entrare maggiormente in sintonia con essa e comprendere l’utilità del temporale. Il temporale da quel giorno diventò per me un momento in cui bisognava lasciare lo spazio solo alla natura e lasciare che essa possa svolgere il suo lavoro.

Oggi vivo nuovamente in città e quando c’è il temporale tendo ancora a non utilizzare l‘ombrello e a non accendere l’acqua. Una persona mi illuminò che in città in ogni caso i palazzi sono più alti e molte case sono in possesso del parafulmine e che quindi non ci sia alcun pericolo.

Ho allora riflettuto sul perché continuo a portare avanti un’abitudine del genere. Perché l’ho fatto per anni? Non è questo l’unico motivo per cui ogni volta quando mi lavo le mani durante un temporale sento che non posso.

Il temporale è un momento di massima sacralità.
Se osservate il prossimo temporale non semplicemente con i vostri occhi ma con il vostro mondo prezioso che avete dentro, vi renderete conto come in quel momento vi sentite incompetenti.

Esattamente come quando uno scienziato vi spiega un fatto quotidiano con il suo linguaggio o quando qualsiasi altra persona competente in un campo che non è il vostro vi spiega qualcosa.

Durante il temporale è la natura a parlare e ogni volta quando c’è un temporale guardo e penso: come fa a farlo? E soprattutto nessuno in quel momento ama stare fuori, anche gli animali si ritirano sotto gli alberi, ogni essere lascia spazio alla grande madre che si prende cura dei suoi figli.

In quel momento la natura parla con un linguaggio tutto suo, attraverso il temporale riporta equilibrio e pulisce il pianeta da tutti i nostri disequilibri che causiamo con il nostro stile di vita.

La pietra di cui vi ho parlato sopra è con me ancora oggi e ogni volta che la tocco mi ricarica energeticamente. Ha inoltre una grande funzione di protezione, una protezione che non siamo soliti conoscere in quanto il temporale agisce come vera e propria protezione per la terra e per tutti i suoi esseri.

Ancora oggi quindi quando c’è il temporale sento di non utilizzare l’acqua perché attraverso quel gesto ricordo il rispetto che quel giorno quel fulmine al mio fianco mi ha insegnato, attraverso quel gesto mi ricordo che devo semplicemente sedermi e lasciare che la natura si esprima attraverso le sue mille voci, suoni, musiche, colori, luci.

In quel momento nessuno meglio di lei saprebbe fare quello che lei fa attraverso un temporale.

Oggi il temporale è per me un momento speciale e quando c’è alzo gli occhi verso il cielo e sorrido, sorrido sotto la pioggia perché ho compreso il rispetto che esige.

Oggi il temporale è per me un momento in cui ho il massimo rispetto verso il creato e in cui ringrazio ogni volta di poter vivere questa esperienza speciale sulla terra.

Al prossimo temporale cercate di entrare più in sintonia con ciò che la natura fa in quel momento, cercate di sentire la sua voce assoluta che comunica a tutti gli esseri che lei è presente.

Sophia Molitor

In un articolo dell’anno scorso ho parlato del sale e ho approfondito l’aspetto benefico del temporale, cliccate qui per leggere l’articolo.

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