Intervista al Dott. Guido Norberto Delbono – chirurgo plastico

Da 106 Kg alla taglia 42... è possibile! Eccovi l'esperienza di chi ce l'ha fatta

Amiche ed Amici carissimi, non so voi, ma io sono davvero annoiata da riviste e siti web che ci “bombardano” con foto – spesso ritoccate! – di corpi perfetti a testimonianza dei prodigi ottenibili sperimentando alcuni trattamenti. A questo, si aggiungono le cosiddette “promozioni” che promettono di ottenere una bellezza statuaria in sole dieci sedute a prezzi meno che dimezzati o addirittura spalmando una crema “miracolosa”.

Anni or sono, affini offerte erano considerate propaganda truffaldina erogata da televendite d’infimo livello…

La bellezza è un indiscutibile grande dono di nascita, tuttavia la sua esaltazione a valore imprescindibile, da conseguirsi ad ogni costo, mi pare un messaggio esasperato e, per persone particolarmente influenzabili, altamente condizionante oltreché potenzialmente dannoso: non tutti siamo esteriormente ineccepibili, tuttavia non per questo privi di attraenza.

Complice la moda, credo che eleganza, portamento, grazia e personalità possano rendere gradevole l’aspetto di ogni persona e, soprattutto, penso che l’accettazione dei nostri limiti sia fondamentale ai fini del proprio equilibrio e della sicurezza di sé.

Ho avuto il grande piacere di riscontrare piena sintonia di pensiero, chiacchierando amabilmente con il caro Amico Dott. Guido Norberto Delbono – Chirurgo Plastico presso la prestigiosa Clinica Salus di Buenos Aires – che mi ha accordato la sua disponibilità a collaborare settimanalmente con la nostra rubrica per introdurci con la sua simpatia ed autoironia nel “mondo della bellezza”, riferendoci – in forma ovviamente anonima – di casi trattati e risultati ottenuti, prescindendo da illusioni e pubblicità ingannevole.

All’unisono, ribadiamo che l’accettazione e l’amore per se stessi oltre alla determinazione, costituiscono i prerequisiti essenziali per affrontare il percorso verso un migliore aspetto estetico, talvolta – come vedremo di seguito – persino inimmaginabile. E, non dimentichiamo, che anche l’umorismo è un potente coadiuvante.

Il caso di oggi riguarda la realizzazione del sogno di una Signora migrata da 106 Kg alla taglia 42!

Dal Dott. Guido Norberto Delbono:

“Nella vita di SALUS con 171 pazienti abbiamo avuto il piacere di avere con noi tipologie di pazienti molto differenti. Di tutte ne conserviamo il ricordo, tuttavia, qualcuna resta impressa per particolare affinità con lo stesso problema del Medico che la segue. Nel mio caso, ad esempio, questo si manifesta specialmente con le Signore che un po’ mi somigliano, ovvero quelle pazienti con problemi di linea, perché con loro condivido la stessa difficoltà… anch’io sono sovrappeso purtroppo!

La paziente di cui oggi vi riferisco, era decisa ad affrontare interventi estetici multipli pur di ridurre il suo corpo ad una taglia 42, tanto che, scesa dall’aereo, si presentò a me asserendo “voglio arrivare a una taglia quarantadue”. Caspita… pur essendo alta, la signora aveva una base di partenza di 106 chili!

Confidando nella determinazione mostrata dalla paziente, abbiamo deciso di affrontare la sfida, sicuramente non facile, e soprattutto non d’immediata realizzazione.

La Signora aveva un biglietto aereo “aperto” – quindi poteva fermarsi tutto il tempo che voleva – e decidemmo di fronteggiare la citata sfida stabilendo il programma necessario.

Iniziammo con il PRIMO INTERVENTO – in realtà un raggruppamento di più operazioni – cui, a distanza di dieci giorni seguì un periodo di dieta controllata dal dietologo, con il fine di calare di peso, ma ponendo la massima attenzione a non debilitare il fisico, data la programmazione a breve termine di due ulteriori interventi.

In aggiunta alla dieta, definimmo un programma fisico basato sulla CAMMINATA MEDIA ANDATURA, ovviamente compatibile con l’intervento effettuato ed in previsione dei due rimanenti.

Guardavo lei e vedevo me stesso… Personalmente non ho mai avuto la forza di volontà di questa donna e un sentimento di ammirazione cresceva in me.

Nel primo intervento raggruppammo seno, addominoplastica, lifting e blefaro e la prima liposcultura nel total body. Questi interventi sono stati scelti per primi perché definiscono la paziente; offrendole un’idea chiara del percorso. Nel caso specifico non avevamo solo il problema di eliminare un po’ di pelle, bensì il problema era l’eliminazione del tessuto grasso e ricollocazione dello stesso in quanto esistono dei limiti corrispondenti al 10 per cento circa del peso. Alla fine, con otto ore d’intervento, il primo procedimento chirurgico si realizzò senza alcuna criticità (faccio presente che possono sembrare tante otto ore di procedimento chirurgico, ma pur sempre si tratta di procedimenti chirurgici non dentro le cavità del corpo, quindi non invasivi come si può pensare a prima vista).

L’esito del procedimento fu ottimo anche visivamente ed in termini immediati: la borsa tipica dell’addome pendulo non esisteva più, il viso era molto simile alla foto della signora scattata ben dodici anni prima ed il seno ben alto. L’insieme di questi risultati determinò un serio contributo nel rendere sempre più forte la volontà della paziente di migliorare. Inoltre, la scelta di anteporre questi interventi, aveva anche lo scopo di aumentarne la carica motivazionale.

Il problema era che la paziente stava troppo bene! Lo so, sembra uno scherzo, ma il fatto di non sentire dolore nel post chirurgico – a parte un certo peso nella zona toracica – creava in lei la voglia di uscire a camminare, ma almeno per cinque giorni seguenti, doveva stare in casa con l’assistente che Salus mette a disposizione durante il giorno ed a richiesta anche la notte. La figura dell’assistente fu utilissima, soprattutto per garantire alla Signora la dovuta tranquillità.

Trascorsi i cinque giorni, grazie alle scrupolose visite del Prof. Pavani, effettuate quotidianamente presso il domicilio della paziente, trattenendosi con lei almeno due ore, abbiamo assistito ad un recupero tranquillo, tanto che insieme – il Prof. Pavani e la Paziente – potevano fare il giro dell’ isolato, seppure camminando lentamente.

Il secondo intervento era basato su schiena e lato b, quindi eseguimmo la liposcultura di tutta la schiena – togliendo i cosiddetti “rotolini” – e dei glutei, infine provvedemmo alla ridefinizione dei fianchi. L’ intervento fu più veloce del primo: durò sei ore. Le difficoltà del lifting glutei furono superate perché la Signora, pur essendo sovrappeso, aveva i glutei non cadenti: questo era dovuto soprattutto al fatto che camminava molto da quattro anni.

Dopo questo secondo procedimento, decidemmo di far passare un po’ di tempo. Peraltro, la paziente, aveva già previsto di trattenersi per un periodo di circa quattro mesi e, quindi, dopo venti giorni di riposo – sempre indossando la guaina – i primi risultati furono tangibili. Gli edemi della lipo spariscono mediamente intorno al venticinquesimo giorno.

Il terzo ed ultimo procedimento chirurgico era basato sul lifting interno cosce, lifting braccia ed una rifinitura di liposcultura, inclusiva del dorso delle mani poiché fondamentale per eliminare i segni del tempo dei quali purtroppo le mani sono uno specchio. Le ptosi delle braccia non elevatissime hanno permesso di compiere una cicatrice minima – posta sotto le ascelle, cosi come nelle gambe – grazie alle nuove tecniche – siamo riusciti a limitare le cicatrici alla zona inguinale, peraltro facilmente occultabili con gli indumenti intimi.

Il lifting braccia e il lifting gambe non sono interventi complicati, ma richiedono una particolare attenzione post operatoria perché la traspirazione non fa bene alle cicatrici.

Trascorsi altri venti giorni, i risultati diventarono decisamente evidenti, cominciarono a diminuire – quasi a sparire – gli edemi tipici della lipo, i lividi, sino ad intravvedere la forma definitiva.

La sinergia tra chirurgo – dietologo – movimento, si rivelò in tutta la sua preziosità, tanto che, avvicinandosi il giorno della partenza, la paziente volle che fossi presente alla famosa prova dei jeans taglia quarantadue.

Con piacere l’accompagnai al centro commerciale – negozio di LEWIS – e non dimenticherò mai gli occhi lucidi e la contentezza di questa Signora per essere riuscita a realizzare il suo sogno. Sogno che io non ho mai raggiunto, ma come si dice, “il ciabattino ha le scarpe rotte”.

Ringrazio il Dott. Guido Norberto Delbono che sarà presto nuovamente con noi.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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