Storia

La battaglia del Garigliano: definitiva sconfitta per i saraceni

La fine della presenza musulmana nell’Italia peninsulare

Per molti secoli le coste italiane sono state soggette ad incursioni dei famosi saraceni (termine generico che stava ad indicare popoli musulmani di varia provenienza), che sbarcavano in prossimità delle città costiere della penisola saccheggiandole e depredandole a partire dalla fine del VII secolo; particolarmente colpite erano la Sardegna, la Puglia, la Calabria, la Campania e la Liguria. Poco noto però è che ad un certo punto (anno 883) i saraceni crearono una colonia nella cittadina di Traetto, vicino Frosinone sulla foce del fiume Garigliano, divenendo quindi non una presenza occasionale legata alle scorrerie, ma una vera e propria realtà locale sul suolo italico. I saraceni riuscirono a mettere stabilmente radici giocando abilmente tra le rivalità dei principi locali, sfruttandone i contrasti a loro vantaggio (alleandosi con alcuni di essi e combattendo al loro servizio come mercenari) e, col tempo, allargando la loro presenza fino a comprendere buona parte del contado romano. Di qui i saraceni vivevano di scorrerie a danno dei centri limitrofi quali Anagni, Fondi, Terracina Orte, Narni e molti altri (nel settembre dell’883 venne saccheggiata anche l’abbazia di Montecassino). Data la posizione strategica che consentiva il controllo delle vie di accesso a Roma, i saraceni erano anche in grado di imporre onerosi tributi ai pellegrini diretti verso la Città Santa.

Ovviamente la presenza saracena a ridosso della Città Eterna non poteva essere tollerata dal pontefice, ragione per cui Giovanni X decise di dare vita ad una lega cristiana che avesse come obiettivo la liquidazione della presenza saracena in Italia. Due tentativi, nel 903 e nel 908, fallirono principalmente per la mancata partecipazione di Napoli e Gaeta, che avevano nei saraceni di Sicilia e del Nord Africa importanti interlocutori commerciali; intanto la colonia cresceva e diventava sempre più forte a suon di incursioni e razzie nei territori circostanti. Ma nel 915 Giovanni X riuscì a costituire una lega coinvolgendo Berengario, marchese del Friuli e re d’Italia di stirpe franca, nonché l’Impero Romano d’Oriente (Impero Bizantino) che inviò le proprie forze stanziate in Calabria e Puglia; ma soprattutto il papa riuscì a far aderire alla lega anche Napoli e Gaeta che diedero un apporto decisivo. Ora il pontefice era riuscito a costituire una lega militare davvero imponente che disponeva di forze numerose ed agguerrite decise a porre fine alla presenza saracena in Italia: i cristiani contavano contingenti provenienti da Benevento, Napoli, Gaeta, Salerno Spoleto, oltre a franchi e bizantini.

Le operazioni militari ebbero inizio nel giugno del 915, quando le forze cristiane sconfissero più volte le squadre di razziatori saraceni nel Lazio, costringendo la controparte ad arroccarsi nella città fortificata di Traetto; le forze terrestri comandate personalmente dal Giovanni X assediarono quindi la roccaforte nemica mentre le navi alleate napoletane, gaetane e bizantine sbarravano la foce del Garigliano.

L’assedio durò sino al mese di agosto, fin quando i saraceni fuggirono dopo aver dato fuoco alla città, asserragliandosi nelle colline vicino resistendo agli attacchi cristiani; in ultimo tentarono di raggiungere la costa per fuggire in Sicilia (da cui provenivano), ma furono intercettati dalle forze cristiane e massacrati.

La sconfitta dei saraceni ad opera della lega cristiana segnò la fine definitiva della presenza musulmana nell’Italia peninsulare, che sarà decisamente più radicata e duratura in Sicilia fino alla conquista normanna dell’isola sul finire dell’XI secolo.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa
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