La "Sophia"

La freschezza del “nuovo” e la fermezza della “stabilità”

Quando “novità” e “stabilità” si incontrano e si uniscono

Conosciamo tutti credo quella sensazione che proviamo quando incontriamo nuove persone o nuove opportunità. È come un vento fresco che entra nella nostra vita rendendola più interessante e curiosa. Ciò non significa che la stabilità non arricchisca anche la nostra vita, anzi essa svolge un ruolo altrettanto importante.

Conoscere qualcosa o qualcuno di nuovo è un arricchimento che inizialmente non comporta alcuna responsabilità.

Cosa intendo dire?

Quando ci avviciniamo al “nuovo” si tratta quasi sempre di sperimentare quello che stiamo conoscendo e mostrare così il lato migliore di noi. Non si tratta di fare scelte perché abbiamo determinate responsabilità o in base a ciò che già conosciamo come si è soliti fare invece per gli aspetti stabili della nostra vita.

Ovvero, quando abbiamo già fatto una scelta per la nostra vita non possiamo non considerare da un momento all’altro le conseguenze che essa ha portato con sé. Il nuovo invece lo possiamo abbandonare ancor prima che porti a qualunque conseguenza.

L’opportunità di scoprire qualcosa di nuovo è come mettersi un bel vestito e tirare fuori il massimo valore di sé stessi senza pensare ai propri difetti.

La “stabilità” invece è qualcosa che ci impegna estremamente e che ci chiede di affrontare i nostri difetti, le nostre paure e il nostro mondo interiore. Mentre nella novità abbiamo la possibilità di abbandonare, non prendere sul serio e cambiare idea quando vogliamo senza approfondire veramente trasformandola in qualcosa di duraturo, nella stabilità ci è chiesto di mettere a fuoco una qualità molto difficile: la “comprensione”.

Non parlo solo della comprensione di noi stessi e dell’altro ma di una comprensione profonda della vita. Per costruire rapporti duraturi e trasformare le conoscenze in stabilità è necessario comprendere molti aspetti della vita.

Spesso per paura di sbagliare, soffrire o risultare poco esperti della vita si tende a vivere con una sorta di dizionario in mano che si è sempre pronti a tirare fuori per dire a sé stessi e agli altri come funziona la vita. Questo dizionario che è formato in parte da concetti che abbiamo veramente imparato lungo il percorso e dall’altra da concetti che abbiamo osservato e semplicemente fatti nostri, ci dà la sicurezza di non sbagliare mai e di sapere sempre come comportarci.

Questa abitudine di credere di conoscere già tutto fa spesso sì che la stabilità crolli, i rapporti non durino o siano superficiali e soprattutto che la stabilità primo o poi annoi.

Perché?

Perché anche se abbiamo imparato qualcosa nella vita non significa che abbiamo già finito e che possiamo applicare lo stesso schema a qualsiasi situazione.

In questo senso la “novità” può entrare in soccorso e dare un senso vero alla nostra vita.

Quando conosciamo qualcosa o qualcuno di nuovo non sappiamo appunto sempre dove andare a parare, perché se non lo conosciamo significa che non si trova ancora nel nostro dizionario.

Questo ad alcuni, anzi a molti, fa paura ed è il motivo per cui intraprendere un cambiamento o una trasformazione vera nella vita è così difficile.
È il motivo per cui l’evoluzione umana è così difficile e a volte lenta.

Questa paura rischia di lasciar ancorato l’essere umano a un qualcosa che già conosce ma che non lo fa realmente progredire.

Qualcuno si starà chiedendo, allora che senso ha costruire qualcosa di duraturo se poi si rischia di non aprirsi più a qualcosa di nuovo? E, vivendo sempre solo di esperienze nuove e frizzanti, si rischia di non assumersi mai la responsabilità di costruire qualcosa nella vita?.

È vero, ma è proprio questa convinzione di dover sempre separare tutto nella vita a condurci verso la scelta tra uno o l’altro.

Alcune persone amano conoscere nuove strade, nuove arie e persone più rispetto ad altre ed è per loro talvolta difficile fermarsi e costruire qualcosa di solido. Altre invece non vedono l’ora di trovare il loro punto fermo.

Che voi vi vediate più nella prima o più nella seconda, comporta in entrambi casi che miglioriate di conseguenza il suo opposto.

Fermarsi e dire semplicemente “io sono più un tipo così” è talvolta vero ma non sempre sufficiente per un essere umano.

A volte ci è chiesto, appunto, di andare molto più a fondo nelle cose e scoprire che magari -qua o là- qualche timore, timore di conoscere ciò che non conosciamo e timore di fermarsi e approfondire, lo abbiamo.

Solo unendo la freschezza del nuovo alla fermezza della stabilità la nostra esistenza può veramente trasformarsi in un’esperienza ricca di particolari e unica.

Abbiate il coraggio di conoscere e talvolta fermarvi per approfondire veramente. 

Abbiate il coraggio di evolvere, sempre.

Sophia Molitor

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