Interstitium. Scritta così questa parola può risultare insignificante ai più ma, in realtà, vale molto di più di quello che sembra. Interstitium sta per interstizio, un particolare spazio (detto appunto interstiziale) formato da una soluzione acquosa, che si trova sotto la pelle in alcuni strati di tessuto che collegano l’intestino, i polmoni, il sistema urinario ed altri organi. È formato da cavità interconnesse piene di liquido e sostenute da fibre di collagene ed elastina. Agisce come un vero e proprio ammortizzatore.
I ricercatori hanno utilizzato la endomicroscopia confocale laser, una tecnica endoscopica che permette di avere immagini delle strutture cellulari e sub-cellulari, a livello microscopico. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha permesso di capire quanto l’uso di questa tecnica sia importante, perché permette di visualizzare il liquido nei tessuti, che altrimenti, con le tradizionali tecniche bioptiche, basate sull’uso dei vetrini, verrebbe rimosso. La tecnica ha permesso di osservare la reale struttura dell’interstizio grazie a campioni di tessuto umano del dotto biliare (dalla bile) prelevati durante interventi chirurgici per rimuovere tumori.
Questo perché queste tali strutture, potrebbero avere un ruolo anche nella maggiore o minore diffusione delle cellule tumorali, e dunque nella progressione dei tumori, nonché nell’invecchiamento della pelle (dato che l’interstizio si trova subito sotto l’epidermide), nell’irrigidimento degli arti ed in alcune malattie infiammatorie. Il costante movimento del fluido, infatti, potrebbe spiegare perché i tumori che invadono l’interstizio si diffondono più velocemente nel corpo.
Beatrice Spreafico