Le donne sono vento

LE DONNE SONO VENTO. Giorgia Pontetti

Ferrari Farm: si può coltivare anche su Marte

La tecnologia che ha messo a punto nelle sue serre di coltivazione elettronica, in provincia di Rieti, può essere impiegata ovunque nel mondo, anche in Paesi dove il clima rende difficile le colture. Dalle sue competenze e dal suo crederci fino in fondo è nato il futuro della coltivazione, un futuro che lei ha reso possibile già ora. Le ho chiesto di raccontarmi l’origine, di raccontarmi la passione che ha portato a questo, e l’ha saputo fare così bene, con quello slancio di entusiasmo coinvolgente che la genialità rende semplice.

“Sono Giorgia, classe 77, ingegnere elettronico ed astronautico. Ho una grandissima passione per la campagna perché mio nonno era un contadino tradizionale, sono cresciuta in mezzo all’orto, ai campi coltivati e ai frutteti. Mio padre è un ingegnere elettronico e ho sempre voluto fare il suo mestiere. Ho anche sempre voluto fare l’astronauta, c’è chi sogna di fare il pompiere, io da bambina sognavo di fare l’astronauta. Così la mia vita professionale era già stata scritta, nel senso che già all’università ho deciso di costruire un’azienda insieme a mio padre. Siamo diventati soci, abbiamo dato vita a un centro di microelettronica per le applicazioni spaziali, operando nei più grandi esperimenti per le applicazioni spaziali per la fisica, e lavoriamo con meccanica di alto livello nel settore della difesa”.

“Tanti anni fa a una conferenza in cui si parlava di missioni spaziali, un professore disse che se un giorno fossimo andati su Marte ci sarebbe stata la necessità di coltivare, per la sussistenza degli astronauti, e che l’unico modo per poterlo fare su un altro pianeta sarebbe stato quello di usare l’idroponica. Avendo fatto il liceo classico etimologicamente sapevo cosa significasse ma non avevo idea della sua reale applicazione. Documentandomi ho scoperto delle cose fantastiche, cioè che i giardini di Babilonia erano fatti in idroponica, i Maya, gli Aztechi, gli Antichi Egizi, tutti coltivavano in idroponica. Mi sono appassionata così tanto a questo argomento che ho deciso di farne un’azienda di nuova generazione. Come? Sostanzialmente non ho fatto altro che pensare che noi già oggi costruiamo i satelliti in camera pulita, operiamo gli esseri umani in camera pulita, perché non coltivare anche le piante? In questo modo, più che una serra, l’ambiente di coltivazione diventa una clean room, non ci sono parassiti perciò possiamo avere una coltivazione la più pulita possibile, più del bio diciamo. Mi si è accesa la lampadina ed ero entusiasta quando ho chiesto a mio padre se ci credesse, se avrebbe voluto finanziare un’impresa folle, che ancora non esisteva, unica in Europa con un progetto di nuova generazione. Sono sicura che nessuna banca avrebbe appoggiato il mio business plan allora, perché veramente era una visione futuristica”.

“Abbiamo realizzato l’impianto idroponico che ha la caratteristica, rispetto a tutti gli altri esistenti sul pianeta, di essere più pulito di una sala operatoria e quando dico più pulito intendo anche 10 mila volte più pulito. Questo consente di coltivare ovunque, perché se io posso prescindere dall’ambiente esterno, quindi dalle sue contaminazioni e soprattutto dal mutamento climatico, se posso coltivare in un ambiente asettico e quindi sano, se posso coltivare con luci artificiali, perché nel mio caso mi sono anche sviluppata una lampada di luce led artificiale, ecco che unendo tutte queste cose vien da sé che la mia serra può essere messa in qualsiasi posto, sotto terra, sopra terra, all’equatore, al polo nord, nel deserto piuttosto che su Marte. Forte di questi presupposti ho ricercato quello che mi mancava, sostanzialmente la parte agronomica. Dopo aver fatto una ricerca in tutta Italia ed essermi sentita tanti no, nonostante avessi chiesto una consulenza a pagamento, alla fine sono riuscita con la complicità di un agronomo a farmi raccontare qual è l’esigenza reale di una pianta per tutta la sua vita e nel mio caso specifico parliamo di pomodori e basilico, anche se è possibile coltivare qualunque pianta”.

“Da ciò non ho fatto altro che tradurre in un software quello di cui la pianta ha bisogno tutti i giorni della sua vita. Ti faccio un esempio: nel caso del pomodoro il suo ciclo per me dura un anno quindi nella mia serra c’è un computer che dal primo al trecentosessantacinquesimo giorno conosce da solo di cosa ha bisogno il pomodoro e decide da solo che cosa fare. In questo modo regola il clima, decide quante volte dare l’acqua, fa i controlli di potassio sia sull’acqua che sull’aria e così via. Ciò mi consente di coltivare, oltreché in qualsiasi posto, anche senza manodopera specializzata e quindi portare la coltivazione a livello di tutti perché non è più necessario essere un agronomo per coltivare, il pollice verde ce l’ha un computer”.

“Questo impianto unico nel suo genere si trova sul Lago del Salto, composto da due serre a vetri che consentono la coltivazione tutto l’anno utilizzando la sola luce solare, senza aggiungere luce artificiale, e una serra che si chiama fitotrone che è completamente ermetica e chiusa ai raggi solari che coltiva solo con luce artificiale. Questo è fondamentale perché se pensiamo di fare coltivazioni verticali ad altissima densità, è necessario farle con la luce artificiale, e la stessa cosa se vogliamo coltivare in ambiente urbano, perché il Sole crea ombra e non si può pensare a coltivazioni verticali”.

“Diciamo che la Ferrari Farm sostanzialmente ha due anime. Un’anima bio in pieno campo con coltivazioni biologicamente differenti, perché abbiamo solo varietà autoctone delle nostre zone e non facciamo nessun trattamento, sia nell’orto che nel frutteto. E poi la parte idroponica, pomodoro e basilico in serra. Tutto quello che io coltivo, frutta e verdura, essendo coltivato in sterilità e senza fitofarmaci, ha il grandissimo vantaggio di essere nichel free, questo vuol dire che i pomodori possono essere mangiati da tutta quella fetta di popolazione che oggi non può mangiarli. Il principio è che la Ferrari Farm vende solo prodotti trasformati, tutto quello che coltiva viene trasformato all’interno utilizzando una linea di trasformazione molto moderna che lavora sotto vuoto e consente non solo di mantenere inalterate le proprietà organolettiche tradizionali ma anche di mantenere inalterati i colori e i profumi. Diamo vita a una serie di prodotti trasformati che sono confetture extra di frutta, nettari bio di frutta, verdure sott’olio, condimenti aromatici oltre a tutta la linea dell’idroponica quindi del pomodoro: passata, nettare, omogeneizzato, confettura, liquore al basilico e pesto”.

“La struttura di Ferrari Farm è un agriturismo, un 5 Girasoli in accordo con la classificazione nazionale. Abbiamo tre camere matrimoniali relax, due suit, una camera con il soffitto di vetri per vedere le stelle di notte. Un ristorante, un bar e una piccola palestra. Adesso stiamo iniziando i lavori per fare la piscina e la spa”.

Patrizia Massi

http://www.ferrarifarm.com/it/

http://www.ferrarifarm.com/FerrariFarmShop/

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Patrizia Massi

Il più grande destino è quello di imparare molte cose
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