Nel quadro delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci le Scuderie del Quirinale hanno aperto, dal 13 marzo fino al 30 giugno, una grande mostra a lui dedicata: ma in questo caso non viene presentato tanto sotto l’aspetto del sommo pittore quanto, piuttosto, come ingegnere ed umanista che ha determinato il passaggio dal Medioevo all’Età Moderna con opere e progetti precursori del futuro.
“Leonardo. La scienza prima della scienza”, questo è il titolo della mostra che conferma, anche secondo le parole del curatore Claudio Giorgione, il nuovo modo che ha Leonardo di guardare la realtà verificando, misurando ed approfondendo i singoli aspetti avvicinandosi a quello che poi sarebbe stato il percorso scientifico sperimentale di Galileo.
Non a caso, infatti, nel “curriculum” che Leonardo presenta a Ludovico il Moro, signore di Milano, per essere assunto al suo servizio sono evidenziati nei primi dieci punti gli aspetti più strettamente ingegneristici della sua attività lasciando la pittura per ultima.
Né di minor interesse è il “Trattato” di Francesco di Giorgio Martini, in prestito dalla Biblioteca Laurenziana, unico volume sicuramente appartenuto a Leonardo ed i due manoscritti della “Divina proportione” di Luca Pacioli a suo tempo realizzato per Ludovico il Moro e che Leonardo portò con se quando si trasferì in Francia ad Amboise.
Almeno in questa occasione, dunque, Roma diviene il palcoscenico per l’iniziativa “Leonardo: la città” che, oltre alla mostra presso le Scuderie del Quirinale, si esplicherà attraverso una serie di altri appuntamenti ed incontri in luoghi prestigiosi quali la Biblioteca Angelico ed il Teatro Argentina.
Riccardo Bramante