Storia

Lo scontro di Rorke’s Drift: la rivincita inglese sui guerrieri zulu

Gli inglesi imparano la lezione, si fortificano e respingono le ondate zulu

Nell’articolo dedicato alla battaglia di Isandlwana (attuale Sud Africa), la sconfitta subita dagli inglesi ad opera dei guerrieri zulu il 22 gennaio del 1879, abbiamo accennato al fatto che il giorno dopo gli zulu attaccarono il presidio inglese di Rorke’s Drift, dove stavolta ad essere sconfitti furono quegli stessi guerrieri zulu che erano stati capaci di umiliare un potente e moderno esercito europeo. Vediamo come poterono verificarsi due eventi bellici dall’esito opposto, a distanza di poche ore l’uno dall’altro e aventi gli stessi protagonisti.

Rorke’s Drift era un avamposto inglese presidiato da 140 soldati (in realtà inizialmente vi erano anche circa 300 coloniali, ma fuggirono prima che lo scontro avesse inizio); ad un certo punto al presidio giunse la notizia del disastro di Isandlwana, e che un contingente zulu (circa 4.000 guerrieri, alcuni dei quali dotati di fucili, ma sostanzialmente inutili dato che li avevano ma non sapevano usarli) si stava dirigendo verso l’avamposto. Il comandante della guarnigione inglese, tenete John Chard, decise che non vi era altra opzione possibile oltre quella di posizionarsi a difesa estrema, dato che abbandonare l’avamposto per essere assaliti in campo aperto sarebbe stato un suicidio, vista la schiacciante superiorità numerica nemica. Va poi sottolineato che le forze zulu che si stavano avvicinando a Rorke’s Drift non avevano preso parte alla battaglia di Isandlwana, per cui non si poteva nemmeno fare affidamento su un eventuale fattore stanchezza che avrebbe potuto fiaccare l’impeto nemico.

Chard diede ordine di fortificare la posizione, e allo scopo furono utilizzati dei sacchi di grano stipati nel magazzino dei viveri; posizionati dietro i loro ripari, i soldati inglesi attendevano l’assalto nemico, che ebbe inizio alle cinque del 22 gennaio 1879.

Gli zulu, forti della loro superiorità numerica, assalirono la posizione tenuta dagli uomini di Chard, ma gli inglesi respinsero il primo assalto grazie alla precisione delle loro scariche di fucileria che aprivano enormi vuoti tra le fila nemiche. Alle sei, dopo che gli zulu erano riusciti a giungere a contatto con le linee degli inglesi, che ora li respingevano alla baionetta, Chard decise di ritirarsi sulle fortificazioni interne del presidio e di abbandonare l’ospedale al cui tetto di paglia gli zulu erano riusciti ad appiccare il fuoco. L’attacco degli zulu continuò ad ondate, ma la posizione inglese tenne ogni volta.

Gli assalti degli zulu si susseguirono fino a notte fonda e cessarono alle due, sempre respinti dagli inglesi tra i quali pochissimi erano coloro che non avevano riportato delle ferite; alle sette del giorno successivo vi fu l’ultimo tentativo, ma anche quest’ultimo assalto fu respinto. A questo punto un ultimo attacco avrebbe probabilmente permesso agli zulu di aprire una breccia nelle difese inglesi, dato che gli uomini del tenente Chard erano ormai esausti e a corto di munizioni; ma i guerrieri zulu non potevano saperlo: rinunciarono ad ogni ulteriore tentativo e si ritirarono sconfitti. A conti fatti, caddero 17 inglesi e 350 zulu.

In Inghilterra lo scontro di Rorke’s Drift fu celebrato con enfasi, forse per esorcizzare lo spettro della batosta di Isandlwana, ma va dato atto agli uomini di Chard che si batterono con valore contro un nemico in forte superiorità numerica; e difatti al reparto furono concesse ben undici Victoria Cross, la più alta onorificenza militare dell’Impero Britannico.

Marco Ammendola

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Marco Amendola

Anche se faccio tutt'altro lavoro, sono da sempre appassionato di storia, un romanzo talmente avvincente che non necessita di un finale a sorpresa

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