Politica

Mattarella incontra il presidente tedesco Steinmeier

Il Capo dello Stato: "L’Unione è ancora un cantiere non compiuto, che deve integrare alcune parti della sua architettura"

Roma, 19 settembre – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale, il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier, in Visita di Stato.

Era presente all’incontro il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio.

Al termine dei colloqui, i due Capi di Stato hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa.

“Sono davvero molto lieto e onorato di accogliere oggi, in visita di Stato, il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier – ha affermato Mattarella -. Le relazioni tra Germania e Italia sono, non soltanto eccellenti, ma al massimo livello di eccellenza sia nell’ambito bilaterale, sia nell’ambito della dell’appartenenza all’Unione europea e con una piena condivisione di tutte le più importanti questioni dei dossier internazionali.

È la terza volta quest’anno che ho il privilegio di incontrare il Presidente Steinmeier: a Berlino in gennaio e poche settimane fa a Fivizzano. In quell’occasione, che è stata di grande coinvolgimento, anche umano, per il Presidente Steinmeier e per me, desidero sottolineare come il Presidente Steinmeier abbia incontrato un grande apprezzamento da parte dell’Italia per la sensibilità dimostrata con il suo intervento e con la sensibilità manifestata più volte anche in precedenza, in alcune iniziative come Presidente e come Ministro degli esteri.

Vorrei sottolineare il modo in cui il Presidente Steinmeier è stato accolto con affetto e con apertura dagli italiani di quel territorio che dimostra l’amicizia profonda che vi è tra i nostri concittadini.

Germania e Italia sono, non soltanto Paesi fondatori dell’Unione, ma sono anche Paesi che, nell’Unione, interpretano con convinzione i valori e gli obiettivi.

Accanto a questo, sono Paesi che avvertono con profondità e convinzione il legame transatlantico, ed è interesse dell’Italia sviluppare in tutti i modi, accanto a questi due pilastri – politica estera dell’Unione europea e l’Alleanza atlantica – sviluppare con la Germania la collaborazione sotto ogni profilo.

Dal profilo economico anzitutto. Le nostre economie sono fortemente integrate e connesse fra di loro. La Germania è il nostro partner principale, con un interscambio di 130 miliardi di euro. È una grande collaborazione tra le nostre imprese e le nostre aziende. Non è un caso che le associazioni industriali tedesche e italiane si incontrino normalmente a Bolzano, registrando i tanti motivi di collaborazione.

Vi sono anche dati non molto conosciuti ma che sottolineano quanto sia intensa questa collaborazione economica.

Non tutti sanno, per esempio, che il volume del commercio tra la Germania e la nostra Lombardia è maggiore di quello che vi è tra Germania e Giappone, che è una grande potenza economica mondiale; non tutti sanno che il volume del commercio tra Germania e il nostro Veneto è maggiore di quello che la Germania ha con il Brasile, che è un altro ‘gigante’ della comunità internazionale; non tutti sanno che il volume del commercio tra l’Italia e la Baviera è maggiore di quello che l’Italia ha con la Polonia, che è un Paese tra i più grandi dell’Unione europea.

Sono dati che dimostrano che anche attraverso e per effetto della moneta unica, dell’euro, vi sia tra le nostre economie una strettissima collaborazione che riguarda e coinvolge le imprese grandi, piccole e medie.

Questo rende i nostri sistemi fortemente integrati e fortemente consapevoli di avere esigenze comuni.

Naturalmente questo rapporto non si limita agli aspetti economici. Poc’anzi ricordavamo come i giovani studenti tedeschi e italiani che scelgono di trascorrere il periodo Erasmus rispettivamente in Italia e in Germania sono in numero più alto e costantemente crescente, dimostrando l’attrazione reciproca che i due Paesi esercitano fra di loro e il legame tra i nostri concittadini.

Inoltre, non posso non ricordare gli ottocentomila italiani che vivono in Germania operosamente, ben accolti e con un collegamento umano molto forte tra i nostri due Paesi.

Nei nostri colloqui abbiamo parlato dell’Unione e del suo futuro, ribadendo il carattere storicamente importante dell’integrazione. I benefici e i vantaggi che l’integrazione europea ha comportato e comporta tra i nostri concittadini sono ormai nella vita quotidiana. Quindi, talvolta vengono ritenuti come acquisiti e neppure percepiti consapevolmente. Ma sono quelli che hanno costituito, in questi decenni, la base per la pace, il progresso e il benessere dei nostri Paesi.

Ciononostante, siamo consapevoli che l’Unione è ancora un cantiere non compiuto, che deve integrare alcune parti della sua architettura.

Per quanto ci riguarda, siamo convinti che sia necessario integrare particolarmente l’architettura dell’unione economica e monetaria.

Siamo in un momento di tensioni commerciali a livello internazionale, in una congiuntura di carattere economico non facile. E questo per due Paesi esportatori, come Germania e Italia, è particolarmente rilevante.

Le tensioni commerciali che vi sono e le minacce di guerre commerciali, le incognite connesse alla Brexit, creano una congiuntura economica complessa e particolarmente delicata.

A nostro avviso questo richiede che vi sia un’azione di politica economica che stimoli i mercati interni attraverso l’aumento degli investimenti per cercare di mantenere in equilibrio l’economia dei nostri Paesi.

Abbiamo parlato del quadro finanziario pluriennale dell’Unione. Ad avviso dell’Italia dovrebbe essere un quadro ambizioso, che consenta così di affrontare non soltanto le tradizionali politiche dell’Unione – coesione e politiche agricole – ma anche le nuove esigenze, le nuove sfide, che vanno dal clima, alle migrazioni, alla innovazione nelle nostre economie e nelle nostre società.

Abbiamo parlato di migrazioni naturalmente, e ho ringraziato il Presidente Steinmeier per la disponibilità della Germania ad accogliere migranti, disponibilità che è sempre stata manifestata e praticata.

Ieri vi è stato un incontro molto proficuo tra i Ministri dell’interno della Germania e dell’Italia a Berlino; lunedì vi sarà un incontro a Malta tra i Ministri dell’interno della Germania, della Francia, di Malta e dell’Italia, per mettere a fuoco le importanti possibilità di collaborazione che vi sono.

Crediamo che sia necessario che i Paesi che avvertono la responsabilità comune di fronte a un fenomeno epocale come quello delle migrazioni trovino soluzioni, sperando che siano condivise dall’intera Unione Europea, ma che comunque consentano dei meccanismi automatici di distribuzione dei migranti e dei rimpatri posti a carico dell’Unione. Cioè, l’Unione dovrebbe adottare e assumere in sé l’onere dei rimpatri, perché è in grado di farlo con maggiore efficacia di quanto non possono fare i singoli Paesi, rimpatriando, con rispetto della loro condizione e dei diritti umani, coloro che non hanno titolo per l’asilo e non vanno mantenuti nei Paesi europei.

Vi sono tanti argomenti di cui abbiamo parlato ulteriormente in questi colloqui. Vorrei soltanto ricordare quello che riguarda la Libia.

Siamo molto contenti che la Germania abbia assunto un’iniziativa di una conferenza internazionale a Berlino nel mese di ottobre per quanto riguarda la Libia e le sue prospettive. Auspichiamo che l’iniziativa di Italia e Francia, che è stata già prefigurata a latere dell’Assemblea generale dell’Onu nelle prossime settimane, costituisca una tappa utile di avvicinamento alla Conferenza di Berlino, per trovare soluzioni che consentano alla Libia di raggiungere finalmente una stabilità, che ottengano un cessate il fuoco immediato, che escludano qualunque soluzione militare, e trovino la possibilità di un’intesa attraverso l’azione del Rappresentante del Segretario dell’Onu per la Libia, Salamé.

Questo significa impegnarsi concordemente in Europa a questo riguardo, per evitare che il disordine che i cittadini libici sono costretti a subire comporti per loro sofferenze e comporti anche spazi maggiori per i trafficanti di esseri umani e spazi maggiori per insediamenti di focolai di terrorismo.

Questi e altri argomenti abbiamo affrontato, nello spirito dell’amicizia che contraddistingue il rapporto pieno tra Germania e Italia, e dell’amicizia, anche personale, tra il Presidente Steinmeier e me”.

La Voce

Fonte: Presidenza della Repubblica italiana

Mostra Altro

Redazione La Voce

Quotidiano d'informazione e cultura nazionale ed internazionale, fondato nel 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio