Parlare d’amore con amore

Non saper ricevere amore equivale ad una condanna

Intervista al Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta

Carissimi Amici, Carissime Amiche, ho spesso affrontato il tema dell’amore non corrisposto, tuttavia, con Il Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta – esaminiamo una condizione meno “proclamata”, ma di vitale importanza: non saper ricevere amore.

La sensazione di sentirsi rifiutati, sia essa constatabile o solo percepita – non fa molta differenza – conduce alla chiusura, alla mancanza di autostima, creando un circolo vizioso che porta l’individuo ad una drammatica conclusione: “non sono amato perché non sono degno di amore”, seguito dall’altrettanto catastrofico pensiero “io non valgo nulla”. Da qui nasce la diffidenza verso chi gli manifesta amore: chi non ama se stesso, ben difficilmente può credere che possano amarlo gli altri. Coerente con tale stato di autosvalutazione, recepire, stupiti ed increduli, come falsità, le amorevoli esternazioni rivoltegli.

Meravigliarsi, sino a considerare addirittura falso, qualcuno che gli esprime amore!

L’esperienza di ricevere amore, che dovrebbe portare a scoprire la felicità, può paradossalmente generare un sentimento di disagio. D’altronde é ovvio uno stato di perplessità a fronte di una situazione “sconosciuta”, nota solo per “sentito dire” e, peraltro, citata spesso anche come causa di sofferenza. É pertanto comprensibile che incuta paura. L’aver avvertito/l’avvertire la mancanza di amore, identificando l’amore stesso in un “qualcosa” che fa o può far stare male, induce istintivamente all’allontanamento, come unica, riconosciuta, arma di difesa. Vale a dire “scelgo la solitudine, come equivalente alla somministrazione di un ‘anestetico affettivo/sentimentale, sino a raggiungere la “pietrificazione del cuore”, perché in essa ho individuato quella che reputo la mia zona di comfort”.

Purtroppo è una zona di comfort fittizia ed assai dannosa. E i danni non terminano qui. Eh no! Il circolo vizioso prosegue sino, talvolta, a condurre l’individuo all’autolesionismo.

Tralasciando proporzioni e relative gravità, oso dire che, più o meno, tutti noi testimoniamo –con assoluta convinzione- di elargire amore a profusione, tuttavia constatandone la scarsa o nulla corresponsione. A questa diffusa attestazione, seguono lamentevoli disquisizioni esemplificative, soprattutto di carattere valutativo circa l’intensità della manifestazione, tanto che ricorre sempre più l’espressione “elemosinare amore”. Insomma un bilancio perennemente in negativo, tuttavia tacciabile di “falso”. Il “falso in bilancio” è dimostrabile dalla semplice equazione: ad ognuno che ama, deve corrispondere almeno un amato… Invece pare che tutti si proclamino generosi dispensatori di amore, tuttavia incompresi dalle persone insensibili ed ingrate che ricevono amore senza ricambiarlo. Mi sovviene dunque spontanea una domanda ironico/provocatoria, ovvero: “chi ama chi?”.

In realtà, salvo malafede, la risposta è insita nella nostra, soggettiva, percezione dell’amore che ci viene donato. Ho più volte affrontato il tema della soggettività percettiva, ma è mio desiderio approfondire questo argomento e, a tale proposito, ho intervistato il Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

Intervista con il Dottor Marco Salerno, clicca qui

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo

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