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Passare al digitale aiuta uno Stato a non implodere durante il Covid

La recente quarantena ha aperto gli occhi per un cambio di passo e se non fosse stato così, l’Italia non avrebbe potuto mantenere attivi i servizi al pubblico

La quarantena ha messo in ginocchio molti imprenditori medio-piccoli, liberi professionisti ma soprattutto molti cittadini finiti economicamente alle strette, per mancato rinnovo di contratto di lavoro, senza la possibilità di potersi recare presso gli uffici assistenziali o previdenziali.

 Entra in gioco di fatto la digitalizzazione dei servizi per permettere a cittadini e imprenditori di poter segnalare all’organo competente la propria situazione e ricevere in breve tempo una soluzione. Stesso discorso per gli imprenditori che si sono trovati a dover prendere una decisione radicale per la propria azienda, tanto da dover scegliere giocoforza a quale delle tre nuove categorie appartenere: digitalizzarsi, in via di digitalizzazione o dover chiudere.

Durante i mesi di lockdown molti imprenditori hanno optato per la  digitalizzazione della propria azienda, continuando a lavorare anche da remoto e vendendo così i prodotti acquistati dai fornitori, prima delle misure di quarantena e saldare le fatture.

Alle domande che un imprenditore potrebbe porsi, ovvero “Perché dovrei digitalizzarmi? Finito il periodo di quarantena, potrò tornare a riaprire o no?”, la risposta è ovvia: digitalizzare la propria attività non è una conversione totale da negozio fisico a negozio virtuale; al contrario, va vista come un’estensione della propria attività che gioca un ruolo particolarmente favorevole al business nel quale si opera. Ad un piccolo e indipendente negozio di vestiti posto in una via residenziale e conosciuto solo dagli abitanti del quartiere, può tornare utile avere un suo sito dove vendere i propri prodotti soprattutto nel periodo di lockdown o in alternativa, appoggiarsi ai siti di e-commerce più cliccati per avere visibilità al di fuori del proprio quadro. Un altro esempio è dato da chi ha lavorato e lavora in smart working: non avendo la possibilità di presenziare fisicamente alle riunioni di aggiornamento con i propri colleghi e responsabili, alcune aziende hanno stipulato dei contratti “for business” con i software di videochiamate di gruppo come il nuovo Zoom o Skype. Le società di cloud hanno investito pesantemente nell’implementazione dei servizi e reti cloud per le aziende e ancora, le aziende produttrici di software VPN, software che permettono una connessione sicura ai server aziendali e protezione da attenzioni non desiderate.

Per concludere, i mesi di lockdown hanno permesso all’Italia e agli italiani di aprire ulteriormente gli occhi al mondo del digitale  grazie ai servizi web sempre aggiornati dalle case produttrici come per il cloud, VPN, desktop remoto e simili. La digitalizzazione è diventata una proprietà fondamentale per le piccole e medie imprese se vogliono continuare a sopravvivere nel mondo economico o anche semplicemente, nel caso in cui a settembre e ottobre si dovesse sfortunatamente tornare alla Fase 1.

Dario Naghipour

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