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PRESCRIZIONE: PD E M5S D’ACCORDO SUL DIMEZZARE I TEMPI DEL PROCESSO PENALE

Italia Viva dice No, sollevando problemi di incostituzionalità. Ecco come potrebbero cambiare le cose

Il vertice di maggioranza svoltosi ieri sulla riforma del processo penale, ha prodotto l’accordo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle circa il dimezzamento dei tempi: un apripista per la prescrizione, così per come vista dal cosiddetto ‘Lodo Conte’. Difforme il parere di Italia Viva che, con Matteo Renzi ritiene che vi siano problemi di incostituzionalità. Diversamente da quanto previsto dalla Riforma ipotizzata dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il blocco della prescrizione varrà soltanto per colori i quali hanno subito una condanna in primo grado e non per chi invece è stato prosciolto.

Come detto, contraria la posizione di Italia Viva, il leader della formazione politica, Matteo Renzi, ha dichiarato che il ‘Lodo Conte’ “distingue condannati da assolti, non è la soluzione: viola i principi costituzionali. L’essere o meno colpevole non si valuta in primo grado ma alla fine del percorso e quindi introdurre una differenziazione tra la condanna e l’assoluzione in primo grado viola i principi costituzionali. Quindi non è questo il punto. Direi che non c’è un punto di caduta”.

Di diverso avviso il Partito Democratico che con Alfredo Bazoli ha replicato a Renzi: “Non pensiamo che sia incostituzionale, è una proposta interessante, può essere integrata ma è una base di partenza utile”.

Sul tema è intervenuto anche Bonafede che ha approvato il principio del dimezzamento dei tempi del processo penale, pur sottolineando che ancora esistono elementi divisivi circa la prescrizione. “Abbiamo lavorato alla riforma del processo penale per accelerare i tempi – ha affermato il Guardasigilli -. Tutte le forze politiche valuteranno il testo e faranno le loro proposte. Numerose sono le convergenze sulle misure per abbreviare i tempi. Rimangono alcune distanze sulla prescrizione. Per me e per il Movimento Cinque Stelle resta prioritario garantire la certezza della pena e che non ci siano sacche di impunità”. Rivolgendosi poi a Renzi, Bonafede ha aggiunto: “La distinzione fra assolti e condannati non è la mia proposta di partenza, ma ricordo che questa distinzione è stata già introdotta nella scorsa legislatura da qualcuno che adesso solleva profili di incostituzionalità”.

Prima del vertice di maggioranza, Bonafede aveva trasmesso la bozza spiegando: “C’è un obiettivo condiviso nella maggioranza che deve varare la Riforma del processo penale ed è quello di velocizzare l’iter e far arrivare la lunghezza massima del processo fino a tre anni. Ci vorranno due anni per arrivare a regime e saranno inseriti dei meccanismi anche sanzionatori, nei confronti dei giudici, se i termini non verranno rispettati”.

In base alla bozza, il processo di primo grado durerà un anno al massimo ad eccezione di reati gravi come, ad esempio, quelli di mafia o di terrorismo che non conosceranno alcun limite. L’Appello prevede due anni mentre la Cassazione, un anno. Sarà esclusiva facoltà del Consiglio Superiore della Magistratura, quello di cambiare le tempistiche funzionalmente alla disponibilità di personale e della mole di lavoro. I giudici che si renderanno responsabili di rallentamenti, saranno soggetti a sanzioni sino ad arrivare ad inchieste di natura disciplinare.

In merito alla prescrizione, il ‘Lodo Conte’ pare avere la meglio con la sospensione in caso di condanna in primo grado. In caso di assoluzione in Appello, la prescrizione riprenderà. Sarà possibile bloccare la prescrizione anche nel caso in cui venga impugnata la sentenza di proscioglimento.

Sarà possibile ricorrere in Appello solo nel caso in cui l’imputato abbia conferito mandato al suo legale in questo senso, successivamente alla condanna subita. In Appello non si renderà necessaria un’ulteriore deposizione dei testimoni già ascoltati durante il processo di primo grado. Nel caso in cui la data dell’Appello non dovesse essere fissata entro due anni, la difesa potrà presentare istanza per l’ottenimento immediato di una data dell’udienza.

Novità anche per il CSM. Rispetto ai 16 attuali, il Consiglio Superiore della Magistratura potrebbe arrivare a contare 30 membri dei quali, 20 togati e 10 laici, questi ultimi rispetto agli 8 attuali. Non vi sarà alcun sorteggio ed il voto dei membri togati avrà luogo in 19 collegi stabiliti dal Ministero della Giustizia. Al primo turno passerà chi ha avuto la maggioranza dei voti; diversamente, i due con il maggior numero di voti andranno al ballottaggio.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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