Quando il corpo chiama la vita risponde

“Ascolta il tuo corpo, lui sa sempre dove andare” ma cosa significa veramente?

Il corpo… è forse la cosa più bella che c’è. Eppure, troppo spesso lo dimentichiamo e ci rendiamo conto di lui soltanto quando sta male, quando ormai grida, quando ormai sanguina, quando ferma la nostra vita e ci dice “per favore ascoltami”.

Questo non vuole essere un articolo in cui spiego l’importanza di avere un corpo sano adottando uno stile di vita sano. Penso che ognuno abbia il proprio modo di curare il corpo e che ognuno può scegliere come contribuire al suo benessere. Quello che voglio fare è capire insieme a voi cosa significa farsi guidare dal proprio corpo nella vita. Adottare quella specie di danza che ci trasporta lungo le esperienze del nostro cammino.

Spesso si sente dire nello scenario della crescita personale e della spiritualità “Ascolta il tuo corpo e saprai sempre dove andare”. Mi sono chiesta cosa significhi veramente. Quello che subito ci viene da dire è forse: “è ovvio, significa che devi fare la cosa giusta in base alle tue sensazioni corporee, andare di pancia come si dice forse a volte” ma come faccio ad ascoltare il mio corpo se neanche sento niente?

Cosa devo fare se non sento che il mio corpo in realtà mi sta guidando e mi sta mostrando la strada giusta nella mia vita? Come faccio a sapere se quello che sento non sia una cosa mentale e sia effettivamente il corpo che parla.

Credo che l’essere umano sia un Essere molto complesso. Ti capita mai di avere una forte sensazione e credere che essa sia principalmente dentro la testa o al massimo in qualche altra zona del corpo ma senza riuscire a collocarla? Non sai dove senti quella sensazione e non diresti mai che è il tuo corpo a comunicarlo.

Forse non siamo abituati molto a parlare il linguaggio corporeo. Siamo una società principalmente chiusa a livello corporeo. Comunichiamo soprattutto verbalmente ma non utilizziamo il corpo per comunicare o per sapere come comportarci nella vita. È vero, ci sono lo sport e l’arte che permettono l’espressione del corpo ma lo facciamo in un luogo a sé. Magari durante il giorno non seguiamo mai il corpo e poi ci alleniamo o facciamo teatro la sera.

È già qualcosa sicuramente ma io credo che sarebbe utile sapere come ascoltare il corpo nella quotidianità e specialmente nel momento in cui grida e richiede la nostra attenzione.

Mi riferisco a quei momenti nella vita dove non sappiamo dove andare a parare, dove non sappiamo che strada prendere, dove abbiamo paura e dove ci sono tante voci dentro di noi che ci spingono in una direzione piuttosto che in un’altra. Io credo che lì sarebbe importante sapere quale è la voce del nostro corpo. Imparare il suo suono inconfondibile e che siamo in grado di riconoscere in qualsiasi momento.

Se vi fermate un attimo, il corpo è forse la cosa più affascinante che esiste. Se ci pensate andiamo ovunque con il corpo e facciamo tutto insieme a lui; eppure, quando ci troviamo di fronte a una persona e le parliamo con cosa siamo lì veramente? Ci pensiamo mai che quando parliamo con qualcuno lo facciamo attraverso il corpo e che l’altro comunica con noi attraverso il suo?

Si potrebbe dire: “No io uso la mia testa” oppure “Io parlo con lo spirito”, “Sono le nostre anime che comunicano” o meglio ancora “Si quando parliamo con qualcuno avviene uno scambio energetico”.

La mia domanda è: non è tutto questo corpo?

Il massimo punto di arrivo nella vita sembra quella di riuscire a capire cosa ci dice la nostra anima. Cosa vuole fare qua su questa terra? Che è venuta a fare insomma?

Eppure, io credo che non lo potremmo mai sapere se non ascoltiamo il nostro corpo. L’anima alla fine ha scelto un corpo per venire qua e un motivo ci sarà. Non sarà il motivo, quello che il nostro corpo è come uno strumento di decifrazione in grado di leggere pensieri, emozioni e appunto l’anima? Vogliamo entrare in contatto con la nostra anima ma in realtà dobbiamo entrare in contatto con il nostro corpo.

Eppure, troppo spesso lo mettiamo da parte, come se fosse quell’involucro limitato che talvolta ci intralcia pure nel cammino.

 C’è stato un periodo della mia vita in cui vivevo principalmente di ideali, obiettivi e una visione della vita che seguivo, tutt’ora è così ma qualcosa sta cambiando. Ricordo ancora come certe notti sentivo pulsazioni in tutto il corpo. Era una cosa fastidiosissima perché non riuscivo a dormire e mi sentivo come se il mio corpo scoppiasse da un momento all’altro. Si può anche paragonare la sensazione a quella dopo una scossa elettrica in cui si crea quello strano dolore.

Sapete cosa ho fatto? Niente, ho fatto finta di niente. Dentro mi ripetevo: ho un sacco di ambizioni e ideali. Sicuramente sono sulla strada giusta. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Ad un certo punto ci ho fatto l’abitudine. Perché è questo che facciamo. Il nostro corpo grida e noi ci facciamo l’abitudine a convivere con il suo grido. Si un giorno ci da più fastidio ma bene o male ci conviviamo. Facciamo così con qualsiasi espressione corporea anche con un dolore o persino quando ormai siamo malati.

Non mi riferisco a un semplice raffreddore o un’influenza che possono avere svariate motivazioni e tal volta sono utili per far funzionare meglio il corpo. Mi riferisco a delle vere e proprie patologie come il tumore, l’anoressia, l’obesità ecc.

Se prendiamo ad esempio l’anoressia, cosa comunica il corpo veramente? Si tratta di un corpo mal nutrito, debole e che via via smette si svolgere e funzioni principali. Rimane però difficile comprendere il messaggio dietro l’anoressia se ci focalizziamo solo sulle sensazioni che la persona può avere durante questo disturbo. Sicuramente è utile comprendere il percorso della persona e la presenza di eventuali traumi ma la domanda veramente utile credo che sia la seguente: Cosa farebbe la persona se non soffrisse di anoressia? Lascia per un momento entrare la domanda dentro di te e rileggila in caso.

Cosa farebbe la persona di diverso se non avesse quel disturbo?

È una domanda la cui risposta ci fa comprendere meglio perché alcune persone decidono di soffrirne.

La persona sarebbe probabilmente nella sua piena forza e dovrebbe affrontare la vita per quella che è veramente. E non voglio dire che sarebbe semplicemente felice perché la vita non è questo. Affrontare la vita significa accettare il rischio di sbagliare, fallire, dover rimediare, dover cambiare, cambiare rotta, imparare ma anche essere felice. Non è questo un grande impegno? È comprensibile che talvolta sia troppo ma d’altra parte è ciò che abbiamo scelto di vivere.

Non sono qui a dire quali siano le cause di alcune patologie. Mi rendo conto che è molto complesso.

Ciò che voglio dire però è che credo che queste patologie che si esprimono attraverso il corpo siano proprio dovute al fatto che le persone non sentono più il corpo. E’ il corpo il motore della nostra vita. Se un giorno decide di non alzarsi più non possiamo fare niente nella vita. Se non è abbastanza nutrito la forza per fare le cose è poca e quindi il potenziale della vita che possiamo vivere è basso.

Credo che la nostra società dia ancora troppo poco peso al corpo, specialmente nella cura di alcune patologie.

La psicosomatica è riuscita a cogliere il nesso tra corpo, emozioni e psiche ma spesso il focus è sulle emozioni e la psiche che si riversano poi sul corpo.

Io credo che sia il contrario. Credo che sia necessario lavorare sul corpo che ritornando nella sua forza cambia completamente l’aspetto emotivo e psicologico.

Basta pensare a quando siamo giù di morale e una persona anziché analizzare le possibili cause, quello che ci è successo ecc. ci chiede di fare una corsa. Dopo come ci sentiamo? Sicuramente meglio; eppure, non abbiamo neanche parlato.

Il corpo deve essere al centro della nostra vita perché ascoltandolo esso riesce di conseguenza a inoltrare tutte le informazioni alle parti di cui siamo composti.

E’ lui la vera intelligenza e pertanto merita di essere riconosciuto come tale.

E’ vero che sa meglio di noi cosa occorre ma solo se lo lasciamo agire.

Prendiamoci dei momenti durante il giorno in cui ci relazioniamo con il nostro corpo. Quando facciamo qualcosa fermiamoci un attimo e ascoltiamo come si muove il nostro corpo e quali sensazioni lo attraversano. Piano piano diventerà un gioco naturale e ci riappropriamo di un grande potere:

Il potere di scegliere la cosa giusta al momento giusto.

Sophia Molitor

Scopri di più qui sul mio profilo

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti