Running: 60 minuti di corsa

Come percorrerli al meglio

Bentornati nella rubrica dedicata al running. Dopo ormai diversi mesi trascorsi a parlare dei molteplici modi possibili per allenarsi, fornendo svariati consigli pratici, è assai probabile che si riesca a completare senza eccessiva difficoltà una sessione di corsa di 60 minuti. È quindi possibile, a questo punto, proporre delle modalità alternative con cui approcciarsi alla corsa e fornire le diverse interpretazioni che possono essere adottate in occasione dell’allenamento.

L’ora di corsa rappresenta la distanza classica per il runner, ma dopo qualche tempo, se percorsa sempre alla stessa maniera, rischia di diventare noiosa e ripetitiva; pertanto, poiché la corsa deve essere soprattutto un piacere, può essere utile proporre alcuni modi alternativi per allenarsi, differenziando le esperienze in modo da non perdere gli stimoli.

Lo standard maggiormente praticato dai principianti, è il cosiddetto “lento standard”, per cui si procede con passo sempre uguale per 50/60 minuti, arrivando a spingere progressivamente di più verso la fine; in tal modo, si giunge al limite dello stremo fino a fermarsi. Questa procedura è sconsigliata perché induce a strafare; bisogna invece correre sempre in modo tranquillo, cercando di restare il più rilassati possibile, mantenendo un ritmo regolare dall’inizio alla fine.

Un altro approccio è quello del lento “collinare”, caratterizzato da continui sali-scendi; di solito, però, si rischia di dover affrontare percorsi troppo impegnativi, con salite eccessivamente ripide e discese pericolose, che rischiano di mettere a repentaglio l’incolumità fisica, oltre ad essere controproducenti per un livello ancora medio-basso. Bisogna quindi cercare un percorso che proponga salite e discese dall’andamento soft, che consentano di correre in compagnia e di affrontare i dislivelli con passo disinvolto; in tal modo si eviterà ogni tipo di sofferenza respiratoria e sarà possibile godere del paesaggio della compagnia (fattori da tenere sempre presenti, come già sottolineato in occasioni precedenti.

Inutile precisare che esistono poi molti altri di metodi, ma, tenendo sempre presente che le indicazioni fornite in questa rubrica si rivolgono per lo più a chi sta sperimentando ancora un livello da principiante, non è al momento necessario addentrarsi in spiegazioni più approfondite, con il rischio di confondere le idee a chi legge.

Un interrogativo ricorrente, inoltre, è se questi tempi e queste modalità di corsa siano sufficienti per bruciare i grassi; non mancano infatti le riviste dedicate alla salute che sostengono come correre meno non sempre aiuti a bruciare i grassi. Si tratta in realtà di un’affermazione non del tutto veritiera. Ad esempio, correre quattro volte alla settimana per almeno 30 minuti consecutivi, sviluppa una capacità maggiore di bruciare i grassi, rispetto ad uscire solo due volte (il sabato e la domenica, come avviene nei casi più classici) per 60 minuti; è quindi opportuno regolarsi di conseguenza. Sarebbe utile poi provare a correre qualche volta a digiuno; correndo con le scorte di carboidrati al minimo, il muscolo tende infatti a bruciare più grassi. Bisogna però ricordare che, se non si è ben allenati, non bisogna esagerare, altrimenti si finisce per bruciare la massa magra, che invece serve.

A questo punto, non mi resta altro che salutarvi, ricordandovi di scrivermi per dubbi e curiosità. E, come sempre, buone corse a tutti!

Antonio De Vito

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