Economia

SALARIO MINIMO PER LEGGE? NO, GRAZIE

Se applicata, la proposta del M5S costerebbe agli artigiani almeno 1,5 miliardi

Salario minimo orario a 9 euro lordi per legge ? No grazie. Già oggi nei principali contratti nazionali di lavoro dell’artigianato – che presentano i livelli retributivi tra i più bassi fra tutti i settori economici presenti nel Paese – le soglie minime orarie lorde complessive sono comunque superiori alla proposta di legge proposta dal Movimento 5 Stelle.

Va tenuto conto anche del salario differito

A smontare la proposta grillina è l’’Ufficio studi della CGIA, giunto a tale conclusione facendo presente che la materia contrattuale è molto complessa ed è estremamente riduttivo analizzarne solo ed esclusivamente la retribuzione oraria lorda.

“Quando le parti sociali rinnovano un contratto di lavoro – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – nello stabilire gli aspetti strettamente retributivi si tengono in considerazione anche gli altri istituti che non hanno un impatto diretto sulla busta paga, ma sono altrettanto importanti, poichè vanno a comporre il cosiddetto salario differito. Ci riferiamo alle festività, ai permessi, alle malattie, alla maternità, alla formazione, etc. Se, inoltre, teniamo conto anche degli straordinari, del Tfr, della tredicesima/quattordicesima mensilità e, ove esistono, del welfare aziendale e dei contratti integrativi territoriali, già oggi il salario minimo orario dei lavoratori interessati dai contratti collettivi nazionali è nettamente superiore ai 9 euro lordi chiesti dai 5Stelle”.

I costi per le imprese artigiane

Nonostante ciò, se la proposta sostenuta dal Ministro Di Maio diventasse legge, l’aggravio di costo in capo alle imprese artigiane sarebbe di almeno 1,5 miliardi di euro all’anno. Una penalizzazione che colpirebbe un settore che assieme alle piccole imprese e al mondo delle partite Iva, è attualmente l’unico in grado di creare nuovi posti di lavoro.

“Tale costo aggiuntivo – afferma il Segretario Renato Mason – è comunque sottostimato in quanto non tiene conto dell’effetto trascinamento che l’introduzione del salario minimo per legge avrebbe nei confronti dei livelli retributivi che oggi si trovano sopra i 9 euro lordi. Appare evidente che, se si ritocca all’insù la retribuzione per i livelli più bassi, la medesima operazione dovrà essere effettuata anche per gli inquadramenti immediatamente superiori. Diversamente, molti lavoratori si vedrebbero ridurre o addirittura azzerare il differenziale salariale con i colleghi assunti con livelli inferiori, pur essendo chiamati a svolgere mansioni superiori a questi ultimi”.

Maggiori rischi per le imprese ubicate nelle aree più in difficoltà

Oltre a ciò, l’Ufficio studi della CGIA segnala che l’introduzione del salario minimo per legge avrebbe delle conseguenze molto negative per le aziende artigiane ubicate nelle aree economiche più arretrate del Paese che, per ragioni storiche e culturali, non applicano compiutamente i contratti nazionali. Probabilmente, l’aumento dei costi salariali in capo alle aziende spingerebbe molte realtà produttive a licenziare i beneficiari di questo provvedimento di legge, facendo così aumentare l’esercito dei lavoratori in nero.

Buste paga più pesanti ? Tagliare il cuneo fiscale

In alternativa alla proposta dei 5Stelle, quale soluzione si potrebbe avanzare per rendere le buste paga degli impiegati e degli operai più pesanti ?

Su questo, l’Ufficio studi della CGIA non ha alcun dubbio: è necessario ridurre il cuneo fiscale, in particolar modo la componente fiscale in capo ai lavoratori dipendenti. Una proposta molto semplice e auspicata anche da molti esponenti di Governo. Tuttavia, pare difficilmente praticabile: quando a dover “pagare il conto” è chiamato il fisco, nel nostro Paese è estremamente difficile passare dalle parole ai fatti.

Le simulazioni su 6 contratti collettivi nazionali del settore artigiano

L’Ufficio studi della CGIA ha analizzato i principali contratti nazionali del settore dell’artigianato, individuando, al netto degli effetti economici delle componenti del salario differito, i livelli di inquadramento e il numero di addetti interessati all’incremento del salario minimo orario per legge a 9 euro lordi. Infine, è stato stimato il relativo costo per le imprese.

Nella platea analizzata non sono ricompresi i contratti dell’edilizia e dell’autotrasporto: in entrambi questi casi, tutti i livelli contrattuali sono al di sopra dei 9 euro lordi all’ora. Vediamo nello specifico i risultati.

Benessere

Tutti e 4 i livelli previsti dal contratto nazionale hanno una retribuzione oraria al di sotto dei 9 euro lordi. L’adeguamento interesserebbe poco più di 97 mila addetti con un costo per gli imprenditori del settore pari a 558 milioni di euro all’anno.

Alimentaristi

In questo caso 4 livelli di inquadramento su 6 hanno una retribuzione oraria al di sotto dei 9 euro lordi. L’adeguamento interesserebbe poco meno di 84 mila addetti (99 per cento del totale) con un costo per gli imprenditori del settore pari a 225 milioni di euro all’anno.

Chimica, gomma, plastica e vetro

In questo caso 3 livelli di inquadramento su 6 hanno una retribuzione oraria al di sotto dei 9 euro lordi. L’adeguamento interesserebbe poco più di 21.200 addetti (pari all’85 per cento del totale) con un costo per gli imprenditori del settore pari a 43 milioni di euro all’anno.

Grafici

In questo caso 2 livelli di inquadramento su 6 presentano una retribuzione oraria al di sotto dei 9 euro lordi. L’adeguamento interesserebbe poco più di 7.200 addetti (43 per cento del totale) con un costo per gli imprenditori del settore pari a 14 milioni di euro all’anno.

Metalmeccanici

In questo caso 4 livelli di inquadramento su 6 presentano una retribuzione oraria al di sotto dei 9 euro lordi. L’adeguamento interesserebbe poco più di 232.000 addetti (pari al 93 per cento del totale) con un costo per gli imprenditori del settore pari a 515 milioni di euro all’anno.

Legno

Come nel precedente, anche in questo caso 4 livelli di inquadramento su 7 presentano una retribuzione oraria al di sotto dei 9 euro lordi. L’adeguamento interesserebbe quasi 44.500 addetti (pari all’82 per cento del totale) con un costo per gli imprenditori del settore pari a 93 milioni di euro all’anno.

Sintetica nota metodologia

Si è studiata la suddivisione per livello di inquadramento dei dipendenti artigiani nei principali contratti, a tal fine si è effettuata una apposita rilevazione su un campione di oltre 1.200 dipendenti di imprese artigiane. I risultati di questa analisi sono stati utilizzati per stimare la distribuzione dei dipendenti delle imprese artigiane (quali risultanti dal registro imprese) nei diversi livelli contrattuali stimando quindi l’aggravio per singolo comparto dell’adeguamento della retribuzione oraria base contrattuale a 9€ come da Disegno di Legge n 658.

La Voce

Fonte: CGIA

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Redazione La Voce

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