Economia

UNIONE EUROPEA: IL PIL ITALIANO CALERA’ DELL’11,2% NEL 2020

Il pesantissimo danno causato dalla pandemia di COVID-19

L’epidemia di COVID-19 e le relative misure di contenimento hanno spinto l’economia italiana in profonda contrazione. E’ quanto afferma la Commissione Europea.

Secondo l’ufficio statistico nazionale, l’Istat, il PIL reale è diminuito del 5,3% nel primo trimestre 2020, guidato da forti riduzioni degli investimenti e delle esportazioni. Le severe misure di blocco imposte dal Governo italiano a marzo, compresi gli arresti della produzione, comportano la previsione di un danno all’attività economica superiore nel secondo trimestre.

Tuttavia, gli indicatori suggeriscono che l’economia ha iniziato a riprendersi nella produzione a maggio, non appena le misure di contenimento associate hanno iniziato ad attenuarsi, dopo la crisi causata dalla pandemia di COVID-19.

In assenza di una seconda ondata di infezioni, l’attività economica dovrebbe iniziare a riprendersi nel terzo trimestre di quest’anno, aiutata da un sostanziale sostegno politico. Mentre è probabile che la produzione industriale prenda il ritmo più rapidamente, il turismo e molti altri servizi relativi ai consumatori, sono destinati a riprendersi più gradualmente.

Le perdite di produzione nei primi due trimestri saranno probabilmente maggiori di quanto ipotizzato in primavera, con una previsione del PIL reale in calo dell’11,2% per quest’anno. Nel 2021, l’espansione passerà da un rimbalzo tecnico a una ripresa più autentica. Inoltre, il profilo trimestrale nel corso del 2020 implica un notevole effetto di riporto, contribuendo notevolmente ad una crescita media annua della produzione, pari al 6% nel 2021. Tuttavia, il PIL reale non dovrebbe ritornare al livello del 2019 entro la fine del 2021.

Con la revoca delle misure di confinamento, la spesa dei consumatori dovrebbe riprendersi nella seconda metà del 2020.

I depositi delle famiglie sono aumentati considerevolmente e il sostegno al reddito attraverso trasferimenti sociali e lavoro a breve termine, dovrebbe compensare in parte l’impatto negativo della pandemia sull’occupazione e sui redditi. Al contrario, è probabile che quest’anno gli investimenti delle imprese rimangano depressi, data la forte incertezza e necessità delle imprese di sostenere la liquidità, anche se le garanzie sui prestiti, i differimenti di pagamento delle tasse e i crediti d’imposta, forniscono un valido supporto. La spesa in conto capitale dovrebbe guadagnare terreno nel 2021, sostenuta dagli investimenti pubblici.

Le economie dei partner commerciali italiani sono destinate a contrarsi bruscamente nel 2020, il che implica un sostanziale calo delle esportazioni, con il turismo tra i settori più colpiti. Tuttavia, il settore delle esportazioni potrebbe favorire la ripresa, una volta che l’economia globale prenderà ritmo. Nel 2021, si prevede che le esportazioni cresceranno in linea con il commercio globale.

Le prospettive di crescita rimangono soggette a rischi al ribasso.

Un crollo prolungato del mercato del lavoro una volta che l’emergenza le misure saranno concluse ed il sentimento del consumatore moderato, potrebbe frenare il recupero previsto.

L’inflazione HICP è stata in media dello 0,6% nel 2019, ma è destinata a scendere a circa zero nel 2020, a causa della pressione al rialzo data dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari. Calano di contro i prezzi dell’energia.

Nel 2021, si prevede che i prezzi al consumo aumenteranno dello 0,8%, in gran parte a causa degli effetti di base legati ai prezzi del petrolio, mentre è probabile che la crescita dei salari rimanga modesta rispetto al periodo di previsione.

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Redazione La Voce

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