Storia

Venezia contro Genova, Milano e i turchi: vincitrice e gloriosa per secoli

Ricchezza e splendore fino all'epilogo e la caduta sotto il dominio straniero

Abbiamo interrotto la narrazione della storia della Serenissima repubblica di Venezia con la felice conclusione della Quarta Crociata (1204), ed abbiamo anticipato come da quel momento in poi, stante la creazione dell’impero commerciale veneziano nel bacino orientale del Mediterraneo, si fossero create le condizioni per lo stato di perenne conflitto con la rivale storica, ossia Genova. Difatti le due repubbliche si fronteggiarono nella contesa per il possesso di Creta, che divenne definitivamente veneziana dando alla Serenissima uno scalo commerciale di importanza strategica enorme.

Vi fu poi una pausa nella contesa quando le due rivali furono alleate durante la Quinta Crociata (1217-1221) e la Sesta (1228-1229), ma la contesa riprese immediatamente per il controllo delle rotte commerciali con il Medio Oriente. La lotta ebbe fasi alterne, vedendo trionfare ora l’una ora l’altra, fino alla stipula della pace nel 1270; in questa fase Venezia approfittò della situazione di quiete per consolidare il dominio dei propri possedimenti nel Mediterraneo orientale e della rete fluviale nella pianura Padana. Nel 1284 vi fu però la vittoria genovese nella battaglia della Meloria (della quale abbiamo parlato in un articolo dedicato a questo decisivo evento bellico), che segnò la scomparsa di Pisa come rivale di Genova, cosa che permise a quest’ultima di poter tornare a mettere in discussione il dominio veneziano. La battaglia decisiva avvenne nel 1298 presso l’isola di Curzola (Dalmazia meridionale), dove la flotta genovese di Lambda Doria inflisse una pesante sconfitta a quella veneziana di Andrea Dandolo; per fortuna dei veneziani però, i genovesi erano spossati dalla lotta e non ebbero modo di affondare il colpo decisivo alla città lagunare rimasta indifesa.

Intanto, dopo la pace stipulata con Genova, Venezia si diede a rafforzare le istituzioni della repubblica oligarchica, cose che permise alla Serenissima di rimanere un’eccezione nel panorama politico della penisola nel momento storico che vedeva il passaggio dalle istituzioni comunali alla nascita del potere signorile.

Intanto si giunse all’ennesima guerra contro Genova, la quale inflisse un’altra dura sconfitta alla Serenissima nella battaglia del Bosforo (1352), ma anche questa volta ai veneziani andò di lusso: i genovesi furono sconfitti dagli aragonesi (1353), che contendevano a Genova il controllo della Sardegna, e Venezia poté approfittare delle sfortune della rivale.

Ed arriviamo quindi ad un’altra guerra tra le due repubbliche, un conflitto che prese il nome di Guerra di Chioggia (1378-1381) e che rappresentò uno dei momenti più drammatici nella storia della Serenissima. Difatti la flotta veneziana fu sconfitta al largo di Pola, cosa che permise ai genovesi (alleati della famiglia padovana dei Carrara e del re d’Ungheria) di conquistare Chioggia, giungendo quindi ad un passo dalla laguna. Ma per quanto il momento fosse drammatico, i veneziani non si persero d’animo: contrattaccarono e sconfissero i genovesi espugnando Chioggia, che fu riconquistata nel 1380 ponendo fine all’incombente minaccia sulla città lagunare. Genova attraversò poi un periodo di crisi dettata dalle continue lotte intestine che ne causarono un irreversibile indebolimento e l’assoggettamento a potenze straniere.

Eliminata la rivale di sempre, iniziò per Venezia la disputa con un’altra città rivale, che divenne anch’essa storico nemico per la Serenissima, ossia la Milano dei Visconti che contendeva ai veneziani le rotte commerciali padane, particolarmente nella ricca valle dell’Adda. Ma non era tutto. In realtà un altro nemico, anch’esso divenuto poi storico per Venezia, le contendeva questa volta il controllo del Mediterraneo orientale: stiamo parlando della potenza ottomana con la quale Venezia dovrà confrontarsi a lungo.

Intanto arrivò la sconfitta nella battaglia di Agnadello (1509) contro le forze della coalizione voluta da papa Giulio II (Impero, Francia, Spagna e vari stati italiani) che mal digeriva l’espansionismo veneziano verso la Romagna; ma soprattutto giunse la scoperta del Nuovo Mondo, con l’apertura delle rotte commerciali oceaniche che posero l’impero commerciale veneziano in uno stato di assoluta marginalità rispetto al nuovo scacchiere mondiale. Ed intanto venne la famosa battaglia di Lepanto.

Quello dei turchi era ormai divenuto un enorme e potentissimo impero (l’Impero Ottomano), ed il possesso delle isole dell’Egeo da parte di Venezia non poteva essere tollerato a lungo. Si arrivò quindi allo scontro che nel 1571 vide la flotta della Lega Santa (Venezia, Spagna, Genova, cavalieri di San Giovanni e Stato Pontificio) trionfare su quella ottomana a Lepanto. La gloria fu grande, soprattutto per Venezia le cui navi ebbero un ruolo fondamentale per il conseguimento della vittoria; che fu però effimera. Difatti la potenza del sultano era tale che nel giro di pochi mesi i turchi misero in piedi un’altra flotta pari a quella perduta a Lepanto. Era troppo. La guerra era ormai divenuta un onere finanziario il cui peso andava oltre la convenienza di un’altra eventuale vittoria militare: il sultano fu accontentato e gli fu ceduto quanto desiderava, ossia l’isola di Cipro.

Il ‘600 ed il ‘700 videro altri scontri con gli ottomani che videro nuove vittorie ma anche perdite importanti (come nel caso di Creta), il che andava via via ridimensionando la presenza veneziana nel Mediterraneo orientale e quindi il controllo delle vie del commercio con l’oriente. Venezia continuò comunque a giocare un ruolo da potenza egemone in Italia e nello scacchiere europeo, ma la perdita del dominio del Mediterraneo e lo spostamento dell’asse degli interessi commerciali verso le rotte oceaniche ne determinarono una lenta e progressiva decadenza.

Si giunse quindi all’epilogo, quando il 17 ottobre del 1797 Napoleone siglò con gli austriaci il Trattato di Campoformio (o più correttamente Campoformido): l’Austria riconosceva le conquiste francesi nel nord Italia e la nascita della Repubblica Cisalpina (costituita il 29 giugno del 1797 come “repubblica sorella” della Francia rivoluzionaria), e la Francia cedeva all’Austria Venezia (che dai francesi era stata conquistata). Insomma, il futuro imperatore aveva usato Venezia come merce di scambio, e la città lagunare divenne possesso dell’Impero d’Austria fino all’unione al Regno d’Italia nel 1866.

Fu questa la fine della Serenissima Repubblica, dopo secoli di gloria e di splendore. Ma fu solo la fine dell’esistenza di Venezia come stato nazionale; la grandezza della più potente e longeva repubblica marinara rimane impressa nella storia ed è motivo di vanto e di orgoglio per i veneziani e per gli italiani tutti.

In ultimo una curiosità riguardo la citata battaglia della Curzola. Naturalmente la sconfitta di Venezia significò la cattura da parte dei genovesi di un gran numero di prigionieri veneziani; bene, tra questi vi era un giovane che alcuni anni prima aveva compiuto un viaggio avventuroso fino all’estremo oriente, e che durante la prigionia scrisse la cronaca appassionante di quanto aveva potuto vedere ad apprendere durante quell’incredibile esperienza: quel giovane veneziano si chiamava Marco Polo.

Marco Ammendola

Mostra Altro

Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
Pulsante per tornare all'inizio