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ANTONIO MEGALIZZI: IL GIOVANE REPORTER INNAMORATO DELL’EUROPA

Non ho mai conosciuto Antonio Megalizzi di persona; non eravamo neanche amici su Facebook. Del resto, siamo talmente tanti a fare informazione che è impossibile conoscersi tutti tra noi. Quel che è certo però, è che quando succede qualcosa a qualcuno di noi, gli altri si sollevano come un sol uomo a difendere chi è vittima di attacco: qualsivoglia attacco. Si innesca una sorta di ribollio del sangue di una fratellanza che di sangue non è; è una fratellanza data dall’aver vissuto spesso esperienze simili, sia in positivo che in negativo.

Di Antonio Megalizzi ne sono venuto a conoscenza nel modo peggiore, quando un individuo ha sparato tra le persone a Strasburgo, martedì sera, ad un mercatino di Natale. Antonio era lì e certo non in vacanza: si trovava a Strasburgo per fare informazione sui lavori della Plenaria del Parlamento Europeo, per conto di Europhonica, uno dei format radiofonici di RadUni, l’associazione alla quale fanno riferimento una trentina di radio universitarie italiane. Dopo una giornata di lavoro, aveva pensato di fare una passeggiata per respirare un po’ di quell’atmosfera natalizia che una mano criminale ha insanguinato.

Sparava ad altezza d’uomo, quella bestia ed Antonio si è trovato sulla linea di tiro: un solo colpo, alla nuca… il proiettile che si conficca alla base del cranio, vicinissimo alla spina dorsale. Sulle prime, le informazioni che arrivano non riportano questi dettagli fondamentali; al contrario sono quasi rassicuranti e parlano di una ferita lieve. Soltanto il giorno dopo si conosceranno le vere condizioni di Antonio: è grave, gravissimo, in coma, non operabile. I medici chiedono tempo ma di tempo non ce n’è più. Per Antonio, stanno scendendo gli ultimi granelli di sabbia contenuti in quella simbolica clessidra che rappresenta lo scorrere del tempo per ognuno di noi. Il problema è che per Antonio, la sabbia nella sua clessidra è scesa più velocemente che per altri, fermandosi ai 29 anni d’età.

Antonio era un giovane entusiasta della vita: basta guardare una delle tante foto che lo ritraggono sempre sorridente e con gli occhi vispi del calabrese che la sa lunga, nell’accezione positiva dell’espressione. Aveva gli occhi che sorridevano, sorridevano alla vita. Quella vita che gli aveva dato tanto: gli studi con il corso di Laurea magistrale in Studi europei e internazionali a Trento; la passione per il giornalismo, quello radiofonico che aveva esercitato facendo la gavetta; le collaborazioni con la RAI di Trento, con il canale radiofonico dell’emittente locale RTTR sino a Radio 80 Forever Young di Rovereto.

Antonio era innamorato dell’Europa che difendeva a spada tratta, occupandosi di immigrazione e proiettando il suo impegno finanche in ambito politico con la candidatura in ‘+Europa’, il Movimento filoeuropeista di Emma Bonino.

Aveva una fidanzata, Antonio: si chiama Luana Moresco e mentre lui si impegnava politicamente a Sinistra, lei era candidata con Forza Italia in Trentino. Una diversità profonda come il giorno e la notte, diranno i più: non è così perché ad unirli, oltre al grandissimo sentimento, c’era anche una visione comune dell’Europa per come avrebbe dovuto essere. Un’Europa che dovrebbe saper gestire il problema immigrazione ed il problema terrorismo.

Antonio, le sue idee di politiche europee sull’immigrazione, le aveva chiare. “L’Unione Europea sembra essere tornata all’anno zero perché c’è una competenza totale dei singoli Stati in materia d’immigrazione. Se la situazione rimane così è difficile che cambi qualcosa, lo dico con un po’ di tristezza”, aveva detto nel corso della sua ultima diretta radio, lo scorso 7 dicembre.

Di terrorismo ne aveva parlato a febbraio scorso, in un’intervista al presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani. In quell’occasione Tajani si era augurato l’avvento di “un vero piano Marshall” per combattere la logica del terrore: la stessa logica che ha spento per sempre il microfono di Antonio ma che non spegnerà mai le milioni di voci che a questa logica continueranno ad urlare, NO!

Opporsi al terrorismo è un dovere dato da centinaia di buone ragioni: adesso, con Antonio ne abbiamo una in più.

Riposa in pace, collega.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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