APPROVATO IL “CODICE ROSSO”: ECCO COSA CAMBIA PER I REATI DI VIOLENZA DI GENERE
"Corsia preferenziale" e rapidità investigativa nei casi di violenza sulle donne. Inasprite le pene per stupri e stalking. Introdotto i reati di revenge porn e sfregi al viso
Si prospettano tempi duri per coloro i quali ritengono di poter far male alle donne, facendola franca. Con l’approvazione del cosiddetto ‘Codice Rosso’ a tutela delle vittime di violenza di genere, vengono inasprite le pene ed introdotti nuovi reati. La legge velocizza le procedure investigative e chi si renderà colpevole di stupro o di stalking, subirà condanne più pesanti. Inoltre, vengono introdotti i reati di revenge porn e di sfregi al viso. Ed ancora, stop ai matrimoni forzati.
Ecco nel dettaglio che cosa prevede la legge approvata ieri, in via definitiva dal Senato.
Per quanto riguarda le denunce e le indagini relativi a casi di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate avvenute in famiglia o tra conviventi, la Polizia Giudiziaria avrà l’obbligo di comunicare tempestivamente alla Magistratura. Il Pubblico Ministero a sua volta, dovrà ascoltare la vittima entro tre giorni da quando viene iscritta la notizia di reato.
Le pene in caso di violenza sessuale vengono inasprite, passando dagli attuali 5 anni a 6-12 anni di reclusione. L’aggravamento del reato sarà dato quando la violenza si consuma a danno di minori di 14 anni ingannati con promesse di soldi o altre utilità.
Nei casi di stalking, la reclusione arriverà ad un minimo di un anno ad un massimo di 6 anni e 6 mesi, contro l’attuale minimo di 6 mesi ed il massimo di 5 anni.
Chi si renderà colpevole del reato di maltrattamenti in famiglia, potrà subire una condanna variabile dai 3 ai 7 anni contro gli attuali 2-6 anni.
Qualora la vittima subisca lesioni permanenti al volto (ad esempio sfregi con acido), il colpevole subirà una condanna data dall’introduzione di questo nuovo reato: da un minimo di 8 ad un massimo di 14 anni di reclusione. Qualora la vittima dovesse perdere la vita a causa dello sfregio, la condanna si tradurrà immediatamente in ergastolo. Difficilmente il condannato potrà usufruire dei benefici di legge quali, la possibilità di lavorare fuori dal carcere, permessi premio o misure alternative alla detenzione nella casa circondariale.
Chi costringe al matrimonio mediante violenze o minacce, così come approfittando di uno stato di inferiorità psichica o dettami religiosi, sarà punito con una condanna da 1 a 5 anni di reclusione. Se la vittima è minorenne, la condanna sarà da 2 a 6 anni di carcere con possibilità di essere aggravata della metà se la vittima è di età inferiore ai 14 anni al momento del compimento del reato. Questo elemento lo si deve ad un emendamento presentato dalla Vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, Mara Carfagna.
E’ introdotto il reato noto come ‘revenge porn’. Chiunque diffonda, ceda, invii, consegni o pubblichi materiale foto o video di carattere sessualmente esplicito o che mostri organi sessuali, senza il consenso dell’interessato, potrà incorrere in una condanna che va da un minimo di 1 ad un massimo di 6 anni di carcere. A questo si aggiunge una multa da 5.000 a 15.000 euro. Medesima pena per chi ricevendo, diffonda le immagini al fine di danneggiare la persona ritratta. E’ prevista l’aggravante quando il reo è coniuge o ex coniuge della vittima o se il reato è stato commesso con l’impiego di strumenti informatici.
Antonio Marino