Politica

ARCELOR-MITTAL: IL GOVERNO DICE NO ALLO SPEGNIMENTO

Il Ministro Boccia: "Non ne hanno il diritto" e Conte minaccia azioni legali contro l'azienda

E’ corda tesa tra ArcelorMittal ed il Governo italiano circa la volontà dell’azienda di spegnere gli altiforni dell’ex ILVA di Taranto entro metà gennaio.

Il Ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia ha dichiarato: “Non devono permettersi di spegnere la fabbrica. Non ne ha il diritto, commetterebbe più reati. Se vogliono lasciare la fabbrica hanno il dovere di lasciarla così com’è. Questo è un contratto di affitto. L’hanno trovata accesa e la lasciano accesa. Non spengono i forni. Sarebbe di una gravità inaudita. Il Governo è disponibile ad incontrare l’azienda, ma non consentiamo ad ArcelorMittal di essere ricattati”. Le dimensioni “ecologica ed economica devono andare a pari passo – ha detto ancora Boccia – e noi continueremo a produrre acciaio. Se non lo farà Mittal, lo farà l’amministrazione straordinaria con l’intervento ponte dello Stato e poi troveremo altri imprenditori in Italia e nel mondo che vogliano ancora partire da Taranto. Su questo il Governo è compatto”.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha affermato: “ArcelorMittal sta violando gli impegni presi e di questo ne risponderà in sede giudiziaria, sia per ciò che riguarda il risarcimento danni, sia per ciò che riguarda il procedimento d’urgenza”. L’azienda, ha proseguito il premier, “si sta assumendo una grandissima responsabilità” e la volontà di spegnere gli impianti  “prefigura una chiara violazione degli impegni contrattuali e un grave danno” per l’economia italiana.

Nel merito è intervenuto anche il Ministro Stefano Patuanelli. Nel corso dell’incontro tra l’azienda ed i sindacati, ha affermato che il Governo non riconosce ad ArcelorMittal il diritto di recesso. L’azienda ha dichiarato qualcosa che ci ha lasciato piuttosto perplessi – ha aggiunto Patuanelli – cioè che tutto è legato allo scudo, quando dal 12 settembre dichiara che ci sono 5mila esuberi necessari per un problema strutturale dell’impianto, che non potrà mai più produrre più di 4 milioni di tonnellate. Allora credo che l’azienda si debba mettere d’accordo con se stessa quando fa le dichiarazioni”.

L’A.D. di ArcelorMittal, Lucia Morselli, prendendo la parola durante il tavolo azienda-sindacati, ha replicato: “Noi siamo qui perché riteniamo che il contratto legalmente possa essere sciolto. Questo è quello che abbiamo chiesto e stiamo agendo in coerenza”. Una volta tolto lo scudo penale, “è stato rotto il concetto base del piano risanamento dell’ex ILVA”, ha sottolineato la Morselli. Non sussistono più i presupposti di un un piano “che diceva: ci piacerebbe avere la bacchetta magica ma non l’abbiamo. Allora bisogna andare al 2023, quando l’area a caldo sarà accettabile. Nel frattempo creiamo le condizioni per arrivarci e una delle condizioni era dare la protezione a chi ci lavora”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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