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Baglioni “spara” su Salvini: “Evitare lo sbarco di 40-50 persone, una farsa”

Il Direttore artistico del Festival di Sanremo commenta la vicenda dello sbarco dei migranti nel Mediterraneo

Roma, 9 gennaio – Claudio Baglioni, nel corso della conferenza stampa di presentazione del 69° Festival della Canzone italiana di Sanremo, ha parlato dei migranti in attesa di sbarcare dalla Sea Watch e dalla Sea Eye, non risparmiando critiche alla linea della fermezza espressa dal Vicepremier, Matteo Salvini.

“Se non fosse drammatica la situazione di oggi, ci sarebbe da ridere. Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo un po’ alla farsa”, ha affermato il cantautore. “Non credo che un dirigente politico di oggi abbia la capacità di risolvere il problema, ma almeno serve la verità di dire: è un grave problema, dobbiamo tutti metterci nella condizione di risolverlo”, ha proseguito Baglioni.

“Credo che le misure prese dall’attuale governo, come da quelli precedenti, non siano assolutamente all’altezza della situazione. Ormai è una grana grossa: se la questione fosse stata presa in considerazione anni fa, non si sarebbe arrivati a questo punto. Il Paese è terribilmente disarmonico, confuso, cieco quasi nella direzione da prendere”, ha aggiunto il Direttore artistico del Festival.

Ricordando il suo impegno decennale nell’organizzare a Lampedusa la manifestazione, ” O’Scià’, nata per sensibilizzare sui problemi dell’immigrazione, Baglioni ha detto: “Già 25 anni fa sull’isola si avvertiva quello che sarebbe diventato il fenomeno degli sbarchi, degli arrivi per mare. L’intenzione della mia manifestazione e degli oltre 300 artisti che hanno partecipato era quella di dire: noi siamo preoccupati per il fatto che ci siano viaggi per mare irregolari. Ci auguravamo appunto che il movimento non cadesse in mano all’illegalità, allo sfruttamento, alla non gestione”.

Invece, ha detto ancora il musicista, “la classe politica e forse anche l’opinione pubblica hanno mancato: è stato un disastro culturale e gestionale con ripercussioni gravissime: oggi il nostro Paese è incattivito, rancoroso, nei confronti di qualsiasi ‘altro’, visto come un essere pericoloso. Ormai guardiamo con sospetto anche la nostra ombra”.

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Redazione La Voce

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