Economia

Bankitalia taglia le stime di crescita del PIL: nel 2019 sarà dello 0,6%

Per quanto riguarda il 2020 ed il 2021, l'istituto è cauto e prevede una crescita dello 0,9% nel 2020 e dell'1,0% nel 2021

Roma, 18 gennaio – La Banca d’Italia, nel suo primo Bollettino Economico per il 2019, ha tagliato le stime di crescita del PIL che nel 2019, sarà dello 0,6% contro l’1% previsto in precedenza.

“In Italia – afferma il Bollettino -, dopo che la crescita si era interrotta nel terzo trimestre del 2018, gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che l’attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto”.

Qualora le previsioni di Bankitalia dovessero essere confermate, si tratterebbe di recessione tecnica per l’economia del nostro Paese, cosa che porterebbe il Governo a dover compiere una Manovra correttiva.

“Secondo gli indicatori congiunturali disponibili – prosegue Bankitalia -, dopo il calo registrato nel terzo trimestre l’attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto. Secondo le imprese dell’industria e dei servizi, intervistate nell’ambito del consueto sondaggio congiunturale condotto dalla Banca d’Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, i piani di investimento per l’anno in corso sarebbero più contenuti a seguito sia dell’incertezza politica ed economica sia delle tensioni commerciali”.

“Negli ultimi mesi si sono manifestati segnali di deterioramento ciclico in molte economie avanzate ed emergenti. Sulle prospettive del commercio mondiale gravano i rischi relativi a un esito negativo del negoziato commerciale tra Stati Uniti e Cina, al possibile riacutizzarsi delle tensioni finanziarie nei paesi emergenti e alle modalità con le quali avrà luogo la Brexit. Nell’area dell’euro la crescita si è indebolita. Il Consiglio direttivo della BCE ha ribadito l’intenzione di mantenere un significativo stimolo monetario per un periodo prolungato”, dice ancora il Bollettino di Bankitalia.

Per quanto riguarda il 2020 ed il 2021, Balkitalia è cauta e prevede una crescita dello 0,9% nel 2020 e dell’1,0% nel 2021. “La dispersione della distribuzione di probabilità attorno a questi valori centrali è particolarmente ampia”, spiegano da Via Nazionale. “Rischi al ribasso per la crescita sono legati all’eventualità di un nuovo rialzo dei rendimenti sovrani, a un più rapido deterioramento delle condizioni di finanziamento del settore privato e a un ulteriore rallentamento della propensione a investire delle imprese. Un più accentuato rientro delle tensioni sui rendimenti dei titoli di Stato potrebbe invece favorire ritmi di crescita più elevati”.

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Redazione La Voce

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