Mondo

BREXIT: THERESA MAY ABBATTUTA

Oggi si vota la sfiducia alla premier che però potrebbe salvarsi e restare al suo posto

Con 432 voti contrari e 202 favorevoli, ieri sera, la Camera dei Comuni ha bocciato l’accordo raggiunto tra Gran Bretagna e Bruxelles sulla Brexit. I 239 voti di differenza segnano una sconfitta dalle proporzioni storiche per la premier britannica Theresa May.

Ora, si aprono nuovi scenari. Si potrebbe infatti prospettare un rinvio rispetto alla scadenza originaria del 29 marzo prossimo, così come una crisi di Governo con elezioni anticipate, oppure un divorzio ‘no deal’ ed ancora, un secondo referendum.

Certo è che la Gran Bretagna non viveva un momento così dal 1924. Le barricate alzate dalle opposizioni ed il voltafaccia di parecchi deputati di maggioranza che non vedono più il Governo May come qualcosa di solido, hanno segnato il destino della May. A questo si aggiunge il patto d’acciaio tra i conservatori ortodossi ‘brexiteers’ ed i loro colleghi di Partito palesemente schierati sulla linea del ‘Remain’, i quali vorrebbero un un nuovo ‘People’s Vote’. Ad alimentare la linea contro la premier, anche gli irlandesi unionisti del DUP che avversano il ‘backstop’ preteso dall’Unione Europea per tutelare il confine tra Dublino e Belfast e blindare l’accordo di pace del Venerdì Santo.

Come se non bastasse, oggi Theresa May dovrà sostenere anche la prova della mozione di sfiducia presentata dal leader laburista, Jeremy Corbyn. Corbyn, che ha parlato di “sconfitta devastante”, contesta alla May di aver privilegiato gli interessi del suo Partito a discapito di quelli nazionali e non aver agevolato alcun dialogo con l’opposizione. Il leader laburista spera che la Camera esprima il suo “verdetto sull’incompetenza di questo Governo”.

Speranze, quelle di Corbyn, che però potrebbero naufragare. La May, non solo non si è dimessa in attesa del voto di sfiducia, ma potrebbe anche superare lo scoglio, salvata dai voti dei dieci parlamentari del DUP. Pare infatti piuttosto improbabile che i Tory votino contro la loro leader: anche quelli più riottosi.

Molti i commenti che sono giunti dopo la bocciatura dell’accordo. Michel Barnier, capo negoziatore di Bruxelles, ha dichiarato: “L’UE resta unita e determinata a raggiungere l’accordo”.

Guy Verhofstadt, membro del Comitato del Parlamento Ue sulla Brexit (Brexit Steering Group), che si preoccupa della salvaguardia dei diritti dei cittadini, ha affermato: “Il Parlamento britannico ha detto ciò che non vuole. Ora è il momento di scoprire che cosa vogliono i parlamentari britannici”.

Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk ha dichiarato: “Se un accordo è impossibile, e nessuno vuole un ‘no deal’, allora chi avrà alla fine il coraggio di dire qual è l’unica soluzione positiva?”

Quello del ‘no deal’ è un rischio che  il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, vede concreto. “Con rammarico prendo nota del risultato del voto” ma “da parte Ue il processo di ratifica dell’accordo di recesso prosegue”, ha affermato Juncker aggiungendo: “Il rischio di un’uscita disordinata è aumentata con il voto di stasera (ieri ndr). Mentre non vogliamo che accada, la Commissione proseguirà il suo lavoro per assicurare che l’UE sia pienamente preparata. Chiedo al Regno Unito di chiarire le sue intenzioni il prima possibile. Ci siamo quasi”.

Parole di preoccupazione sono state espresse dal presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.  “Il voto di Londra sulla Brexit è una brutta notizia. Il nostro primo pensiero sono i 3 milioni e 600mila cittadini europei nel Regno Unito e i britannici che vivono nella UE. Hanno bisogno di certezze sul loro futuro. Noi ci batteremo sempre per loro!”.

Da Roma, Palazzo Chigi in una Nota commenta: “In attesa di un chiarimento delle intenzioni di Londra sui prossimi sviluppi, il governo continuerà a lavorare in stretto contatto con le Istituzioni UE per limitare le conseguenze negative della Brexit, e, in particolare, per garantire i diritti dei cittadini italiani nel Regno Unito”. “Siamo pronti a ogni scenario incluso il recesso senza accordo”, conclude la Nota.

Sul fronte dei Mercati finanziari, la sterlina non pare aver avuto contraccolpi da quanto accaduto ieri sera a Londra. La valuta britannica infatti, ha guadagnato subito lo 0,25% contro il dollaro e quasi lo 0,3 contro l’euro. Una reazione che potrebbe essere data dalla speranza che si allunghino i tempi per i termini del negoziato, così come previsto dall’Articolo 50 dell’accordo.

Antonio Marino

Mostra Altro

Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
Pulsante per tornare all'inizio