Calcio Serie A

Calciomercato: perfezionato il maxi-scambio Bonucci-Caldara-Higuain

Milan-Juve, tutti felici e contenti?

Non c’è che dire. Il calciomercato di quest’anno sta regalando fuochi d’artificio in successione, come in una lunga notte estiva che si rispetti. Tutte le principali protagoniste del campionato hanno lasciato un segno nella sessione in corso; la Roma si è arricchita di numerosi talenti di rara prospettiva, il Napoli ha riportato Ancelotti in Italia, l’Inter ha acquistato Nainggolan, è vicina a Vidal e sogna Modric, la Juventus ha regalato alla serie A l’arrivo epocale di Cristiano Ronaldo.

Ma se quest’ultimo è stato ribattezzato a buon diritto il “colpo del secolo”, quello che si è perfezionato ieri tra i bianconeri e il Milan può con altrettanta ragione passare agli archivi come “lo scambio del secolo”, quanto meno per il campionato italiano. Leonardo Bonucci torna alla Juventus, di fatto scambiato alla pari con Mattia Caldara; alla corte di Gattuso, inoltre, arriva Gonzalo Higuain, che si presenta a Milano con la formula del prestito oneroso (a 18 milioni), cui seguirà l’esercizio del riscatto da parte della società di via Aldo Rossi versandone altri 36. Chi ci guadagna?

L’analisi può essere approfondita sotto vari profili e l’impressione emersa a caldo è che entrambe le società possano dichiararsi soddisfatte; il Milan più dal punto di vista tecnico ed emotivo, la Juventus prevalentemente sotto l’aspetto pratico e finanziario. I rossoneri, infatti, si sono accaparrati, a detta di molti,  il centrale più promettente del calcio italiano, che insieme a Donnarumma, Romagnoli e Calabria appare destinato ad avere a lungo in mano le chiavi della retroguardia della Nazionale azzurra; certo, il raziocinio impone prudenza, non essendo infrequente che le promesse più folgoranti non vengano poi rispettate. Al contempo, il Milan si è liberato di una figura ingombrante all’interno dello spogliatoio, giunta sul Naviglio con un bagaglio traboccante di leadership, che però in qualche occasione si è rivelata più presunta che autentica. In una squadra che fino alla sentenza del TAS di pochi giorni fa non aveva idea di quale sarebbe stato il proprio destino nell’immediato futuro, la guida carismatica deve essere rappresentata da Gennaro Gattuso, che non sarà forse il tipo da snocciolare congiuntivi in giacca e cravatta, ma che risulta indubbiamente il profilo ideale per plasmare i tanti giovani che ora abitano casa Milan.

L’approdo di Higuain, poi, ha valore per il Milan, ma anche per l’intero movimento calcistico nazionale, non essendo irrilevante che un attaccante da 111 gol in cinque stagioni abbia privilegiato la permanenza in Italia, preferendola, per esempio, ad una partenza verso l’Inghilterra, con destinazione Chelsea. Proprio il pingue bottino in zona gol dell’argentino risponde alle più immediate esigenze dei rossoneri, che l’anno scorso si sono svenati per gli acquisti di André Silva e Kalinic e poi hanno dovuto tirare a campare grazie alle reti del pur generosissimo Cutrone. L’arrivo di Higuain a Milano nella serata di ieri è stato accolto dall’enorme entusiasmo della tifoseria, che giorno dopo giorno vede risorgere la propria squadra, ma, diversamente dall’estate scorsa, conserva maggiore equilibrio, ben consapevole che dal punto di vista societario il Milan è poco più che un bimbetto che da poco ha iniziato a camminare e che ancora non può permettersi di correre.

La Juventus, viceversa, corre ormai da sette anni e nessuno riesce a starle dietro; dall’operazione conclusa ieri, peraltro, traspare l’ennesima dimostrazione di forza del club bianconero, che ha ceduto senza battere ciglio un giovane di belle speranze e un centravanti mortifero sotto porta a quella che un tempo sarebbe stata definita senza difficoltà una rivale diretta. Il messaggio che passa, in sostanza, è che la Juventus possa permettersi il lusso di non badare alla composizione delle rose avversarie, trovando unicamente in se stessa la consapevolezza della propria superiorità. E questo sarebbe risultato vero anche prima dell’arrivo di Ronaldo, dunque, a maggior ragione, ora. Per di più, la società bianconera non si è minimamente scomposta nel riprendersi in casa chi non più di un anno fa se ne era andato sbattendo la porta; Bonucci è sì, tornato lì dove il suo cuore batte, ma proprio lì si troverà a dover riconquistare affetto e stima da chi da lui si è sentito tradito. Non è poi così scontato che nelle gerarchie di Allegri, l’ex capitano rossonero goda di un diritto acquisito alla maglia da titolare e che pertanto il suo nome preceda d’ufficio quello di Benatia.

La cessione di Higuain ha poi risposto ad una duplice esigenza, necessariamente legata al faraonico arrivo di Ronaldo. Le pur floride casse juventine non sono infatti senza fondo e l’oculata gestione di Marotta impone che ad un’uscita impegnativa, quale è stata quella necessaria per l’acquisto del lusitano, faccia poi fronte un’entrata in grado di rimarginare la spesa. In tal senso, la manovra compiuta dalla società bianconera è finanziariamente ineccepibile. Lo diventa ancor di più, se si riflette su quale, per forza di cose, sarebbe stato il ruolo di Higuain in conseguenza dell’arrivo del portoghese; il nuovo numero 7 bianconero avrebbe infatti accentrato su di sé l’attacco juventino, condannando inevitabilmente l’argentino ad un’emarginazione obbligata (e per lui inusuale) che avrebbe potuto alla lunga generare qualche mugugno e più di un malcontento nell’ex numero 9 di Allegri.

Resta conclusivamente la sensazione che le due dirigenze abbiano tratto, almeno sulla carta e ciascuna in rapporto alle proprie necessità, il massimo profitto dall’operazione. Sarà poi il campo a decretare se “vissero tutti felici e contenti”.

Gigi Bria 

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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