Politica

CANTONE-CONTE: PATTO D’ACCIAIO CONTRO LA CORRUZIONE

Il presidente di ANAC ed il premier concordano sul rafforzare la lotta

Una telefonata definita cordiale, intercorsa ieri tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC, l’Agenzia Anticorruzione, ha di fatto dato vita ad un patto d’acciaio tra i due poteri dello Stato. Sia Conte che Cantone convergono sul fatto che è necessario “rafforzare la lotta alla corruzione operando, tuttavia, una semplificazione del quadro normativo vigente”.

L’accordo tra Conte e Cantone arriva dopo le dichiarazioni del Ministro del Lavoro e Vice-premier, Luigi Di Maio, sull’attività dell’ANAC: dichiarazioni che avevano suscitato un certo scalpore. Secondo Di Maio infatti, il codice appalti varato dallo stesso Cantone, doveva essere rivisto poiché tendeva ad ingessare l’economia del Paese. Alle parole di Di Maio si erano poi aggiunte quelle del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che, nel corso del suo intervento di mercoledì alla Camera, aveva detto che dall’attività di ANAC ci si sarebbe aspettato di più.

Le affermazioni di Conte e Di Maio avevano provocato un malcelato sconcerto in Cantone. “Certamente continuerò a fare anticorruzione: il mio incarico finisce nel 2020. Se mi sento sotto assedio? No, sono tranquillo ma non parlo di queste cose”, aveva detto ieri a margine di un evento alla LUISS a chi gli chiedeva di commentare il pensiero del premier e del Ministro del Lavoro circa il suo operato.

In un secondo momento, Cantone aveva incontrato il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Dopo l’incontro con il Ministro, Cantone aveva dichiarato: “Prendo atto”, riferendosi a quanto detto da Di Maio circa la paralisi del Paese dovuta all’azione di ANAC. Cantone aveva poi aggiunto: “Io ho parlato con il Ministro e gli ho detto cosa ne penso”. Dal canto suo, Toninelli, aveva commentato: “Il mio Ministero intende aprire un tavolo di confronto per le migliorie legislative che servono. Cercheremo la massima collaborazione con ANAC, nella convinzione che bisogna voltare pagina rispetto ai troppi scandali del passato”.

Pace fatta insomma, in nome della moralizzazione nella macchina dello Stato.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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