CARIGE. DI MAIO RISPONDE A RENZI E BOSCHI: “BALLE CHE SMONTO IN 10 PUNTI”
Il Vicepremier non ha minimamente gradito quanto dichiarato dai due esponenti Dem
Il Vicepremier e Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, non ha minimamente gradito quanto dichiarato dall’ex premier Matteo Renzi e dall’ex Ministro, Maria Elena Boschi sul Decreto CARIGE e dal suo profilo Facebook ha replicato duramente.
“Quante balle dei giornali, di Renzi e della Boschi sulle banche. Proprio loro parlano! Le smonto tutte in 10 punti”, ha scritto Di Maio cominciando a stendere l’elenco.
“Non abbiamo dato un euro alle banche; abbiamo scritto in una legge che se serve, lo Stato potrà garantire nuovi Titoli di Stato e potrà ricapitalizzare. Speriamo non serva; se si dovesse usare quella garanzia o se si dovessero mettere soldi pubblici, banca CARIGE deve diventare di proprietà dello Stato. Ovvero deve essere nazionalizzata; in questo modo non ci sarà nessun regalo ai banchieri e nessun azionista e obbligazionista truffato; non sarà come Etruria perché salviamo tutti gli obbligazionisti e correntisti; non sarà come le banche venete perché non la venderemo a due euro dopo averla ripulita dei debiti con i soldi pubblici”. “Renzi e la Boschi che fanno le vittime – ha proseguito Di Maio – fanno ridere i polli: se avessero fatto come noi non ci sarebbero stati risparmiatori sul lastrico, ma evidentemente ai loro amici e parenti non conveniva; ora vedremo chi è stato a non restituire i soldi a CARIGE affossandola”.
“Ci batteremo in Europa per riformare il sistema di vigilanza bancaria e faremo la separazione tra banche commerciali e d’affari – ha aggiunto il capo politico del M5s -. Cose che nessuno si è mai sognato di fare; noi abbiamo messo 1,5 miliardi per i truffati delle banche di cui è responsabile il vecchio governo. Non ci saranno altri truffati”.
A margine della sua riflessione, Di Maio ha aggiunto: “Ma secondo voi, se stessimo aiutando le banche, i media e questi politici falliti continuerebbero a farci la guerra? Sveglia! La Camera dei Deputati si muova ad approvare l’istituzione della Commissione di inchiesta sulle banche. Ne vedremo delle belle”.
Antonio Marino