Cronaca

Caso Cucchi: c’è una relazione segreta in possesso dei Carabinieri

Il documento indicava la necessità di ulteriori accertamenti per stabilire le cause della morte del giovane ma l'Arma aveva già negato un nesso di causalità tra le percosse subite ed il decesso

Roma, 8 marzo – Nuove importanti rivelazioni al processo sulla morte di Stefano Cucchi. Esiste una relazione segreta datata 30 ottobre 2009 e quindi, antecedente all’autopsia sul corpo del geometra romano che venne richiesta dalla Procura dopo la morte del ragazzo. Ne ha dato notizia il PM Musarò nel corso dell’udienza contro i cinque carabinieri imputati. Il PM ha chiesto che dal processo in corso vengano revocate le testimonianze dei vecchi periti.

Nella relazione, firmata dal medico legale Dino Tancredi, unico nominato al 30 ottobre 2009, è rimarcato che “la lesività delle ferite allo stato non consentiva di accertare con esattezza le cause della morte”. Per questo motivo erano necessari ulteriori accertamenti per capire quali fossero state le cause della morte di Cucchi. Ciononostante, l’Arma in quei giorni aveva negato che vi fosse un nesso di causalità tra le percosse subite dal giovane ed il suo decesso. Il PM ha fatto notare per l’appunto che “nei verbali dei militari, invece, già si sosteneva che non c’era nesso di causalità” e a questo punto si chiede: “Se nel 2009 non si conoscevano le cause della morte com’è possibile che i Carabinieri, nei loro documenti, già lo sapessero?”.

L’inchiesta bis cerca di far luce sulla prima consulenza che era stata chiesta dalla Procura, appena dopo la morte di Cucchi. Musarò afferma che la consulenza venne anticipata all’Arma da una relazione preliminare non ufficiale. Negli atti del Comando del Gruppo Carabinieri di Roma, “erano anticipate le conclusioni di consulenti che il PM non aveva ancora nominato – fa notare Musarò – con riferimenti e risultati parziali dell’autopsia”. La relazione alla quale fa riferimento l’Arma in atti riservati del 2009, dice ancora Musarò,  “era talmente segreta da essere negata anche alle parti”.

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