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CORONAVIRUS, CONTE AL PARLAMENTO: “DISTANZE E MASCHERINE SINO AL VACCINO” – I VIDEO DEGLI INTERVENTI

Il premier ha parlato alle Camere in vista dell'imminente Consiglio Europeo ed ha annunciato: "Interventi economici per altri 50 miliardi"

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte è intervenuto ieri al Senato ed alla Camera, in vista dell’imminente Consiglio Europeo. Il premier ha fatto il punto sull’epidemia di coronavirus, sia nell’aspetto relativo alla ‘Fase 2’ che a quello della risposta economica che l’Italia dovrà dare a fronte degli ingenti danni causati dal COVID-19, a cittadini ed imprese.

“Sulla risposta sanitaria il Governo ha elaborato una strategia in 5 punti. Il primo è mantenere e far rispettare distanziamento sociale, promuovere utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non saranno disponibili terapia e vaccino”, ha affermato il premier.

L’Esecutivo intende “intensificare in tutto il territorio la presenza di Covid hospital per la gestione ospedaliera di pazienti, in modo da ridurre notevolmente il rischio di contagio per operatori sanitari e pazienti”, ha spiegato Conte.

“Anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, non ci sfugge la difficoltà dei cittadini nel continuare a rispettare” le norme di contenimento e “l’aspirazione al ritorno alla normalità”, ha detto ancora il Capo del Governo. Però, ha rimarcato, “imprudenze potrebbero compromettere sacrifici”. “Un’avventantezza in questa fase, dettata dalla legittima voglia di ripartire, può compromettere tutti i sacrifici che con responsabilità e disciplina i cittadini hanno fatto finora”.

“Si prospetta una fase molto complessa: dobbiamo procedere a un allentamento del regime attuale delle restrizioni e fare il possibile per  reservare l’integrità del nostro tessuto produttivo. Il motore del Paese deve avviarsi ma sulla base di un programma ben strutturato”, ha aggiunto.

L’Esecutivo intende puntare al “rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie”. “L’applicazione sarà offerta su base volontaria, non obbligatoria, faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazioni o pregiudizi”, ha affermato Conte.

“Questa emergenza incide sulle fasce più fragili, rischia di creare nuove povertà e lacerare un tessuto sociale già provato. Abbiamo già compiuto alcuni passi. Il governo però è consapevole che questi interventi non sono sufficienti: occorre un sostegno alle famiglie e alle imprese prolungato nel tempo ancora più incisivo”.

Per far fronte ai danni all’economia prodotti dal coronavirus, il Governo interverrà con uno stanziamento non inferiore ai 75 miliardi di euro. “Ai 25 miliardi già contenuti nel decreto Cura Italia il governo invierà una ulteriore relazione di scostamento di bilancio pari a una cifra ben superiore a quella di marzo, una cifra non inferiore a 50 miliardi che si aggiungono a quei 25 per un intervento non inferiore a 75 miliardi”, ha spiegato il premier.

Per Conte è stata anche un’occasione per parlare di Europa. “L’Ue e l’Eurozona non possono permettersi di ripetere gli errori commessi nella crisi finanziaria del 2008, quando non si riuscì a dare una risposta comune. E’ un rischio che non ci possiamo permettere di correre perché il fallimento nel produrre una risposta adeguata e coraggiosa provocherebbe un grave danno allo stesso progetto europeo”.

“Sull’ormai strafamoso Mes si è alimentato nelle ultime settimane un dibattito che rischia di dividere l’Italia in opposte tifoserie” ma l’intento è procedere con la “massima cautela”.  “Chi esprime dubbi su questa linea di credito contribuisce a un dibattito democratico e costruttivo. Ritengo che questa discussione debba avvenire in modo pubblico, trasparente, in Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola”.

Parlando sempre di MES, Conte ha aggiunto: “chi esprime dubbi su questa linea di credito contribuisce a un dibattito democratico e costruttivo. Ritengo che questa discussione debba avvenire in modo pubblico, trasparente, in Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola”.

“Ci sono Paesi in Ue che hanno dimostrato interesse” nei confronti del MES privo di condizioni. “La Spagna ha dimostrato di essere interessata purché non abbia le condizionalità” che erano in essere nei tempi antecedenti alla pandemia. “Rifiutare questa nuova linea di credito  significherebbe fare un torto a questi Paesi che ci affiancano nella battaglia” nell’Unione Europea.

Per quanto riguarda infine il Recovery Fund, “appoggiamo la proposta francese avendo chiesto di integrarla in modo da rispondere più puntualmente ai requisiti che riteniamo imprescindibili. Da ultimo è stata presentata una proposta spagnola che pure, ma con qualche suggerimento di variazione, potremmo appoggiare per la sua conformità alle nostre finalità”.

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Redazione La Voce

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