Cronaca

CORONAVIRUS IN ITALIA: SUPERATI I 10MILA CONTAGI. INTANTO CODOGNO SI RIALZA

Lombardia e Veneto chiedono la chiusura totale ma Palazzo Chigi prende tempo: preoccupano le ricadute economiche

Emergenza coronavirus, giorno 20. Tutta Italia è zona protetta da lunedì mentre il numero dei contagi ha sfondato il tetto dei 10.000. Di questi, 1004 sono ormai guariti. Preoccupa il numero dei decessi: 168 in 24 ore. Il quadro attuale vuole 8.514 malati con un aumento di 590 casi rispetto a lunedì. Parrebbe esserci un rallentamento se non fosse per il fatto che dalla Lombardia, i dati tardano ad arrivare e quindi è un numero che pecca per difetto.

Lombardia e Veneto chiedono a gran voce la chiusura totale per 15 giorni ma al momento, il loro appello è inascoltato da Palazzo Chigi. Inascoltato ma, va detto, non escluso del tutto se le cose dovessero ulteriormente peggiorare.

Per i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, bisognerebbe lasciare garantiti solo i servizi essenziali e chiudere le attività commerciali ad eccezione degli alimentari, farmacie e parafarmacie.

Fontana è stato inequivocabile: “E’ il tempo della fermezza. Bisogna chiudere tutto adesso per ripartire il prima possibile. Le mezze misure non servono”. A dar forza alle parole del Governatore lombardo, quanto registrato a Codogno dove i contagi sono ormai alle spalle: frutto di una quarantena fatta con scrupolo e rigidità. A fiancheggiare la posizione di Fontana, il Segretario della Lega Matteo Salvini che ha dichiarato: “Sto con i governatori e i sindaci che chiedono misure ferme, certe, sicure – dice il leader della Lega – Salvo i servizi essenziali, è necessario chiudere tutto subito”. Come detto, il Governo al momento ha detto No ma non ha escluso del tutto che possano essere messi in atto ulteriori giri di chiave. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte dicendo: Vi assicuro che il Governo continuerà a rimanere disponibile e risoluto ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio”. La cautela del premier è data fondamentalmente dalle ricadute di ordine economico, facilmente immaginabili.

La preoccupazione maggiore è appunto data dall’aspetto economico che si presenterà a seguito della paralisi commerciale che il coronavirus ha prodotto. C’è chi teme per il proprio posto di lavoro: timore per il quale il Ministro per le Autonomie, Francesco ha dichiarato: “Nessuno perderà il lavoro perché gli ammortizzatori sociali ci saranno per tutti, da chi ha un solo dipendente a chi ne ha migliaia”. Boccia ha poi ricordato alcune norme per chi si reca da parrucchieri o dentisti, sottolineando che occorre farlo su appuntamento e che i prestatori d’opera saranno obbligati ad indossare guanti e mascherina.

Sia dalla Presidenza del Consiglio che dalla Protezione Civile è giunto un appello ai cittadini per evitare che prendano d’assalto i supermercati: “Si potrà sempre uscire per acquistare generi alimentari e non c’è alcuna necessità di accaparrarseli ora perché saranno sempre disponibili”, hanno fatto sapere da Palazzo Chigi. Il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli ha aggiunto: “Chiedo a tutti di non correre ad accaparrarsi generi alimentari e prodotti per la pulizia e l’igiene, perché questo materiale” non verrà meno. In buona sostanza, “i supermercati saranno sempre riforniti, tutto quello che serve sarà sempre a disposizione”.

Per quanto riguarda la posizione della Commissione Europea nei confronti dell’Italia, parole di rassicurazione sono giunte dalla presidente Ursula von der Leyen che, sugli aiuti economici al nostro Paese ha garantito l’uso di “tutti i mezzi a disposizione per assicurarci che l’economia europea sosterrà questa tempesta”. Circa le linee sulla flessibilità, si avranno notizie più chiare entro il prossimo fine settimana. “Per sostenere i Paesi ci assicureremo che gli aiuti di Stato arrivino alle aziende che ne hanno bisogno, e faremo pieno uso della flessibilità del Patto – ha detto ancora la von der Leyen -, e su questo chiariremo le regole prima dell’Eurogruppo di lunedì”.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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