Parlare d’amore con amore

Dai racconti di Andrea… quando il passato riaffiora

“Ma… con tutto il tempo che è passato” - urla la superficialita’!

Carissimi Amici, carissime Amiche, non sempre ricordiamo consciamente alcuni episodi che hanno segnato profondamente la nostra vita, ma, in realtà, non li abbiamo rimossi– li abbiamo solo sopiti – tant’è che basta un evento, anche solo minimamente evocativo, per risvegliare in noi tutte le emozioni vissute allora, attualizzandone pure l’intensità.Talvolta riaffiorano sensazioni di benessere, ma più soventemente si presentano quali rinnovatrici del disagio subìto. Un disagio molto diffuso, ma spesso sottovalutato. “Ma dai, con tutto il tempo che è passato”, urla la superficialità!

Questo è quanto accade ad Antonio, quando Vittorio gli presenta Anna. Un tema che trae ispirazione dal capito intitolato “Anna” del racconto “Luisa e Antonio” – appartenente all’inedita raccolta “Mastr’Antria ed altri racconti”, di Andrea Giostra.

Antonio è un libero professionista appartenente alla cosiddetta “Palermo bene”. Vittorio, suo caro amico, è il più famoso gallerista della città ed organizza vernissage nella sua spettacolare galleria d’arte. Anna è una bella, giovane e talentuosa pittrice francese che espone nella galleria di Vittorio, accettando l’invito ad esporre i suoi dipinti in una personale di arte moderna. Ed è dunque a questo evento che Vittorio presenta Anna ad Antonio:

«Anna e Antonio si strinsero la mano guardandosi dritto negli occhi. Anna trattenne la stretta di mano per un piccolo attimo in più di quello che si aspettasse Antonio. Le mani avevano parlato. Antonio aveva ricevuto il messaggio.»

Tra i due è “colpo di fulmine”, che si appalesa, rafforzandone ulteriormente la magica sensazione quando, terminata la presentazione di Vittorio a tutti gli invitati in onore dell’artista, Antonio raggiunge Anna sfidando l’elegante folla alle prese con le prelibatezze del buffet e le flute di champagne.

«- Davvero interessante Anna. Mi piacciono molto i tuoi quadri. Molto belli. L’uso che fai del rosso e del blu è molto intrigante. Apparentemente due colori contrastanti, che riesci a mischiare significativamente come ho visto fare poche volte.

– È vero. Sono sempre stati i miei colori preferiti. Fin da bambina. Sono i miei colori dominanti. Ci sono in tutti i miei quadri. Il rosso sangue e il blu notte. Sono questi i miei colori, da sempre.»

Un messaggio subliminale che ad Antonio non sfuggì.Infatti:

“Anna continuò a parlare ma la mente di Antonio si estraneò repentina. Non aveva bisogno di altro per capire chi avesse di fronte. Devastante la descrizione involontaria che aveva fatto della sua personalità, delle sue pulsioni, dei suoi desideri, del suo animo, della sua profondità più nascosta, del modo di vedere il mondo e la vita, di vivere la vita, di vivere le passioni e la razionalità… il rosso sangue e il blu notte. Sentì le sue mani improvvisamente sudate. Non gli capitava mai. Quasi mai. Anna continuò a parlargli. Antonio non sentì più nulla. Solo la bocca carnosa di lei muoversi elegantemente.»

Cosa stava succedendo ad Antonio?Di seguito, Andrea ci partecipa del ricordo di Antonio:

“Ricordò il primo esame universitario dopo che aveva studiato per più di tre mesi. La professoressa aveva la fama di essere una donna terribile. Bocciava tutti al primo esame, al primo tentativo dei freschi studenti universitari. Era una donna tanto bella quanto stronza. Distaccata, impenetrabile, insensibile ai tremiti dei suoi giovani universitari che l’affrontavano sconfitti dietro la massiccia scrivania di ebano da baroni universitari posizionata in fondo alla grande aula magna Luigi Pirandello. Quella volta le mani di Antonio sudarono. Si sorprese molto. Non gli era mai capitato prima. Il suo corpo sentiva la tensione. Sentiva lo stress. Sentiva un calore improvviso che gli scorreva in tutto il corpo e nelle tempie. Era apparentemente calmo. Ma dentro, il sapore della sconfitta repentina, lo consumava. Era la prassi con Brigitte Bardot, come all’università chiamavano la professoressa Barbagallo tutti i suoi colleghi di corso e tutti i professori del dipartimento. Era bellissima come l’attrice francese. Stronzissima come Sharon Stone con i suoi collaboratori. Era l’una e l’altra. Brigitte Bardot e Sharon Stone. Di un fascino devastante. Ancor di più perché stronza, pensò adesso davanti ad Anna che continuava a parlargli. Sì, proprio così, si disse. Nella sua mente aveva condensato l’immagine di due dive del cinema che possedevano un fascino disarmante al quale nessun uomo avrebbe potuto resistere.»

Come correlare a quel ricordo l’odierna reazione di Antonio?Ora comprenderemo…

«Forse, si disse a distanza di tanti anni guardando negli occhi Anna che gli stava ancora parlando, era quel fascino che il suo giovane corpo di allora aveva sentito nella tensione, nello stress, nelle vampate. Forse era quella sconfitta inesorabile che sentiva più dell’esame di psicologia generale. Forse era la certezza di non poter mai possedere Brigitte Bardot che gli aveva reso ventenne le mani appiccicose e sudate. Forse. Allora come adesso. Il suo corpo gli aveva parlato. Le sue mani pure.»

Risulta evidente che non è necessario che si ripresenti l’identica situazione per far riemergere vecchi ricordi,infatti Anna non assomiglia alle due bellissime attrici e non è neppure stronzissima come la Stone, tuttavia è sufficiente un minimo particolare per stimolare quel “qualcosa” che in un passato – sia pure assai remoto – ha profondamente turbato Antonio.Ma, come ho detto poc’anzi… comprenderemo.

«Interruppe Anna… Sorrisero entrambi all’unisono. Antonio la guardò negli occhi e vide Brigitte Bardot, poi Sharon Stone, poi la terribile professoressa Barbagallo. Sentì le mani calde e sudate. Il sapore della sconfitta annunciata. La consapevolezza di non poterla mai possedere. Il suo corpo sentì la tensione. Sentì lo stress. Sentì un calore improvviso che gli scorreva in tutto il corpo e nel le tempie. Sentì una vampata che lo attraversò. Le mani sudate. Poi rinsavì.»

Come notate le sensazioni/reazioni di Antonio sono esattamente le stesse del giorno dell’esame!

Tuttavia, come afferma Andrea…  Antonio rinsavì:

«Anna aspettava che Antonio dicesse qualcosa. Antonio la guardò negli occhi, e con un sorriso che la disarmò, le disse … Ti va di prendere un caffè domani pomeriggio?»

Come si svilupperà il rapporto tra Anna ed Antonio? Lo sapremo quando il racconto sarà edito. Per oravi ricordo che l’invito a prendere un caffè è spesso riferito dall’autore come precursore di sublime intimità…

Un abbraccio

Daniela Cavallini

 

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