Parlare d’amore con amore

Dai racconti di Andrea… “Simona scrive a Mariano: non voglio essere un’amante”

Una lettera intrisa d’amore e determinazione per sollecitare mariano

Carissimi Amici, carissime Amiche, ci siamo lasciati la scorsa settimana con Mariano provato e combattuto nel suo intimo perché consapevole di dover scegliere tra Martina – la sua compagna da due anni, con tante qualità, tranne quella di suscitargli desiderio – e Simona, la giovane stagista… l’amante e, soprattutto la donna che lui ama.

https://www.lavoce.online/2018/06/02/dai-racconti-di-andrea-la-scelta-di-mariano/

http://www.lavoce.online/2018/05/26/dai-racconti-di-andrea-mariano-luomo-soffocato-dal-troppo-amore-di-martina/https://www.lavoce.online/2018/05/19/dai-racconti-di-andrea-martina-una-donna-che-ama-troppo/

Vi ho anticipato che Mariano lascia Martina e vi dirò “come” al nostro prossimo appuntamento. Per ora desidero riportare la lettera – in versione integrale, grazie all’autorizzazione concessami dall’Autore – tratta dalla raccolta inedita Mastr’antria ed altri racconti di Andrea Giostra – che Simona ha scritto a Mariano. Una lettera intrisa d’amore e determinazione. Uno scritto esemplarmente dignitoso.

 «Mariano, ti scrivo perché ho bisogno di dirti tutto quello che ho dentro, quello che accumulo da settimane, da mesi, da quando mi hai detto che avresti lasciato Martina per stare con me, per vivere con me, per sposarti con me, per avere dei figli con me, per farti una famiglia con me. Questo mi hai detto guardandomi negli occhi. Ed io ho tremato. Ho sentito brividi. Ho tremato guardandoti negli occhi. I tuoi occhi mi sono sembrati veri, sinceri. Non voglio essere un’amante. Non lo sono mai stata. Non lo sarò mai. Non voglio che tu sia il mio amante. Non lo voglio. Voglio il mio uomo tutto per me. Solo per me. Non potrei mai condividerlo con un’altra donna. Non so come sia successo con te tutto questo. Non so come in questi mesi sia riuscita a tollerarlo. Forse perché fin dal primo momento mi hai detto che non amavi più Martina e che l’avresti lasciata. Forse per questo. Forse perché mi sono fidata di te. Ho aspettato Mariano, ma sono passati tre mesi oramai e non è successo nulla. Non hai fatto nulla. Ho abbandonato i miei sogni. Non andrò più a Londra. Non andrò più a New York. Mi hai chiesto questo, ed io l’ho fatto. Ma ho un dolore dentro. Un fortissimo dolore dentro. Come quel pomeriggio cupo nel tuo ufficio. Sto rinunciando ai miei sogni per te, Mariano. Questo devi saperlo. Ancora Martina non l’hai lasciata. Non sei venuto per stare con me per sempre. Io amo fare le cose per bene. Sto vivendo un momento assai disordinato della mia vita. Non mi riconosco più. Non sono più quella che sono sempre stata. Mi sento disorientata. Non ho più chiaro il mio futuro come l’avevo prima di quel pomeriggio bruno. Voglio il rispetto del mio uomo. Voglio che sia innamorato di me. Voglio essere la sua donna. La sola donna che ama. Una sola donna. La donna senza la quale non potrebbe vivere. La donna senza la quale non potrebbe neanche immaginare di passare il resto della sua vita. Voglio questo. Solo questo. Null’altro dal mio uomo. Ho solo ventitré anni Mariano. Sono giovane. Ho tutta la mia vita davanti a me. Ma ho già fatto tante esperienze di vita e non temo nulla. Sono stata all’estero da sola e ho imparato tanto. Ho avuto storie che mi hanno lasciato ferite profonde ma che si sono rimarginate, che hanno la sciato segni visibili, cicatrici che mi hanno però dato forza, sicurezza. Mi hanno permesso di conoscermi. Di sapere che sono in grado di cadere e di rialzarmi più forte e più resistente di prima. Ho imparato a capire che nulla dura per sempre se non c’è amore. È l’amore che lega indissolubilmente tutto. Non c’è altra forza più potente dell’amore. Se non c’è amore allora quella cosa è destinata a perire, ad estinguersi, a dissolversi, prima o poi, inevitabilmente. E allora ti chiedo se c’è amore in te. Amore per me. Amore come io lo provo per te. Credo che il mio sia amore. Me lo chiedo ogni giorno da tre mesi, Mariano. Solo per questo ti sto scrivendo questa lettera. Solo perché sento amore. Non è passione. Non è innamoramento come avevo sperato. Quelli sarebbero passati e mi avrebbero liberato da te. Li avrei aspettati passare come l’acqua in un torrente di collina. Lentamente. Li avrei vissuti, certo, come ho già fatto altre volte. Ma avrei saputo che sarebbero passati e sarei tornata ad essere me stessa senza un uomo. Libera. Con le mie passioni e la mia energia. Ma non è così, Mariano. Non mi libererò da questo legame perché è un legame d’amore. Il mio per te. Ma se non c’è il tuo per me, allora non è un legame. È un laccio sfilacciato che cerca di legarsi a un’ombra, ad un fantasma, ad una serie di scopate che mi hanno vista protagonista consapevole e complice. Si trasformerebbero in questo. Una serie di scopate. Soffrirei. Lo so. Sentirei dolore fisico all’addome, al ventre, alle gambe, al petto, al cuore, al sangue. Come quel pomeriggio grigio. Lo sentirei forte questo dolore, Mariano. Ma non voglio essere quel laccio sfilacciato che disperatamente cerca di legarsi ad un groviglio di scopate che adesso rischiano di diventare orrore, disgusto, vomito, ripugnanza. Non voglio che si trasformino in questo. Vorrei che rimanessero passione e candida energia viscerale tra due anime che si sono trovate e che si ameranno per sempre. La mia anima e la tua anima. La mia mente e la tua mente. La mia carne e la tua carne. Io e te. Io la tua donna. Tu il mio uomo. Per sempre. È questo quello che voglio. È questo quello che ti chiedo. Chiarezza, Mariano. Di essere chiaro con me. Di essere chiaro con te stesso. Di essere chiaro con la tua compagna con la quale vivi da due anni e che mi hai confessato di non amare più. È questo che voglio, un sì o un no. Adesso o mai più. Simona.»

Non vi è alcuna traccia di animosità in Simona verso Mariano, non un rinfaccio, non una recriminazione. È altresì constatabile ed apprezzabile l’assoluto riconoscimento delle proprie responsabilità, in luogo dell’accusa e della lamentela. Tuttavia, esprime rispetto ed amore anche verso sé stessa,verso i suoi sogni e, soprattutto, nel chiedere a lui chiarezza, chiarisce lei per prima la sua indisponibilità a ricoprire un ruolo che le è improprio, quello dell’amante.

Sottolineo di aver avuto il privilegio di leggere in assoluta anteprima la raccolta tuttora inedita “Manstr’Antria e altri racconti” di Andrea Giostra.  Pongo dunque enfasi sul fatto che  le mie citazioni, tratte dai racconti, costituiscono solo l’estrapolazione di frammenti atti ad analizzare alcune dinamiche comportamentali sottese all’espressione dei sentimenti. I racconti sono ovviamente molto più lunghidei piccoli passi che riporto, assai più articolati e complessi nella loro struttura e lettura.  Quando detti racconti saranno disponibili, il lettore e la lettrice, riscontreranno la stimolante opportunità induttiva di molte, nuove, ulteriori riflessioni orientate all’analisi del personale rapporto con l’amore. 

 

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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