DEBITO PUBBLICO: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE SPIEGAZIONI
Il Governo ha tempo sino a domani per fornire i chiarimenti richiesti da Bruxelles
La Commissione Europea, con una lettera inviata al Governo italiano, chiede chiarimenti in merito al debito pubblico accumulato nel 2018 e li vuole entro domani, venerdì 31 maggio.
A Bruxelles sono convinti che l’Italia non abbia fatto “sufficienti progressi sul debito” e ne vuole sapere il motivo. Per questa ragione non sono previste, al momento, richieste di correzioni alla Legge di Bilancio e men che meno, manovre aggiuntive. I commissari europei si sono riuniti ieri mattina per un confronto orientativo che prelude le decisioni che saranno assunte la settimana prossima, nel contesto del “semestre europeo”, circa lo stato dei conti pubblici dei Paesi membri.
Pare che la Commissione UE adotterà la stessa linea dell’Italia anche per altri tre Paesi dell’Unione i quali riceveranno una comunicazione non dissimile da quella pervenuta a Palazzo Chigi.
Il Sottosegretario Giancarlo Giorgetti ostenta una moderata tranquillità e parla di “un momento di raccordo” per l’Italia che “non si limita a recepire indicazioni”; l’Esecutivo infatti, “potrà aprire un confronto”. Giorgetti tuttavia, pensa agli interessi del Paese sul mercato e sottolinea che “l’equilibrio senza diritti è un freddo e sterile calcolo: l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio deve essere l’obiettivo finale del coordinamento della finanza pubblica”. Non si può prescindere dalla “necessità di definire e assicurare livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civici e sociali”, così come dettato dalla Carta Costituzionale.
Il Sottosegretario leghista rimarca che “gli obiettivi di coordinamento della finanza pubblica non possono tradursi nell’annullamento dell’autonomia e nella compressione dei diritti. Va preservato un margine di autonomia degli enti territoriali”. Se il coordinamento è troppo incisivo, si incorre in “un deterioramento dell’autonomia”.
Antonio Marino