Speciale crisi di Governo

DI MAIO CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA: I PUNTI DEL PROGRAMMA DIVENTANO 20. L’IRA DI ZINGARETTI

A Conte tocca svolgere il ruolo di mediatore nella trattativa PD-M5S che dimostra ancora tutta la sua fragilità. Oggi, nuovo incontro tra le parti mentre i tempi si allungano

Quanto successo ieri nel corso della trattativa tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle, per la stesura del programma di un eventuale Governo giallorosso, ha dell’incredibile. Il leader pentastellato, Luigi Di Maio, ha deciso di complicare un percorso già difficile, portando i punti programmatici del M5S, da 10 a 20. “Se entreranno i punti M5s nel programma di governo si parte, altrimenti meglio il voto”, ha avvisato Di Maio. Parole che hanno provocato l’ira del Segretario Dem, Nicola Zingaretti che ha commentato duramente: “E’ un ultimatum inaccettabile”. Al premier incaricato, Giuseppe Conte, è toccato quindi svolgere il ruolo di mediatore nella diaspora tra le due forze politiche. Ecco quanto accaduto nel dettaglio.

La giornata si è aperta con le consultazioni di Conte che ha incontrato a Montecitorio le delegazioni di Lega e Fratelli d’Italia. Assenti i due leader, Matteo Salvini e Giorgia Meloni che hanno preferito inviare i loro capigruppo e sottosegretari. Ovvio il risultato degli incontri: opposizione dura contro un Governo che nasce con una “manovra di palazzo per conservare le poltrone”. Conte ha visto anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi che ha confermato la sua contrarietà a quella che ha definito essere, “un’operazione politica fragile e inadatta per risolvere i problemi del Paese”.

I problemi veri arrivano dopo che il premier incaricato incontra prima, Zingaretti e dopo, Di Maio. Il Segretario Dem, è fermo sulla linea del dare “una svolta e di una nuova stagione politica”. Zingaretti inoltra le richieste di un taglio delle tasse per i redditi medio-bassi ed investimenti che riguardino Lavoro, Scuola, Ambiente e Sanità. Oltre questo, la revisione dei decreti Sicurezza, in virtù delle perplessità espresse dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

A dare il colpo di scena ci pensa di Maio che, declinando al condizionale la nascita del nuovo Governo, mette sulla scrivania di Conte il programma del M5S costituito da 20 punti contro i 10 dei quali si era parlato fino al giorno prima. Tra questi, la revoca delle concessioni alla Società Autostrade ed mantenere la “ratio e le linee di principio” del Decreto Sicurezza, ma “tenendo in considerazione le autorevoli osservazioni” di Mattarella. Il dossier grillino è accompagnato da una sorta di ultimatum che Di Maio espone in conferenza stampa, dove usa toni propedeutici più allo scontro che all’accordo. O siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti”, afferma aggiungendo: “Se verranno accolti, bene, altrimenti meglio andare al voto e, aggiungo, anche presto”.

Al Nazareno sono a dir poco sbigottiti dal cambio di rotta del M5S. A commentare Di Maio è il Vicesegretario Andrea Orlando che twitta: “Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio. Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza”. Anche i renziani non accettano il dictat di Di Maio. Maria Elena Boschi dichiara: “Noi vogliamo evitare recessione e aumento dell’IVA. Ma proprio per questo gli ultimatum e le minacce di Di Maio sono irricevibili”.

Le parole di Di Maio provocano ripercussioni anche allo Spread che torna a salire oltre i 170 punti. L’incontro che Zingaretti avrebbe dovuto avere con Di Maio nel primo pomeriggio, viene cancellato dal leader Dem che accusa il Capo politico del M5S di aver “rimesso in discussione” quanto era stato concordato nei giorni scorsi e su Twitter scrive: “Patti chiari, amicizia lunga. Stiamo lavorando con serietà per dare un nuovo governo all’Italia, per una svolta europeista, sociale e verde. Ma basta con gli ultimatum inaccettabili o non si va da nessuna parte”.

Definire la situazione incandescente, è ancora riduttivo. E’ Conte ad intervenire attraverso un incontro con una delegazione del M5S ed una del PD. I due schieramenti sono rappresentati rispettivamente da Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli da una parte, Dario Franceschini e Andrea Orlando dall’altra. Il PD chiede al M5S di fare chiarezza circa quanto detto da Di Maio o non ci sarà alcun prosieguo delle trattative. Conte cerca di imbastire una linea di mediazione tra le parti che un risultato lo produce: D’Uva infatti, dal canto suo cerca di ammorbidire i toni affermando che questi non sono un problema: “Ciò che importa sono i temi, e ci sono temi su cui lavorare insieme”, aggiunge. Dal PD torna la disponibilità a tornare a confrontarsi con i grillini. Oggi, alle 12, un nuovo tavolo sul programma al quale siederanno i Dem, De Micheli e Martella. Dapprima il vertice avrebbe dovuto tenersi alle 9.30 ma evidentemente, il clima di tensione e con esso l’esigenza di ulteriori confronti, ha reso necessario lo slittamento.

Nella giornata di lunedì, Conte proseguirà le consultazioni incontrando rappresentanze della società civile: i rappresentanti delle popolazioni terremotate e quelli delle associazioni dei disabili.

Le tensioni di ieri non hanno certamente giovato ai tempi delle trattative, facendoli fatalmente allungare e con essi, l’ascesa al Colle per Conte. Difficilmente questo potrà verificarsi prima di mercoledì prossimo, naturalmente se nel frattempo non scoppieranno altre bombe.

Antonio Marino

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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