Politica

E’ ufficiale: il Decreto Dignità è legge. Il Senato ha votato con 155 voti a favore

E' stata una seduta piena di tensione, con frequenti scontri tra esponenti del M5S e Pd. Applausi della maggioranza e stretta di mano tra Conte e Di Maio

Dopo l’ok della Camera, è stata la volta del Senato: con 155 i sì, 125 i no e un astenuto il decreto legge dignità – voluto dal vicepremier Luigi Di Maio – ha ottenuto il via libero definitivo. Si è così completata la procedura per la conversione in legge del testo. Anche se l’ultima votazione è avvenuta in un clima di caos con cartelli, urla e cori di parlamentari e con la presidente Casellati che ha dovuto richiamare i presenti ricordando che il Senato “non è un asilo”, il decreto è stato comunque approvato. Applausi dalla maggioranza, dove una vigorosa stretta di mano tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, ha sancito l’esito positivo della votazione.

Le prime parole di commento per questa approvazione definitiva del vicepremier sono state: “Il decreto dignità è il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby. Finalmente i cittadini segnano un punto: cittadini 1, sistema 0″. I senatori del Movimento 5 Stelle gli hanno fatto eco: “Con l’approvazione definitiva del decreto arriva una prima, forte spallata a quella piaga sociale che risponde al nome di precariato. Una rivoluzione culturale con la quale, da oggi, questo governo inizia a rimettere al centro i lavoratori e i loro diritti, cancellati dalle scellerate leggi perpetrate dagli ultimi governi che hanno avuto come unico effetto quello di rendere ancora più incerta la vita dei cittadini”.

E ancora: “Con questo provvedimento mandiamo in soffitta l’idea che un popolo di precari possa fare bene alle imprese e al sistema produttivo, tuteliamo le aziende oneste, sia semplificando la loro vita sostituendo adempimenti obsoleti sia contrastando i ‘prenditori’ di sussidi che prendono i soldi e delocalizzano”. Proteste, invece, da parte del Pd: è stata una seduta segnata dalla tensione, con frequenti batti e ribatti tra esponenti pentastellati e dem. E alla fine la maggior parte dei senatori del Pd, ma non Matteo Renzi, hanno esposto dei cartelli polemici con su scritto “80mila, bye bye lavoratori”, rimossi quasi subito dai commessi presenti in Aula, sempre su richiesta della presidente Casellati.

Beatrice Spreafico

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Beatrice Spreafico

"Leggere, scrivere, chiacchierare, ascoltare, ridere, amare.. queste sono le costanti della mia vita senza le quali non potrei essere io. Amo emozionarmi e sorprendermi, cercando di lasciare un bel ricordo di me nelle persone che incontro. Credo nell’empatia e nel potere della determinazione: la mia testardaggine incallita è rinomata e - guarda caso - il mio motto è “mai arrendersi. Le cose belle richiedono tempo”. Porto gli occhiali, che sono la mia estensione sul mondo e vivo tra ricci e capricci. Sono Social Media Manger In Wellnet, dove mi occupo di Social e sviluppo Piani Strategici ed Operativi per i clienti, su differenti piattaforme. In poche parole? Trasformo le loro richieste in parole ed immagini da ricordare. A LaVoce, invece, mi occupo della prima pagina scrivendo di politica, economia, attualità e scienza."
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